«Noi i sovversivi del computer» di Gabriele Romagnoli

Parlano i protagonisti di Internet, la più grande rete telematica: sconfiggeremo la televisione Parlano i protagonisti di Internet, la più grande rete telematica: sconfiggeremo la televisione «Noi, i sovversivi del computer» Quindicimila utenti sono già collegati Accessi gratis dalle giunte di sinistra ICE il (giovane) saggio: «La tv è un oggetto che stimola l'intelligenza. Quando l'accendono io me ne vado in camera e comincio a usare il computer». La variante su una battuta di Groucho Mara compare nel «Diario di un aspirante hacker», preludio a un monumentale testo dal titolo «La Bibbia del modem» appena pubblicato da Giorgio Banaudi, ricercatore del Cnr di Genova. Ed è un primo segnale: l'indicatore di una generazione avanzante che spegne il telecomando e aziona il modem, saluta Ambra e le sue sorelle e si tuffa nel cyberspazio di Internet tra compagni senza volto. Dice il (fiducioso) progressista: «Sulla rete telematica viaggiano le ansie e le speranze, i progetti e le delusioni di una generazione che ha imparato a muoversi nel villaggio globale in modo attivo, inchiodando a) passato il finto teatrino globale della televisione. Se vuoi sfuggire a Berlusconi, vai sulla rete». L'indicazione viene da un articolo apparso nel giugno scorso sull'Unità, titolo: «Dopo la tv, il computer». Ed è un secondo segnale: la spia della segreta speranza della sinistra, arrivata tardi e male sul pianeta tv, di posare per prima la bandiera nella nazione che non c'è eppure sarà il mondo della comunicazione di domani. E' il sogno ricorrente del clintoniano Veltroni, che dal suo modello americano ha ereditato anche la passione per le autostrade elettroniche. Dice l'(attento) analista economico: «La battaglia cyber-finanziaria è già cominciata. Prima per il collegamento a Internet bisognava passare attraverso due sole società, Agorà e Mc-Link, poi è arrivata Galactica, con tariffe da saldo e ha fatto scendere i prezzi. Adesso scende in campo il gigante, Olivetti, con la sua Italia Online, in funzione da settembre, che sarà addirittura gratuita per i primi mesi. E' un mercato imprevedibile e non regolamentato, ricorda i primi anni della tv commerciale. E quando mancano le regole il più forte si prende tutto e poi sancisce il suo monopolio per legge. Non credo che la Fininvest trascurerà questa occasione». E' il terzo segnale e tre indizi bastano per avviare un'indagine su quello che può diventare il fenomeno guida del prossimo decennio. Il fenomeno ha un nome su tutti: Internet, la rete delle reti, il network che collega tutti gli altri e aumenta alla massima potenza le loro possibilità in fatto di comunicazione. Su Internet è possibile scambiare messaggi in tempo reale con tutti gli utenti collegati nel mondo, consultare migliaia (e il numero cresce ogni giorno) di archivi di testi e immagini, partecipare a dibattiti telematici in corso su qualsiasi argomento, intervenendo in diretta, come se si fosse al Parioli durante un Maurizio Costanzo Show, o scrivendo il proprio contributo, come se si mandasse una lettera a un giornale. E' Internet che ha fatto crescere in maniera esponenziale il numero di utenti telematici nel mondo (la rete ne collega attualmente più di venti milioni) e aperto loro nuove frontie¬ re. Un fenomeno made in Usa che ha rapidamente preso la cittadinanza italiana, coinvolge quindicimila utenti pronti a decuplicarsi ed è ormai costume, politica, economia. Cyber-costume. Non è più una rarità vedersi porgere un biglietto da visita dove accanto al nome, indirizzo, telefono, fax della persona, figura il suo indirizzo di posta elettronica su Internet. Si moltiplicano in edicola le riviste specializzate nel settore. Internet diventa un tema fisso, come accade sul mensile «Virtual», che pubblica in ogni numero schede di «avviso ai naviganti» sulla rete, curate da Diego Montefusco, autentico prototipo della generazione che verrà, uno che trascorre almeno tre ore al giorno su Internet e nelle sue comunità virtuali e che, alla voce professione, si dichiara: «information hunter», cacciatore d'informazioni. Nelle praterie del cyberspazio, ovviamente. Anche i periodici non specializzati si adeguano: «L'Internazionale», settimanale che raccoglie i più