Chiuse 100 mila imprese

Terziario: Confcommercio e Confartigianato danno l'allarme Terziario: Confcommercio e Confartigianato danno l'allarme Chiuse 100 mila imprese Nel '93 il settore dei servizi ha perso 220 mila posti L'Iscom: le esportazioni da sole non danno la ripresa ROMA. Sono 655 mila i posti di lavoro diminuiti in Italia nel 1993. Ma se nel settore industriale è il lavoro dipendente che esce dalla recessione «con le ossa rotte», nel terziario ad avere avuto la peggio è stato il lavoro indipendente. E così l'industria ha lasciato per strada 277 mila posti; nel settore dei servizi vendibili la contrazione registrata è di 220 mila posti di lavoro. Non crescono le imprese del terziario. Vittime, piccoli negozi e imprese marginali che la crisi ha espulso dal mercato. Un fenomeno - rileva uno studio dell'Iscom, l'istituto di studi della Confcommercio - che ha ridotto il lavoro indipendente (di piccoli imprenditori-lavoratori autonomi) nel settore dei servizi del 72% del totale di posti perduti; nel commercio il taglio è stato quasi al 90%. E che non ha risparmiato nemmeno l'artigianato. La conferma arriva dalla Confederazione nazionale dell'Artigianato: «Centomila imprese artigiane hanno chiuso i battenti nell'ultimo anno, il che ha comportato anche la perdita di 200 mila posti di lavoro fra i dipendenti». Nell'industria, invece, la situazione è diversa e la riduzione occupazionale «è da attribuirsi pressoché integralmente a riduzione di lavoro dipendente». La diversità di comportamento si spiega, secondo l'Iscom, «con la diversa struttura produttiva dell'industria e il mutamento nel settore distributivo in atto da vari anni». L'Iscom accusa la politica dei sindacati di «miopia» per aver «osservato con indifferenza la crisi occupazionale dei servizi». Come è stato «miope», aggiunge, sottovalutare che la caduta della domanda interna avrebbe superato l'effetto positivo delle esportazioni. Invece, al di fuori di specifici settori, prevalentemente esportatori, l'aumento delle esportazioni non ha compensato la riduzione della domanda interna, soprattutto nel Mezzogiorno e nelle piccole imprese. [r. e. s.] Il ministro dell'Industria Vito Gnutti

Persone citate: Vito Gnutti

Luoghi citati: Italia, Roma