«Corride ?Allarme infondato»

Polemiche dopo l'abolizione delle norme che vietano l'uso delle bestie Polemiche dopo l'abolizione delle norme che vietano l'uso delle bestie «Corride? Allarme infondato» Il governo-, gli animali restano protetti ROMA. Quella del «Berlusconi matador» ha tutta l'aria di essere solo una ennesima «piccola» gaffe del governo. Eppure la vicenda del «rischio corrida», il recente decreto che renderebbe legali le gare tra animali, ha provocato la netta smentita del governo, attraverso il sottosegretario Gianni Letta. E approderà presto in Parlamento; ove un'inedita alleanza trasversale annuncia lotta all'ultimo sangue. I verdi, infatti, hanno annunciato un'interrogazione ai ministri dell'Interno e della Giustizia. E contro il decreto daranno manforte agli ambientalisti almeno un senatore di An (Enzo Majorca) e uno di Forza Italia (Franco Zeffirelli). L'ira degli ambientalisti nasce dall'abrogazione di una norma risalente al 1940, l'articolo 129 del testo unico di pubblica sicurezza. Che sanciva: «Tra i trattamenti vietati sono: le corse con uso di pungolo acuminato, i combattimenti tra animali, le corride, il lancio delle anatre in acqua, l'uso di animali vivi per alberi di cuccagna o per bersaglio fisso o simili». E che fanno i ministri? Si inventano un bel decreto legislativo, il numero 480 del 5 agosto firmato Berlusconi, Biondi e Maroni, che fa piazza pulita delle vecchie norme fasciste. Non solo, sotto la scure del 480 finiscono anche altre disposizioni. Per esempio sarcbberr ora depenalizzati «i trattamenti di ipnotismo, di fachirismo e altri simili che possono recare una perturbazione nella impressionabilità del pubblico». Fachiri a parte, sono le corride la pietra dello scandalo. Anche se la questione appare subito più complessa. Non è che il decreto legalizzi le gare fra animali, perché nell'ordinamento italiano c'è una legge, la 473 del 22 novembre 1993, che prevede un'ammenda da due a dieci milioni, per chiunque adoperi animali «in giochi, spettacoli o lavori insostenibili per la loro natura». La pena è aumentata se il fatto è commesso con mezzi dolorosi e se provoca la morte dell'animale. A gettare acqua sul fuoco è il Wwf, che dice di stare tranquilli, perché la legge 473 è sufficiente a scongiurare il rischio di maltrattamenti agli animali. Secondo Stefano Leoni, legale dell'associazione, non esiste nemmeno il rischio ipotetico che venga concessa l'autorizzazione per le corride. L'amministratore prima di dare una autorizzazione deve consultare, oltre al testo unico di pubblica sicurezza, anche il codice pena¬ le, altrimenti rischia una denuncia. Dunque, tutti tranquilli, assicura il Wwf: c'è una buona legge e vigileremo che sia applicata; e un eventuale atto amministrativo, possibile dopo l'abrogazione delle vecchie disposizioni, provocherebbe un intervento del giudice penale. Ma la vicenda di Ferragosto non finisce qui e annuncia un suo esordio in Parlamento. Interviene la senatrice dei verdi, Carla Rocchi: «Questo decreto verrà bloccato dal Parlamento a tutti i costi. Il pericolo sta, soprattutto, nella depenalizzazione della trasmissione televisiva di corride che avvengono in Paesi che non sono l'Italia. Non mi stupirei di vedere corride spagnole a mezzanotte, con la pubblicità in mezzo». Rilancia la Lega antivivisezione che sospetta ulteriori manovre del go¬ verno «per far passare qualcos'altro». Nella fattispecie, appunto, le trasmissioni di corride per le reti Fininvest, vietate sino ad oggi dall'articolo 129. Ipotesi definita dalla Fininvest «pura fantasia», mentre Gianni Letta, intervenuto al Tg3, ha assicurato che «in Italia non si vedranno corride, nemmeno in televisione». E ha aggiunto: «Esistono, nel nostro ordinamento, e rimangono, norme che non consentono né di fare la corrida né altri spettacoli che comunque possano comportare strazio o sevizie di animali». Insomma un putiferio. A ristabilire un po' le proporzioni dell'evento è l'ex europarlamentare verde, Gianfranco Amendola, abile a definire il decreto «una stupidaggine che ha creato solo confusione ed incertezza», [s. s.J La senatrice verde Rocchi: il provvedimento sarà bloccato dal Parlamento a tutti i costi Ci sono animalisti anche nella maggioranza Letta assicura: in Italia le corride non si vedranno neanche in tv

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