Un Solzenicyn all'Avana di E. St.

Un Solzenicyn all'Avana Un Solzenicyn all'Avana Norberto Fuentes, sciopero della fame SCRITTORE E ANCHE Cuba ha i suoi Solzenicyn. Lo scrittore Norberto Fuentes, che sta facendo lo sciopero della fame da mercoledì 3 agosto nella sua casa all'Avana per ottenere dal governo il permesso di uscire dal Paese, ha compiuto ieri il suo tredicesimo giorno senza ingerire alimenti e sostenendosi solo con acqua. Un amico che ha potuto parlare con lui da Miami, finché la conversazione non è stata intercettata e interrotta dalla polizia, ha dichiarato che Fuentes è determinato a continuare il suo sciopero della fame, finché non gli concederanno il visto di uscita. «Smetterò questo sciopero solo quando potrò uscire per andare o all'aeroporto o al cimitero» ha detto al telefono. Norberto Fuentes, uno degli scrittori più polemici di Cuba, ricevette nel 1968 il premio Casa de las Americas, per il suo libro «I condannati dell'Escambray», pubblicato in Italia da Einaudi. Quel libro gli valse un esplicito ripudio da parte dei fratelli Castro e un lungo periodo di disgrazia finché lo scrittore «risuscitò» con il suo lavoro biografico sui lunghi soggiorni di Ernest Hemingway nella Cuba pre Castro. Messo di nuovo agli arresti domiciliari nel 1989 per essersi trovato indirettamente coinvolto in un oscuro affare di traffici di droga, come amico del generale Ochoa (l'eroe dell'intervento cubano in Africa che dopo un processo di stampo staliniano confessò una serie di improbabili delitti, fra cui il commercio di cocaina, e venne fucilato assieme ad altri alti ufficiali), negli ultimi cinque anni Norberto Fuentes ha chiesto invano di andare a New York per varie conferenze alle quali era stato invitato dal Pen American Center. Anche l'Università dello Stato della Georgia lo ha contattato invano come professore per alcuni corsi sull'opera di Hemingway. Disperato per il rifiuto delle autorità cubane a permettergli di assolvere i propri impegni professionali, il 10 ottobre dell'anno scorso Fuentes tentò di fuggire da Cuba clandestinamente via mare, ma fu intercettato dalla guardia costiera e rinchiuso in prigione, a «Villa Marista», dove lo sottoposero a incessanti interrogatori per 20 giorni. Scarcerato, ma prigioniero in patria, da allora Fuentes vive con la polizia piazzata in permanenza davanti alla sua casa, a sorvegliare tutte le sue mosse. Invano ha cercato di intercedere a suo favore il famoso scrittore colombiano Gabriel Garcfa Màrquez, amico di lunga data di Fidel Castro. Ora, soffrendo già sintomi di debolezza generalizzata a causa dello sciopero della fame ma irremovibile nella sua decisione, Fuentes ha detto al telefono che non accetterà più «nessun ricatto dal governo cubano». Norberto Fuentes ha fatto riferimento a promesse fattegli da alti funzionari che gli avevano assicurato più di una volta di non avere nessuna obiezione alla sua uscita dal Paese. Ma i suoi rapporti con l'esterno sono strettamente sorvegliati e pochi sono riusciti, negli ultimi tempi, a parlare con lui. Preoccupati per la sua sorte e per la sua vita, numerosi scrittori e giornalisti nordamericani ed europei stanno intervenendo per organizzare una campagna internazionale in suo appoggio. [e. st.]

Luoghi citati: Africa, Avana, Cuba, Georgia, Italia, Miami, New York