lo stress mette ko i re del tennis

lo stress mette ko i re del tennis Entrambi giovanissimi e multimiliardari: «Siamo stufi, vogliamo goderci la vita» lo stress mette ko i re del tennis Jim Courier e Steffi Graf: è ora di ritirarci Sembra che si siano messi d'accordo sul tempo. I due più celebri tennisti del mondo, Jim Courier e Steffi Graf, statunitense lui tedesca lei, hanno fatto capire contemporaneamente di non poterne più. Lui in maniera forte, lei in maniera quasi tenera: tutto sommato in aderenza ai loro personaggi. Courier, eliminato dallo spagnolo Corretja al secondo turno del torneo di Indianapolis, ha annunciato uno stop a tempo indeterminato. Non vince tornei da un anno, proprio da Indianapolis 1993, su Becker, altro stressato potenziale (e non solo), è fuori dai primi 10 al mondo, compie proprio oggi 24 anni e si accorge di essere miliardario e di non sapere come divertirsi, come spendere i suoi soldi, dove trovare il tempo per fare il giovane. Steffi Graf, che ha un anno più di lui, ha detto a Montreal, impegnata in un torneo, che intende riconsiderare la sua vita, che il tennis non deve essere tutto, che vorrebbe cominciare a vivere come le altre della sua età, che non intende rinviare alla maturità i piaceri della gioventù, in quella che poi sarebbe un'esistenza fuori tempo. Monica Seles, la sua grande rivale, una ragazza persino più giovane di lei, a un anno e mezzo dalla coltellata ricevuta da un fanatico, anche se clinicamente guaritissima ha praticamente deciso di non guarire, cioè di non rimettersi di fronte alle grosse responsabilità dello sport di vertice. Un dettaglio: è già miliardaria. Il tennis, che ad una vita stressante offre un contorno affascinante, grandi alberghi e bella gente e posti del sole, è sport, come dire?, ideale per intuire il contrasto fra quel che si potebbe essere - un ricco ragazzo pieno di miliardi e capace di goderseli - e non si è. Crisi di questo tipo hanno coinvolto altri celebri tennisti: Gerulaitis, Noah... Nausea di gare, di allenamenti, e percezione della vita vera, quella dei ragazzi della tua età, che ti passa di fianco e non torna più. Ma non si tratta soltanto del tennis, anche lo sci ha i suoi «pentiti», e specialmente le sue «pentite». Sempre sport poco naturali, in ambienti strani. Molto più difficile che lo stress si impossessi di chi fa atletica: perché in fondo i suoi gesti, i suoi impegni, sono quelli della vita di tutti, sono i gesti di ogni giorno, soltanto più esasperati. Il nuoto invece stressa eccome, ore e ore al giorno a fissare una linea che scorre sul fondo della piscina: ma non dà molti soldi, non crea lo scrupolo dei miliardi guadagnati e non godibili. In linea generale, comunque, lo sport mondiale, o meglio lo showbusiness dello sport mondiale, comanda ai suoi miliardari repenti la nausea, la stanchezza, il «chi me lo fa fare?». Però attenzione a non parlare di un processo irreversibile e intanto moralmente valido, di un neo-umanesimo scovato - miracolo! - al fondo della cassaforte bella piena. Nell'automobilismo di Formula 1, quando arrivarono i primi enormi guadagni ci fu una specie di teoricamente felice epidemia di abbandoni: sono ricco, posso morire in pista da un momento all'altro, meglio lasciare in tempo, e godermi i soldi. Lo dissero Lauda, Reutemann, Fittipaldi, Jones, Scheckter, Mansell, Prost. Uno solo tenne duro sino in fondo, Scheckter. Gli altri tornarono tutti, molto semplicemente per compensi sempre più alti (e Mansell ri-ritorna). Ed è possibile che anche nel resto dello sport l'«antidoto» al molto denaro sia il moltissimo denaro. Michael Jordan, uno dei Paperoni dello sport mondiale, ha smesso di fare il cestista superimpegnato per giocare a baseball con un contrattino, sarebbe una bella scelta di vita, ma c'è chi giura che è già pronto il favoloso contratto per il suo rientro sul parquet della Nba. Sarebbe bello se il molto denaro provocasse scelte filosofiche, che ad un certo punto potrebbero persino diventare politiche, umanitarie. Sarebbe anche l'occasione per una revisione dei compensi, dei contratti, con riflessi sul consumatore, che pagherebbe di meno non solo i biglietti d'ingresso alle manifestazioni o gli abbonamenti alle pay-tv, ma anche i prodotti stessi legati allo sport che ama, senza che su ogni pallina da tennis gravino mille lire spese per la sponsorizzazione con il nome di un campione. Ma, ripetiamo, nessuna illusione. Forse si è già mosso l'organizzatore che vuole giocarsi alla grande il rientro di Courier. E la Graf forse cambierà idea di fronte ad un contratto supplementare. Gian Paolo Ormezzano I PAPERONI DELLO SPORT [guadagni annui in miliardi di lire] Michael JORDAN [basket] 61 GLI ITALIANI Riddick BOWE [boxe] 42,5 Alberto TOMBA [sci] 10 Nigel MANSELL [auto] 25 Roberto BAGGIO [calcio] 10 Jim COURIER [tennis] 21,4 Gianluca VIALLI [calcio] 4 Steffi GRAF [tennis] 16,6 Gianluigi LENTINI [calcio] 3,5 Jim Courier e Steffi Graf, stelle del tennis mondiale: hanno detto di volersi ritirare dall'agonismo

Luoghi citati: Indianapolis, Montreal