Funerali a cronometro di Emanuela Minucci

Bara chiusa prima dell'arrivo dei parenti D'ESTATE Cono Canavese, si è dovuto sigillare il feretro in anticipo «perché il vigile urbano smonta dal servizio» Funerali a cronometro Bara chiusa prima dell'arrivo dei parenti ORIRE ad agosto. Nella stagione dei funerali difificili (personale dimezzato e alta mortalità) può diventare un problema. Che aggiunge angoscia al dolore dei parenti, costretti a litigare con gli impresari delle pompe funebri. L'ultimo caso ò accaduto a Corio alle 0,30 di Ferragosto. Quella notte è scomparsa Rosa Maccario-Gaiard, ex-partigiana, 103 anni appena compiuti. E' morta sola, nella sua casa di montagna in frazione San Giovanni. Nel pomeriggio il paese intero non parlava d'altro: «Mia nonna era molto amata - racconta commosso il nipote Maurizio Varcherò - nessuno avrebbe voluto mancare ai funerali». Stesso discorso per i parenti: schiera di figli e nipoti sparsi per il Piemonte e la Francia. La famiglia di Rosa Maccario Gaiard vuole organizzare un grande funerale. Contatta l'impresa di onoranze funebri «Fanelli» di Ciriè. Insieme fissano la data: martedì 16 agosto, alle 15. «A quel punto ho telefonato a parenti e amici» spiega il figlio, Riccardo Varcherò. La mattina dei fune- rali Riccardo riceve una telefonata del sindaco di Corio, Giacomo Brachet Contol: «C'è una disposizione comunale da rispettare: bisogna chiudere la bara entro le 12,30». Riccardo Varcherò protesta: «Come sarebbe a dire? Tutti i parenti arrivano alle 15 e vorranno vederla... come faccio a avvertirli?». Il sindaco è irremovibile: «Niente eccezioni: il vigile che deve assistere alla chiusura smonta a quell'ora e il Comune non può permettersi di pagare straordinari». Riccardo Vardiero resta allibito: «Non potevo credere che a mia nonna fosse negato l'estremo saluto per una questione di pagamenti "extra"». Prima di arrendersi chiede al titolare dell'impresa di pompe funebri, Giovanni Guadò, di convincere il primo cittadino a chiudere un occhio: «Si tratta di un'ultra-centenaria, la nonnina del paese, un'ex partigiana che a queste montagne ha dedicato la vita, vogliamo regalarle un quarto d'ora di un civici)). Il sindaco non si commuove. Quella bara va chiusa alle 12,30. Così è stato. Gli unici che hanno potuto rivedere per un'ultima volta nonna Rosa sono stati il figlio Riccardo e il nipote Maurizio. Tutti gli altri sono arrivati alle 15 per trovarsi di fronte una bara sigillata. Il figlio vuole chiedere i danni al Comune. Come risponde il sindaco? «E' l'impresa di pompe funebri ci. doveva avvisare i parenti della disposizione comunale: io ho già fatto più del previsto, ho telefonato di persona agli interessati e li ho aiutati a cercare i parenti». Dai funerali anticipati (contro il volere della famiglia) a quelli rimandati per troppi giorni. L'ultimo caso riguarda Ortensio Palazzini, pensionato di 83 anni, morto in casa propria, in via Fratelli Lajolo 2, sabato 23 luglio, una delle giornate più calde dell'anno. Il funerale è stato fissato per martedì 26 luglio: la sua famiglia è stata costretta a tenere la salma in casa per tre lunghi e afosi giorni. La denuncia arriva con una lettera inviata a Specchio dei Tempi. A scrivere sono i vicini di casa, tormentati dall'odore stomachevole che aleggia nell'androne: «Quando i necrofori l'hanno portata via, dalla bara fuoriusciva del liquido - accusa la lettera -, è possibile che anche in estate si debba attendere tre giorni per fare un fu- nerale?». Risponde l'assessore ai servizi demografici Carlo Baffert: «Il defunto è stato seppellito entro le 72 ore previste dalla legge e nel giorno richiesto dall'agenzia di pompe funebri: se la salma aveva problemi di decomposizione toccava all'impresa sollecitare il Comune ad anticipare il funerale». La parola all'impresa, la Audisio di via Chiesa della Salute 6: «Casi come questo accadono quando c'è un festivo di mezzo: la salma ha cominciato a mandare cattivo odore domenica, a quel punto non potevamo telefonare in Comune: la famiglia non ha voluto ricorrere al refrigeratore così abbiamo chiuso in anticipo la cassa, non ci restava altro da fare». Ma lunedì, perché non avete richiesto di anticipare la tumulazione? «Perché non c'era fretta: il corpo non stava decomponendosi». E le proteste degli inquilini? Il conto da pagare all'Usi per aver disinfettato l'androne? «Quello lo pagheremo noi, ma, ripeto, quella salma era perfetta». Emanuela Minucci Pensionato torinese seppellito dopo 72 ore D'estate il personale addetto ai funerali è dimezzato, nascono problemi, come è successo per Rosa Maccario Gaiard, «nonnina» partigiana di Corio

Luoghi citati: Ciriè, Corio, Francia, Piemonte