Le lacrime dei turisti beffati e quelle di Benvenuti premiato

Le lacrime dei turisti beffati e quelle di Benvenuti premiato lettere GIORNALE Le lacrime dei turisti beffati e quelle di Benvenuti premiato La Calabria risarcisca Giorni or sono ho letto dell'amara sorpresa patita da alcuni turisti giunti nel villaggio di Simeri Crichi (Cz), ove non hanno trovato nulla di quanto convenuto con la prenotazione e il pagamento corrisposto ad un'agenzia di viaggi senza scrupoli. Tali disguidi non •sono nuovi nel periodo estivo, sia in Italia che all'estero, e a farne le spese sono gli ignari turisti. Per quanto concerne i malcapitati turisti di Simeri Crichi, la Calabria, con i suoi 800 km di costa, non ne esce indenne, se è vero che quella regione potrebbe trarre non pochi vantaggi dal turismo estivo. E poiché è sempre buona regola manifestare solidarietà ai cittadini che scelgono di trascorrere le loro vacanze in determinate località, la Regione Calabria, che poco fa a favore del suo turismo, potrebbe risarcire, in qualche modo, i malcapitati turisti di Simeri Crichi, un gesto dovuto per evitare di gettare discredito sulle vocazioni turistiche di quel lembo della Penisola, meritevole di migliore valorizzazione. Domenico Pellicano, Sanremo dm) Grazie anche alla tv per quell'immagine Grazie ad Andrea Benvenuti, che ha vinto gli 800 metri a Helsinki. Grazie per la bella impresa sportiva, ma soprattutto per la semplicità e la civiltà del suo comportamento dopo la vittoria. Composto, sul podio della premiazione, ha cantato l'Inno di Mameli. L'ha proprio cantato, sull'attenti, parola per parola. Lo si è visto inquadrato dalle telecamere. E mentre Andrea Benvenuti cantava, una piccola lacrima, lentamente, gli rigava il viso. Grazie per quella lacrima. Grazio ul cameraman che l'ha scoperta e inquadrata, e al regista che ha salvati) quell'immagine. Guido Rezzonico, Venezia Manicomi criminali roba da abolire L'ennesima assurda vicenda, questa volta avvenuta a Reggio Emilia, richiama l'attenzione sulla presenza nell'ordinamento penitenziario italiano di quella vergogna nella vergogna che è il manicomio criminale (denominazione ufficiale: Ospedale psichiatrico giudiziario, in sigla: Opg). Si tratta di un'istituzione totale da abolire. Tutta la letteratura scientifica e tutte le testimonianze in materia concordano nel denunciarne la natura paradossale, l'irrazionalità persecutoria. Una quindicina di anni fa eravamo a un passo dal raggiungimento dell'obiettivo di civiltà costituito dall'abolizione di questo anello estremo della violenza istituzionale, della denegazione del diritto e dei diritti. Poi vennero gli anni dall'abbrutimento civile e la nostra profonda sconfitta fino alla distretta presente: ed anche l'Opg sopravvisse, forte della sua duplice separatezza; della sua collocazione estrema. Formulo una proposta: proviamo a ricostruire un movimento per far tornare a riflettere sul manicomio criminale, per offrire ascolto e solidarietà a chi vi è ristretto in condizioni indegne, per rilanciare l'obiettivo dell'abolizione del manicomio criminale, e riaprire la riflessione e l'impegno democratico di massa per l'assistenza psichiatrica democratica e per il diritto alla salute e all'assistenza anche all'interno del circuito penitenziario. Peppe Sini Consigliere provinciale di Viterbo Datemi ancora delle illusioni Oggi è San Lorenzo, la notte magica delle stelle. Mi domando quale sarà il mio desiderio. Ci sono così tante cose che vorrei cambiassero. Alle volte ho paura. Sì, paura. Sono una ragazza di ventidue anni, molti direbbero strana perché non ho mai voluto seguire la mentalità del gruppo, alle volte isolandomi. Non è lo stare soli che temo, è.la solitudine. Quella che vedo negli occhi dei ragazzi a me coetanei. Quell'espressione vaga di chi ha perso la direzione. Non so ciò che conta per loro. Non