Occhetto scrive la vendetta

Esce a settembre un libro-intervista dell'ex segretario pds Esce a settembre un libro-intervista dell'ex segretario pds Occhetto scrive la vendetta «D'Alema, non toccare la mia svolta» 11É ÉÉÈi LA QUERCIA DIVISA Em ROMA difficile rassegnarsi all'inattività a 58 anni. E' difficile, anche umanamente, dopo aver fatto politica per una vita. Ed è ingiusto che io sia divenuto il capro espiatorio della sconfitta della sinistra». Chi, in questi ultimi mesi, ha avuto modo di parlare con Achille Occhetto, si è sentito spesso ripetere questo mesto ritornello. L'ex segretario del pds è tormentato. Si sente come uno che è stato messo fuori campo. Nemmeno in panchina - magari con un ruolo di padre nobile della Quercia - ma direttamente negli spogliatoi. Questo cruccio lo assilla. E lui non ne fa mistero, con gli amici rimastigli nel partito. Con Walter Veltroni gli è capitato più volte di sfogare tutta la sua amarezza. E con quelli del «manifesto», un mesetto fa, ha fatto quasi una scenata: «Voi - ha urlato al telefono - mi avete linciato». Eppure, tra i rancori e le tristezze, gli abbandoni e gli accessi d'ira, Occhetto resta Occhetto. E sogna la rivincita. La «discesa in campo» ai tempi supplementari (o forse sarebbe meglio dire ai rigori?), Akel l'affida ad un libro che uscirà intorno al 15 settembre. Giusto in tempo per piombare, come un fulmine a ciel sereno, sulla festa dell'Unità, e per aprire il dibattito precongressuale del pds. Al suo pamphlet, Occhetto sta lavorando da tempo, chiuso nella sua casa di Montiano, in Maremma. Lo aiuta una giornalista amica, Teresa Bartoli, del Mattino. Il libro, in origine, doveva intitolarsi «L'uomo della svolta». Un po' troppo enfatico? Forse no se si pensa che quello è stato il grande merito di Akel. Anche se quasi tutti, a Botteghe Oscure, sembrano ormai essersene dimenticati. Lui no, però. E anzi ricorderà ai compagni di partito come andò quella «magnifica avventura». E soprattutto racconterà chi, dentro la Quercia, lo osteggiò. Un nome per tutti: quello dell'attuale segretario. Ossia di quel Massimo D'Alema che Occhetto ha sempre considerato il «vero capo del "no"». E' chiaro che Occhetto non compirà lo sbaglio - che già gli è costato caro - di prendere di petto il nemico di sempre. Ha fatto tesoro degli errori commessi. Non dimentica che per colpa della sua virulenza il consiglio nazionale che elesse segretario D'Alema non gli tributò nemmeno l'onore delle armi («Quella platea mi ha raggelato», confessò più tardi Akel). Quindi niente acrimonia. Solo il racconto delle vicissitudini della «svolta», del D'Alema non ostile al governo Amato e invece tenacemente contrario ad entrare in quello Ciampi. E ancora, le storie più recenti, quando ormai lo scontro sordo e quotidiano tra Achille e Massimo aveva quasi paralizzato il partito. «Fu un mio errore non far venire allo scoperto quelle divergenze, non dire apertamente che c'era chi dava un'interpretazione minimalista della svolta, chi pensava che dovessero cambiare le insegne ma che il partito dovessere restare sostanzialmente uguale a se stesso», ammette adesso l'ex segretario. Dunque un libro intervista, con una prefazione a cura dello stesso Occhetto. E un «diario» dei mo- menti più salienti della sua segreteria. Ma non, come si è creduto, il «diario segreto», che Akel teneva in quei giorni. No, più semplicemente una ricostruzione di quelle vicende che il segretario ha fatto in questo periodo proprio per la Rizzoli che pubblicherà il pamphlet. Un libro per «non cancellare la svolta». Già, Occhetto ha sempre temuto che questa sia la vera intenzione di D'Alema. Perciò, dopo le dimissioni, lanciò contro il deputato di Gallipoli il suo anatema: «Farò di tutto perché non diventi segretario». E ora Akel deve stare bene attento: che il libro non diventi una «vendetta postuma». Perché se apparirà tale, riempirà sì per qualche giorno le pagine di quotidiani e settimanali, ma renderà ancora più profondo il solco che sembra dividere l'inventore del pds dalla sua «creatura». Maria Teresa Meli L'ex segretario pds Achille Occhetto

Luoghi citati: Gallipoli, Montiano, Roma