Rapporto Onu: libertà di essere madri di R. I.

Dopo le polemiche vaticane, nel testo finale non si parla di aborto come contraccettivo Dopo le polemiche vaticane, nel testo finale non si parla di aborto come contraccettivo Rapporto Onu: libertà di essere madri «La pianificazione delle nascite migliora la vita» ROMA. Autodeterminazione, maggiore responsabilizzazione e più istruzione per le donne. Questa, secondo l'Onu, la chiave dello sviluppo sociale che può contribuire ad una crescita demografica equilibrata. E' la conclusione a cui giunge il rapporto '94 sullo stato della popolazione mondiale del Fondo per la popolazione delle Nazioni Unite (Unfpa), che è stato diffuso ieri e che verrà illustrato oggi a Londra, a pochi giorni dall'importante conferenza internazionale sullo sviluppo demografico in programma al Cairo a settembre. Secondo il rapporto, un libero ed uguale accesso delle donne e degli uomini alle cure sanitarie, alla pianificazione familiare e all'istruzione non è soltanto auspicabile ma rappresenta anche un contributo alla protezione dell'ambiente e allo sviluppo economico. Il maggiore controllo delle donne sulla propria fertilità - si legge nel rapporto - mi- gliora il loro stato di salute e allarga la gamma di alternative riguardanti l'istruzione, il matrimonio, il lavoro, la casa, le migrazioni. Per questi motivi, secondo il rapporto, «l'invisibilità delle donne in quanto individui, opposta al loro ruolo di mogli e di madri, potrebbe essere giunta a termine». A metà del '94 la popolazione mondiale - secondo il rapporto Onu - era di 5,66 miliardi di individui. Nel 1998 sarà di 6 miliardi. Sebbene i tassi di fertilità siano diminuiti, l'aumento demografico annuale è di 94 milioni di persone: il più consistente della storia. Dopo il 1997 la crescita aggiuntiva annuale comincerà a diminuire ed entro il 2020 si stabilizzerà attorno agli 85 milioni di individui. Nel rapporto si evidenzia che quasi tutto l'aumento di popolazione ha luogo in Asia, in Africa e in America Latina. Oltre la metà avviene nel Sud-Est asiatico e in Africa, dove si trovano molti dei Paesi più poveri del mondo. Le ultime proiezioni delle Nazioni Unite indicano una popolazione mondiale di 8,5 miliardi di individui entro il 2025 e di 10 miliardi entro il 2050. Ma, dice il rapporto, la crescita demografica potrebbe essere anche più lenta. Esiste infatti una proiezione bassa che, ipotizzando una diminuzione più rapida della fertilità, prevede una popolazione globale di 7,8 miliardi nel 2050. La differenza tra le proiezioni medie e quelle basse è di 2,2 miliardi per il 2050. Il rapporto dell'Unfpa sottolinea: «Responsabilizzare le donne vuol dire aumentare le possi¬ bilità di scelta: scelte sulla possibilità o meno di sposarsi e sull'età in cui si vuole contrarre un matrimonio, scelte sull'istruzione, sulle opportunità di lavoro, sul controllo dell'ambito sociale e sull'ambiente fisico, scelte sul se e quando accettare una gravidanza e, infine, le scelte sulle dimensioni della famiglia. La responsabilizzazione richiede che i mariti, i partner, i familiari e le comunità contribuiscano a promuovere un ambiente sano e libero dalla coercizione, dalle violenze e dagli abusi, in cui le donne siano libere di usare i servizi comunitari su basi egualitarie». In questo contesto è fondamentale il ruolo dell'istruzione poiché «influisce sul numero dei bambini che una donna desidera e sul numero dei figli che dà alla luce». «E' importante che le ragazze abbiano parità di accesso all'educazione scolastica, ma le donne hanno bisogno di corsi speciali al di fuori dell'ambito scolastico. L'istruzione delle donne più anziane è altrettanto importante perché spesso esse svolgono un ruolo influente nella famiglia e nella comunità». Il rapporto Onu si conclude con la considerazione che «esistono i mezzi per permettere alla maggior parte delle donne del mondo di pianificare quanti figli desiderano avere e quando vogliono averli. Tuttavia l'accesso alle cure sanitarie, particolarmente quelle dell'età riproduttiva, è ancora insufficiente. Ci sono circa 120 milioni di donne che desiderano pianificare le loro famiglie, ma che non hanno accesso ai contraccettivi moderni. Tutte le nazioni possono imparare dai successi ottenuti da numerosi Paesi in via di sviluppo. E' possibile stabilire strategie efficaci che soddisfino i bisogni individuali, specialmente quelli delle donne, e che contribuiscano anche alle priorità dello sviluppo nazionale». [r. i.]

Luoghi citati: Africa, America Latina, Asia, Cairo, Londra, Roma