interessanti articoli apparsi in tutto il mondo, ha da tempo la pagina fissa «A spasso su Internet», trattando opportunamente la rete come se fosse un'ulteriore nazione di cui raccontare, accanto a quelle consuete. La diffusione a macchia d'olio arriva soprattutto ai giovanissimi: l'età media nel mondo degli utenti di Internet è oggi di 26 anni, ma sarà di 16 nel Duemila. Ammonisce Howard Reinghold, autore di «La comu¬ nità virtuale»: «C'è il rischio che gli entusiasti della rete facciano da avanguardie stupide di un nuovo potere mediatico e totalizzante». La sinistra spera invece che, passando dalla tv al computer, i giovani del futuro passeranno anche da un simbolo all'altro nel voto alla Camera. Cyber-politica. Nell'attesa, si prepara. Sarà un caso ma sono le giunte locali di sinistra quelle che promettono grandi novità in questo campo. All'avanguardia c'è, anche stavolta, Bologna. Qui dovrebbe nascere la prima rete telematica metropolitana. Il progetto si chiama «Iperbole» e l'ha ideato l'assessore all'Innovazione Stefano Bonaga (pds). Spiega: «Vogliamo dare a tutti quelli che lo richiedano l'accesso gratuito a In- ternet e mettere nella rete cittadina tutta l'informazione sull'attività comunale e la vita della città. Perciò abbiamo stipulato una convenzione con il Centro di calcolo universitario, aprendo un collegamento internazionale al costo di centoquaranta milioni l'anno». Effetti? «Sarà possibile comunicare con gli assessorati via posta elettronica e soprattutto partecipare a conferenze sulla città, primi esperimenti urbani di democrazia elettronica». Nella stessa scia si stanno muovendo le giunte di Forlì, Pisa, Livorno, Torino e Roma. E guarda caso a Roma il progetto ha trovato l'opposizione di Forza Italia e dei radicali, che pure furono i fondatori di Agorà e fautori della democrazia telematica. Che questa possa nascere su Internet può magari sembrare un'utopia. Qualche dubbio ce l'ha Alessandro Marescotti, portavoce di Peace-Link, rete telematica pacifista ed ecologista con sede a Taranto: «Internet non è un villaggio aperto. E' un grande serbatoio, ma difficile da usare e le informazioni circolano quasi solo in inglese. Bisogna poi fare attenzione allo sfruttamento commerciale che se ne può fare. Noi usiamo la telematica per dare informazioni, ma il mercato cerca altro. E' come avere una tv: puoi farci solo tg o solo spot». Il mercato è uno spettro anche per Gomma, animatore della casa editrice Shake e della rivista Decoder, punto di riferimento dei cyberpunk e dell'underground italiano: «La filosofia di fondo di Internet è dare spazio alla creatività e ai rapporti liberi. 11 mercato ne sta fuori. Invece vogliono farlo entrare, per questo è in corso un processo che tende a fare piazza pulita dei comportamenti incontrollabili. Vogliono escluderli per spianare la strada al mercato». Cyber-economia. La corsa è cominciata. Quando entrerà in pista Olivetti potrebbe finire una batteria e aprirsene un'altra. Spazzati i contendenti per la fornitura del collegamento, si schiuderà il mondo della rete a chiunque voglia approfittarne economicamente. Ragioniamo: Internet rende superflui la posta e il telefono (un messaggio elettronico viaggia intorno al mondo e torna indietro in 640 millisecondi), i giornali (dà informazioni più rapide e diffuse e offerte di lavoro o altro visibili da 20 milioni di persone), l'editoria (Stephen King per primo ha pubblicato prima su Internet che su carta e ci sono testi che esistono solo in rete). Su Internet è già possibile ordinare (e pagare scontati) dischi e mazzi di fiori, pizze e video. Stanno nascendo le prime gallerie di immagini. Oltre alle foto si possono ricevere i primi spezzoni di videoclip. L'assalto al pianeta tv è cominciato. Sarà un caso ma «Neuromante», il primo romanzo di William Gibson, profeta cyberpunk, comincia così: «Il cielo sopra il porto aveva il colore della televisione sintonizzata su un canale morto». Poi l'avventura continua nel cyberspazio. E di tv non si parla più. Gabriele Romagnoli II network senza padroni si sta preparando a trasmettere immagini Accanto Helena, 29 anni. E' tra gli italiani che passano la notte scambiandosi messaggi via modem

Luoghi citati: Bologna, Forlì, Italia, Livorno, Pisa, Roma, Taranto, Torino, Usa