Fine della storia infinita
Fine della storia infinita Fine della storia infinita // titolo sbarca anche alla City Gli operatori: è un buon affare ROMA. Con la nascita di Telecom Italia finisce una storia infinita. Una gestazione durata oltre due anni per dare alia luce il gestore unico delle tic: sono trascorei esattamente 32 mesi da quando, il 29 gennaio del '92, veniva approvata la legge sul riassetto delle te¬ lecomunicazioni. Un parto travagliato. Già negli anni 87-88 un primo disegno di legge, e poi un progetto per il riassetto delle tic, fu messo a punto dallo stesso Iri guidato anche allora da Romano Prodi. Vi si affermava il principio del «gestore uni¬ co» guardando ad una unica società che «svolgesse unitariamente» tutti servizi di tic pubblici. Dopo anni di diatribe, anche «violente», all'insegna di Supersip - Superetet, tutto riparte «da tre» con l'approvazione della legge sulla riforma delle tic che sancisce il passaggio dell'Asst all'Ili, in attesa dell'approdo in Telecom Italia. Da allora il cammino si è fatto più spedito. Il 28 settembre Tiri approva il piano di riassetto del settore. Il 2 aprile arriva l'assenso del Cipe. Il 30 giugno '93 il consiglio dell'Ili ha approvato il progetto di riassetto e deliberato la fu- sione in Sip di Italcable, Iritel, Telespazio e Sirm. Un mese dopo, il 30 luglio '93 il via libera al gestore unico. Il resto è storia recente: il 10 novembre 93 il decreto 444 autorizzava la conversione a capitale del credito relativo al passaggio dell'Asst in iritel. Il 19 marzo arrivano l'aumento di capitale di Sip e i concambi, il 13 maggio la Stet varava un aumento di capitale destinato all'Iri per far fronte al conferimento di Iritel. Il 19 maggio le assemblee di Sip, Italcable, Iritel Telespazio e Sirm deliberano la fusione per incorporazione. Telecom Italia era nata. E ora la parola passa ai mercati. Gli operatori della City prevedono un esordio positivo per il titolo che oggi verrà quotato anche al Seaq di Londra. Gli investitori stranieri sono molto interessati al titolo, a causa delle aspettative di forte crescita degli utili e della prevista operazione di scorporo del cellulare. «E' un titolo a buon mercato, non può essere altro che un buon affare», rileva Enrico Ponzone della Kleinwort Benson, consigliando ai suoi clienti di mettere in portafoglio azioni Telecom Italia. [r. e. s.l
Persone citate: Enrico Ponzone, Romano Prodi
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