Alla Tartuca il Palio-sprint

14 Siena, si è conclusa senza incidenti l'edizione caratterizzata dalla massiccia presenza di cavalli sconosciuti Alla Tartina il Palio-sprint Tante emozioni e nessunafalsa partenza SIENA DAL NOSTRO INVIATO Sono quaranta, un digiuno infinito e la sorte del Bruco non cambia. Eppure pareva proprio che ce l'avesse fatta, una partenza perfetta, tutti dietro, trenta secondi, forse meno, di corsa forsennata, superata la curva di San Martino, la «maledetta», senza difficoltà. Poi, all'altra curvaccia, quella del Casato, ecco che il sogno va in frantumi. Il Nicchio tenta di superare dall'interno, di forza, e finisce ber stringere Pegaso, un mezzo sangue. E' finita, Giuseppe Pes, detto il Pesse, si arrende. Coinvolto anche Guarnero, il mezzo sangue che porta i colori dell'Aquila, il fantino cade, il cavallo scosso non ce la fa a tenere il ritmo. Schizza in avanti Pippinella dell'Onda, montata da Guido Tomassucci, detto Bonito Da Silva. Anche per lui un po' di gloria, trenta metri, ma poi gli scivola di fianco Delfort Song, un baio di sei anni, esordiente, con i colori della Tartuca, montato da Dario Colagé, detto Il Bufera, fino a ieri nove corse e un successo. Non lo riprenderanno più, il Palio dell'Assunta è suo, è la 44a vittoria per la contrada. Il Nicchio arriva secondo e si «purga». Un Palio rapido, una sola mossa, superata in breve l'ostinazione della Chiocciola che deve partire di rincorsa ma temporeggia perché davanti c'è pròprio la Tarfuca che è sua rivale. Anche l'Aquila e la Pantera si sgomitano, lì in mezzo ai canapi, ma al momento del via non ci son ripensamenti. Qualcuno l'aveva chiamata la «carriera delle brenne» che poi vuol dire la corsa dei ronzini perché i cavalli ammessi erano sconosciuti o quasi e molti paiono destinati a rimanerlo. Otto esordienti, i più forti come Etrusco, Vittorio e Oriolu De Zamaglia rimandati alle stalle per manifesta superiorità e la decisione assecondata dai capitani ha lasciato il fiele in bocca dei contradaioli perché anche la sorte ha sempre avuto la sua parte nella gara più forsennata e magari losca del mondo. Ma così è tutto appiattito, così si son bruciati tre giorni di sogni. E fuori è rimasto anche Uberto che a luglio aveva portato il Palio alla Pantera: un acciacco di troppo e stavolta i veteri¬ nari sono stati più severi della severità stessa, del resto non era proprio il caso di rinnovare polemiche, proprio ora che è appena stato archiviato ogni problema giudiziario. «E da tre magistrati differenti», chiarisce il sindaco Pierluigi Piccini, pidiessino. Perché, anche se qui non lo ammettono, le denunce pesavano e hanno graffiato gli attacchi di Franco Zeffirelli che i senesi considerano maestro di cinema, fiorentino e guelfo. «Ma no, ma no, giuro che non ci siamo mai sentiti sorvegliati», assicura il sindaco. «Con Zeffirelli c'è una causa civile, ci ha diffamato e ora più parla e più per noi va bene perché abbiamo chiesto un risarcimento economico. Noi siamo più attenti con le parole: lui disse che i senesi si divertivano a veder morire i cavalli, quando devo rispondergli io vado da un avvocato». Piccini insiste che «si respira finalmente aria di antico in questo Palio». Non son tutti d'accordo e la violenza che ha scandito i giorni dell'attesa ne pare una spia. Ci son state risse che nessuno più chiama «fogate» come un tempo, e quella fra i nicchiaioli e i montonaioli ha lasciato uno strascico: Franco Filippini, priore del Nicchio, ha avuto il naso fratturato, venerdì passato mentre tentava di evitare lo scontro e al di là del dolore fisico quello che par dargli più noia e che «nessun membro della dirigenza della contrada avversaria ha ritenuto opportuno contattare il sottoscritto o altri dirigenti della mia contrada». Gli altri hanno scritto al «Cittadino», il quotidiano locale, e non paiono accomodanti: «Talvolta il confine tra un intervento pacificatorie e provocatorio è davvero esiguo. E bisogna saperlo notare». La polizia non era stata a guardare, del resto dal tafferuglio erano usciti contusi e ammaccati anche quelli delle forze dell'ordine. Così sono stati arrestati in due, arresti domiciliari che son tanto di moda: Mario Vannini, 23 anni, riconosciuto come l'aggressore di Filippini, e Luca Braccini, 24, accusato di rissa aggravata, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Gli altri quattro sono denunciati. Il sindaco Piccini non drammatizza: «La violenza non si può estirpare dalla nostra società, la società moderna non riesce a incanalarla, quella senese ci riesce». Il Palio torna alla Rai, all'estero lo trasmette Euronews. Non ci sono star fra i cavalli, gli esordienti sono otto. I fantini, invece, ci sono tutti, tranne Andrea De Gortes, detto Aceto, quattordici vittorie sul tufo. Sabato scorso, appena sceso da Quarnero, un baio scuro di cinque anni, aveva avuto una segretissima quanto aspra discussione con quelli dell'Aquila. Risultato: la contrada ha «smontato» Aceto, la sua leggenda, e forse parte delle speranze di vittoria. Al suo posto, Claudio Naldi, detto Imolino. Tutto ciò aveva finito per rincuorare la Pantera che un pensiero sfacciato al «cappotto» lo aveva fatto fin da luglio, quando Uberto e Massimino avevano ghermito il «drappellone». Il doppio colpo era riuscito una sola volta nel secolo, alla Tartuca nel 1933. Ma se non dovesse arrivare il cappotto, aveva sottolineato alla cena propiziatrice Pasquale Cappelli, priore della Pantera, «il nostro scopo è ostacolare l'avversaria, la vittoria è il secondo fine». E l'avversaria è per l'appunto l'Aquila. Il sogno, un drappo sul quale troneggiano la Madonna dell'Assunta, un cavallo e papa Wojtyla, è dedicato al Congresso Eucaristico tenutosi a Siena in primavera. Lo ha dipinto Sandro Chia, 48, fiorentino. Come gli altri Palii è un capolavoro dell'arte contemporanea, sostiene il sindaco Piccini, ed ha anche il pregio di essere costato un milione e duecentomila lire, prezzo dei colori e delle spese dell'autore. La piazza è colma, cedono in parecchi e vengono portati via, i volti stravolti, piangenti: per resistere in quel forno ci vuole fisico, si dice. La corsa si brucia in fretta, 1 minuto 15 secondi e 09. Secondi che hanno il sapore dell'eterno. Poi la gran festa, stavolta per quelli della Tartuca. Lo sguardo malizioso, l'avvocato Raffaello Mori Pometti, che è stato capitano e priore della Pantera, osserva: «Si fa festa e quando si vince, beh, in contrada succede che ci sia un'impennata demografica». Vincenzo lessandoli Ancora polemiche per l'esclusione in extremis della star Aceto m ||s f|| |f » ~ * »• §§§ Due immagini del Palio di Siena disputato ieri: la corsa vinta dal rione Tartuca ha proposto molte emozioni ma nessun incidente agli animali

Luoghi citati: Aquila, L'aquila, Siena