Ivrea cerca un sindaco

Dopo quella economica la città della Olivetti di fronte alla crisi in Comune VERSO IL VOTO DI NOVEMBRE Dopo quella economica la città della Olivetti di fronte alla crisi in Comune Ivrea cerca un sindaco Da ieri governa il commissario STRAPPATA a forza dalle ferie al mare e spedita a 800 chilometri di distanza dal suo ufficio di viceprefetto al ministero degli Interni, il commissario prefettizio Perla Stancali s'è insediata ieri nello studio che fu di Adriano Olivetti dal 1956 al '58 - e, più recentemente, del socialista Alberto Stratta, avvocato, primo cittadino uscente. Il passaggio di consegne (e telefonino) è avvenuto nell'indifferenza delle forze politiche e sociali, come se la città non si fosse ancora resa conto che le vacanze sono finite, e che l'arrivo della bionda funzionarla governativa rappresenta l'ultima tappa verso le elezioni amministrative anticipate di novembre. Il fatto è che su questo voto autunnale gravano un sacco di incognite. L'Olivetti avrà ancora il peso di un tempo sulle scelte degli elettori? E il vescovo? Le sinistre riusciranno a frenare con una candidatura forte l'exploit di Forza Italia alle ultime politiche (22 per cento, il primo partito della città)? E i popolari? Da che parte si schiereranno? E la Lega, con le sue tante anime in lite perenne? Il vecchio Consiglio comunale - crollato sotto il peso delle dimissioni presentate da 17 dei suoi 30 componenti - era formato da otto democristiani, sette pidiessini, sei socialisti, tre repubblicani, due verdi, un socialdemocratico, un leghista, un missino e un rappresentante di una lista civica. La giunta era un quadripartito psi, de, psdi e pri. Alcuni di quei partiti ora non esistono più, altri hanno cambiato nome e pelle: «Ma né la crisi politica, né quella economica hanno spazzato via la cultura di questa città - dice l'ex sindaco Stratta -. Una cultura di fabbrica, legata alla presenza dell'Olivetti, che direttamente o indirettamente continuerà a influenzare il voto per il prossimo sindaco». Stratta, che non intende ricandidarsi, scommette su un'alleanza tra sinistra ed ex democristiani, e sul successo del candidato di quest'area di centrosinistra. Dice che, a conti fatti, a marzo progressisti e popolari insieme hanno ottenuto più voti del polo del buon governo: «Questa è la loro occasione. Se si comportano in modo intelligente, non c'è santo che tenga: la città sarà loro. Perché i valori che esprimono sono i valori nei quali la grande maggioranza di Ivrea è cresciuta e ancora si riconosce, in controtendenza con quello che sta capitando in altre città d'Italia». Del resto, pds e ppi non negano contatti per una candidatura comune. Come l'ex sindaco Stratta, il coordinatore dei popolari, Rodolfo Buat, ritiene che l'abbraccio tra il centro e la sinistra rappresenti una soluzione politica «naturale» per una città come Ivrea: «Città laica e operaia, con un forte spirito solidaristico. E con una presenza come l'Olivetti, che ha sempre espresso una classe dirigente "di minoranza" rispetto ai governi del Paese». Un nome per il futuro sindaco? «E' presto per parlarne - continua Buat -, Ma mi piacerebbe che fosse una donna. Eporediese, legata alla città, e con un ineccepibile curriculum professionale». Quelli del pds stanno tutti alla festa dell'Unità che si aprirà oggi. In programma, i soliti concerti e le grigliate, e dibattiti con i popolari. Il segretario della federazione cittadina, Augusto Vino, ne parla con la prudenza di chi è rimasto scottato troppe volte dalla politica: «Ma chi lo dice che un candidato comune del centro e della sinistra avrebbe la vittoria assicurata? Ricordo la campagna elettorale di marzo: noi riempivamo le piaz¬ ze di gente mentre la Lega si vedeva poco e Forza Italia non si vedeva affatto. Risultato? Hanno vinto loro». Nonostante questo, anche Vino sembra convinto del fatto che «un candidato comune potrebbe davvero spuntarla sulla destra». Spiega: «Il voto amministrativo è diverso da quello per il rinnovo del Parlamento». Ma non per la presenza dell'Olivetti: «Sbaglia chi pensa che l'azienda in qualche modo possa favorire un'affermazione del centro-sinistra. Forse era così una volta. L'Ivrea di oggi è una città che si sente tradita dall'industria, e anche con qualche buona ragione. Il problema delle forze politiche è immaginare un futuro parzialmente indipendente dalla fabbrica». E la destra? Per adesso non si sente, nel senso che i più autorevoli rappresentanti eporediesi del polo del buon governo sono ancora in vacanza, a godersi l'affermazione ottenuta alle ultime politiche: 45,14 per cento dei voti. All'interno del polo, Forza Italia ha fatto il pieno (22,41 per cento), seguita dalla Lega Nord (13,51 per cento) e da Alleanza Nazionale (9,2 per cento). Chiuso l'unico club berlusconiano, chiusa la sede di An, in città si trova solo il vicesegretario leghista Paolo Astengo, impiegato Olivetti, appena rientrato dalle ferie e già impegnato a ricucire la frattura tra i fedeli di Farassino e quelli di Matteja: «La cultura della fabbrica? I valori di Camillo e di Adriano? Hanno avuto un peso, certo, ma in un passato lontano. La gente ne ha piene le tasche di discorsi, vuole fatti concreti: parcheggi, autobus che funzionano, provvedimenti per il rilancio economico e occupazionale. E noi glieli daremo, facendo attenzione ai riciclati di Forza Italia e ai rigurgiti di Alleanza Nazionale». E' un modo per rivendicare la poltrona di sindaco? «Beh, mi pare corretto che il candidato sia espressione di chi in questi anni ha lavorato». In via Palestra, l'isola pedonale di Ivrea, gli eporediesi non sembrano granché interessati a quello che succede a Palazzo Civico: «Aspettano di conoscere i nomi dei candidati», spiega Aldo Cossavella, libraio e presidente dei commercianti. E aggiunge: <(Alle amministrative conta solo la persona, i suoi programmi, la capacità di cogliere le aspettative della città». Previsioni? «L'unico candidato a uscire allo scoperto è stato il professor Giovanni Maggia, sostenuto dai verdi. Non ce la farà, ma a me è simpatico». Gianni Armand-Pilon I commercianti: basta col vecchio modo di far politica, servono persone capaci di amministrare Il commissario governativo Perla Stancar! con il sindaco uscente, Alberto Stratta. A fianco, l'aula del Consiglio Da sinistra il presidente Ascom Aldo Cossavella e il segretario pds Augusto Vino

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