so chi sta sbagliando. Persone per cui niente vale più la pena. Esistono loro e il loro ego da soddisfare in qualsiasi versione. Oppure neanche più esistono. Esseri che vagano e che si tuffano in qualsiasi forma di svago. Io non capisco quelle persone che fumano, si bucano, vanno con tutti... e poi mi domandano di avere compassione. Aids, overdose... Ed ho paura quando vedo le discussioni dei nostri grandi. Persone che neanche riescono a parlare civilmente, ma che sanno molto bene regalare illusioni. E allora non mi stupisco se tutto diventa gratuito. Costruiremo ancora qualcosa di valido, di vero, di autentico? Datemi questo sogno. Paola, Torre Pellice «Blob» micidiale e Spadolini Da «povera» italiana amareggiata e delusa, ritrovo un filo di voce indignata per un «passaggio» a Blob. Non erano ancora trascorse 24 ore dalla scomparsa del senatore Spadolini che il micidiale prodotto di Ghezzi, Giusti & C. proponeva la sequenza di immagini dell'elezione del presidente del Senato, con urla da stadio dei sostenitori di Scognamiglio e insistiti primi piani di uno Spadolini affranto. Ho trovato squallido e irrispettoso questo ignobile montaggio. L'on. Spadolini non meritava un servizio del genere nemmeno da vivo. E questi signori, che propinano programmi del genere, all'insegna della più totale sgradevolezza, non sanno che cosa significa rispetto, coscienza, etica professionale? Francesca Portonero, Torino Le pensioni non si toccano Vi scrivo a nome di un gruppo di pensionati compreso il sottoscritto. In questi giorni abbiamo letto su La Stampa le malevole intenzioni dei due arguti ministri Lamberto Dini del Tesoro e Mastella Clemente del Lavoro. Pare che siano intenzionati a preparare un decreto legge, senz'altro ci riusciranno, per fare tagli sulle pensioni e cioè il blocco degli adeguamenti delle pensioni, revisione degli assegni di reversibilità e del cumulo di più pensioni per poter salvare il deficit dello Stato. Cercano sempre di colpire le pensioni. Perché non pensano di tagliare gli stipendi molto molto onerosi dei Sigg. onorevoli e su tutte le agevolazioni di cui beneficiano in Parlamento e altrove quando, per esempio, si recano all'estero? Per queste malevole intenzioni di questi, ripeto, arguti ministri, eleviamo la più ferma protesta perché la cosa non è soltanto scomoda a tutti noi pensionati ma è sgradevole per tutti. Il danno e la beffa? Speriamo che ritorni presto nuovamente un 25 aprile. Luigi Pesce, Alessandria L'albero lavora per noi Mi ha colpita «Le piante sono come persone», lettera su La Stampa del 4 aprile). Quel giorno ho scritto questi versi: «L'albero. Nasco, cresco con amici a me vicini / all'uomo nuUa chiedo, solo la libertà di sabre in alto / Il mio crescere è più l^nto di quello del bimbo / se capirai che mentre dormi io lavoro per darti ossigeno / al risvegbo ti proteggo dai raggi cocenti del sole / e con le mie radici ti preservo daba frana che potrebbe cadere suba tua casa/ mentre sogni rombi e motori / solo così ti sarò d'aiuto / nel cammino della vita / mano neba mano / con tuo figbo». Giuseppina Meneghini, Aosta Ricordare Pierobon Un nostro illustre concittadino, il poeta Bino Rebellato, ha commentato, amaramente, la mancata commemorazione, da parte della nuova giunta, del 50° anniversario dell'uccisione di un martire della Resistenza, rispondente al nome di Luigi Pierobon. Spero vivamente si sia trattato di una svista, altrimenti questo oblio è da condannare. Piero Veltri, Cittadella (Pd) Quel vento da Nord Ovest Nel mio racconto d'estate pubblicato domenica col titolo «Il respiro delle balene» per un errore di trascrizione si legge «forti correnti da Nord Est» anziché da Nord Ovest (ultima colonna, secondo capoverso). Errore non irrilevante, per chi conosce i venti, perché associato a una previsione di «mistral» che tira da Nord Ovest. Mario Fazio