Il Brasile campione di fair-play

Dopo Usa '94 Dopo Usa '94 Il Brasile campione di fair-play GINEVRA. Oltre al titolo di campione del mondo, il Brasile si è aggiudicato anche quello del fair-play. La Fifa ha assegnato per ogni incontro di Usa '94 voti sul gioco, la tattica, la velocità o le perdite di tempo e le simulazioni. Inoltre sul rispetto dell'avversario e dell'arbitro, sul comportamento di allenatori, medici, ecc. e sull'atteggiamento dei tifosi al seguito. Al totale è stato sottratto un punto per ogni ammonizione e tre per ogni espulsione. Il Brasile ha ricevuto un voto di 8,5 su dieci, precedendo l'Olanda (8,35), la Svezia (8,29) e l'Italia (8,22). La partita più corretta degli azzuri è stato il quarto di finale con la Spagna (9,75), mentre il voto più basso l'banno ricevuto con la Nigeria (6). La Fifa ha anche pubblicato una statistica sull'età media delle 24 finaliste dell'ultimo mondiale. La squadra più giovane è stata l'Arabia Saudita (24 anni e tre mesi), davanti a Romania (25 anni e due mesi) e Svezia (25 anni e 10 mesi). L' Italia è 17a (28 anni), mentre le squadre più «vecchie» sono state Grecia e Germania (29 anni), Eire (29 anni e un mese) e Belgio (29 anni e cinque mesi). Infine la Fifa considera Ronaldo come Pelé. Anche se durante Usa '94 il 17enne attaccante brasiliano non è mai sceso in campo, la federazione internazionale lo «elegge» campione del mondo a pieno titolo. «Tutti i giocatori della lista dei 22 brasiliani - ha spiegato il portavoce Tognoni - sono campioni del mondo perché anche se non hanno giocato, sono certamente stati importanti per il gruppo. Hanno svolto il ruolo di supporto morale». Una consolazione per Franco Baresi che, pur non avendo mai vinto il Mondiale giocando, può considerarsi campione di Spagna: allora non scese mai in campo.

Persone citate: Franco Baresi, Tognoni