Trema l'Algeria semidistrutte tre città di Foto Reuter

Trema l'Algeria, semidistrutte tre città Primo bilancio centocinquanta morti e 300 feriti, interrotte le strade e polverizzati gli acquedotti Trema l'Algeria, semidistrutte tre città Il governo non chiede aiuti: teme attacchi ai soccorritori stranieri ALGERI DAL NOSTRO INVIATO Centoquarantanove morti, 289 feriti, oltre 10 mila senzatetto: questo il bilancio provvisorio del terremoto che alle 2,13 (le 3,13 in Italia) della scorsa notte ha semidistrutto le città di Sig, Bou Hanifia e Bou Henni, nel distretto di Mascara, a circa 300 chilometri ad Ovest di Algeri, non lontano dal confine col Marocco. Ma il numero delle vittime è destinato ad aumentare: parecchi abitanti mancano ancora all'appello, fra mille difficoltà i soccorritori stanno scavando fra le macerie alla ricerca di eventuali superstiti o, più realisticamente, di altri corpi senza vita. Il sismo, di intensità pari a 5,6 gradi Richter, ha avuto il suo epicentro nelle montagne di Beni-Chougrane, (non lontano da Chlef, distrutta nell'ottobre 1980 da un terremoto che provocò 11 mila vittime) e ><*> causato urnvicsimi danni: la maggior parte delle case e degli alberghi di Bou Hanifia, nota località termale, sono crollate, i tubi dell'acquedotto sono saltati, abbattuti i tralicci dell'energia elettrica, i superstiti vagano ancora sconvolti fra le rovine mentre i militari stanno impiantando una tendopoli per offrire un primo, precario riparo. E' fonte di grande preoccupazione la distinzione dell'acquedotto: tutti i pozzi della zona, colpita dalla siccità dall'inizio dell'anno, sono prosciugati e l'acqua deve essere portata con le autobotti, che si muovono a fatica sulle strade devastate dal sismo. «Mi sono svegliato perché il letto saltellava, non ho fatto in tempo ad alzarmi che il tetto è venuto giù. Non so come le macerie non mi hanno travolto, forse mi ha salvato una trave che è caduta di traverso sul letto. La scossa è durata pochi attimi: sono riuscito a scendere in strada facendomi larpn fra le rovine. 1p case vicine erano tutte crollate, la gente correva urlando. Ci sono state altre scosse, sono caduti dei muri, non si capiva più niente, non riuscivo neppure a stare in piedi, era buio pesto, c'era un gran polverone», ricorda Mounir Zerarga, 26 anni. Tragiche e dolorose le testimonianze raccolta fra gli scampati. «Io e mio marito siamo scappati dopo la prima scossa - racconta fra le lacrime Kadigia Nassani - ma poi Mohamed è tornato indietro per cercare i genitori. C'è stata un'altra scossa e ho visto la nostra casa ripiegarsi su se stessa. E' scomparsa in un turbine di polvere, quando si è diradata c'era solo un mucchio di macerie». I corpi di Mohamed e dei genitori sono stati trovati molte ore dopo dai soccorritori. I morti accertati sinora sono 57, 124 i feriti. Le stesse scene di panico si sono ripetute a Bou Henni, dove due terzi delle case sono crollate o pericolanti, decine di feriti e un numero imprecisato di morti. Più grave ancora il bilancio dei danni e delle vittime a Sig, il principale centro abitato della regione, dove sono stati recuperati i corpi di 61 vittime e i feriti sono 153. Anche la città di Mascara è stata colpita: sono parecchie le case distrutte, molte quelle lesionate. Il terremoto è stato avvertito an- che ad Orano, il più importante porto algerino, un centinaio di chilometri più a Nord: risvegliate nel cuore della notte, migliaia di persone si sono precipitate in strada e hanno bivaccato all'aperto fino all'alba. Per tutto il giorno le ambulanze hanno fatto la spola fra la zona devastata dal sisma e gli ospedali di Orano Ho- ve è stato ricoverato il maggior numero dei feriti. Le operazioni di soccorso sono rallentate dal fatto che tutte le strade della regione sono danneggiate o bloccate dalle macerie. 1 primi soccorritori si sono trovati davanti ad uno spettacolo di desolazione e paura: a Bou Hanifia i più grandi alberghi del centro termale han- no subito danni ma sono rimasti in piedi, distrutte invece le piccole case degli abitanti, un intero quartiere alla periferia Nord è completamente raso al suolo. La regione nord-occidentale dell'Algeria è una zona altamente sismica: nel 1989 un terremoto colpì l'area di Tipiza, a 70 chilometri dalla capitale: 30 le vittime, centinaia di case distrutte. Le imprese del gruppo Eni, che operano in diversi cantieri sparsi nel Paese, hanno messo a disposizione i loro mezzi per le opere di soccorso. La Caritas ha stanziato un primo contributo di 50 milioni per i senzatetto. Purtroppo le organizzazioni occidentali di soccorso esitano ad inviare i loro operatori in Algeria, dove gli oltranzisti islamici hanno già trucidato 61 stranieri e ogni occidentale, ogni infedele è un «cible», un bersaglio per i fanatici «soldati di Allah». Francesco Fornati m / n A / /tifi' ALGfRì\ ANNABA rV^W %V \. \COSTANTINA - / j I SIG.. MASCARA >i TUNISI \ MAURÌt: '// >/LIBIA/"' -} AFRICA \^ Un sopravvissuto si aggira tra le rovine della città algerina di Mascara sconvolta da un violento terremoto [foto reuter]

Persone citate: Henni, Mascara, Mounir Zerarga, Richter