«Mai più carceri nei paradisi naturali»

Secondo il ministro hanno costi elevatissimi: «Oggi solo i boss possono godere di quelle bellezze indescrivibili» Secondo il ministro hanno costi elevatissimi: «Oggi solo i boss possono godere di quelle bellezze indescrivibili» «Mai più carceri nei paradisi naturali» Matteoli: «Liberiamo le isole dai penitenziari» ROMA. Prigioni sicure, ma lontano dalle isole. «Il costo per lo Stato è enorme - ha sostenuto il ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli - e bellezze naturali quali ad esempio Pianosa vengono così sottratte alla godibilità dei cittadini: il carcere nelle isole finisce col far "godere" ai vari Santapaola e Madonia, bellezze indescrivibili». I mafiosi e i loro compagni rinchiusi nei penitenziari di massima sicurezza dovranno cambiare sistemazione. Secondo Matteoli, oltre a Pianosa, dovranno essere liberate dalle carceri anche Asinara e Gorgona. Il trasferimento dei capi di Cosa nostra nelle «supercarceri» era stato deciso dopo le stragi dei magistrati Falcone e Borsellino. Da allora i boss avevano smesso di impartire ordini all'esterno e, in alcuni casi, avevano deciso di collaborare con gli inquirenti. E adesso? Potrà forse cambiare qualcosa dopo le proposte del ministro di Alleanza nazionale? Il Guardasigilli, Alfredo Biondi, si è detto d'accordo con il collega di governo «sull'oppertunità di sottrarre alle isole del Mediterraneo ogni funzione punitiva e di restituire loro la funzione che la natura e la cultura hanno assegnato». E, facendo riferimento allo spinoso problema della sicurezza, ha aggiunto: «Le ragioni di sicurezza non debbono essere motivo per infliggere pene accessorie e non meritorie sia all'ambiente che ai cittadini». Le preoccupazioni «naturalistiche» di Matteoli saranno dunque prese in considerazione, ma, come dire, con un po' di calma. Biondi, infatti, ha precisato che si tratterà di un cambiamento che non potrà attuarsi dall'oggi al domani: «Alla ripresa dei lavori parlamentari - ha dichiarato - ci incontreremo io, il ministro Maroni e il ministro Radice per coordinare iniziative opportune al fine di arrivare ad una differenziazione degli istituti penitenziari, creandone di nuovi adatti ad evitare le pericolose ed ingiuste promiscuità tra detenuti in attesa di giudizio e detenuti già condannati in via definitiva». Come dire, un occhio all'ambiente e uno alle preoccupazioni garantiste. Ma per fare tutto ciò, sarà pure necessario aumentare il bilancio della giustizia. «Attualmente - ha concluso Biondi - siamo sulla soglia dell'I per cento del pil, una cifra assolutamente inadeguata alla realizzazione di quelle riforme di struttura che vanno dal rafforzamento degli organici all'ampliamento dell'edilizia penitenziaria». Oltre al sostegno del ministro di Grazia e Giustizia, a Matteoli è venuto anche quello dell'Usp (Unione sindacale di polizia). «Matteoli ha pienamente ragione - afferma Giampaolo Tronci, segretario generale del sindacato -. Bisogna costruire con la massima urgenza carceri confacenti ad ospitare in pieno isolamento i criminali classificati superpericolosi e procedere allo sgombero delle isole che vanno recuperate all'ambiente». Un appoggio forte, quello dell'Usp, che non ha mancato di fare anche alcune precise proposte: «Le carceri di massima sicurezza - ha suggerito Tronci -, per una tranquillità sociale degna di essere definita tale, vanno tolte dai centri abitati. Si faccia un accurato censimento geografico e si scoprirà che aree idonee a costruire supercarceri ce ne sono a centinaia. Vedesi montagne che non hanno interessi turistici». [g. az.J Il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli: sua la proposta di togliere le carceri da alcune isole

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