Antimafia e polizia via alla rivoluzione

Maroni a Ponte di Legno: «Ci vogliono ricambi, spazio ai giovani e chi sbaglia pagherà» Maroni a Ponte di Legno: «Ci vogliono ricambi, spazio ai giovani e chi sbaglia pagherà» Antimafia e polizia, via alla rivoluzione De Gennaro (Dia) diventa vice di Parisi PONTE PI LEGNO DAL NOSTRO INVIATO «Ancora venti giorni, un mese al massimo, e sarà pronto il nuovo organigramma del Viminale». Bobo Maroni lascia il mazzo da scopone, finisce di smontare un microfono della Rai e per mezz'ora è solo Roberto Maroni ministro dell'Interno. E in una saletta dell'hotel Mirella, aspettando Umberto Bossi, alle tre del pomeriggio annuncia la sua rivoluzione. «L'avevo prevista in sei mesi, ne risparmio due». Prima notizia: Vincenzo Parisi sarà capo della Polizia fino alla pensione, il 30 novembre 1995. Seconda: tranne Parisi, l'intoccabile, a settembre cambieranno tutti i vertici del ministero. Maroni la prende da lontano, dopo aver rifiutato commenti su Berlusconi e i rischi di caos: «Mi sembra che abbia rettificato, no?». E per arrivare al Viminale rivoluzionato parte dalle indiscrezioni sull'ennesimo progetto di attentato mafioso contro Gianni De Gennaro, il capo della Dia, la Divisione investigativa anti- mafia. De Gennaro, fa capire Maroni, presto lascerà la Dia, ma non certo la lotta alla mafia: «Per lui ho grande stima, è una pedina fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata, stimato e consultato dall'Fbi e da tutte le polizie straniere». Però, aggiunge, «in questa posizione è fisiologico un ricambio». Ma De Gennaro non sarà né sacrificato né penalizzato. Anzi: «La sua esperienza è fondamentale», insiste il ministro. E per De Gennaro si prevede un avanzamento di carica e carriera, forse capo della Criminalpol, di sicuro tra i possibili candidati alla sostituzione di Parisi. «L'attuale capo della Polizia - spiega Maroni - è l'unico prefetto di prima classe a non aver chiesto la proroga dell'età pensionabile dai 65 ai 67 anni. Quindi andrà in pensione nel novembre '95. Io penso che prima di sostituire il vertice è bene che venga affiancato da chi poi lo dovrà sostituire per almeno sei mesi». I delfini? «Delle orche, direi». Maroni ha in mente tre nomi. Uno è appunto De Gennaro, l'al¬ tro l'ex questore di Palermo Aldo Rossi: «Per adesso è a Bologna, sostituito da Arnaldo La Barbera. Questa mossa non è stata concordata, ma comunicata preventivamente agli apparati dì indagine e sicurezza siciliani». Una rivoluzione in arrivo, dice Maroni, «che vuole ridurre a normalità una realtà che non ha mai avuto come criterio la massima efficienza». Qui ci scappa una botta: «Finora avevano dominato le logiche di Gava, di Scotti e dei loro predecessori... Mancino non ha avuto tempo, quel che c'era c'e- ra». A sentire Maroni questa rivoluzione sarebbe cominciata con i suoi primi giorni al Viminale: «Come primo ministro dell'Interno non de, e non ancora quarantenne, mi sono posto due compiti: valorizzare i giovani e cercare il massimo dell'efficienza. Ed è una vera rivoluzione, credetemi, introdurre questo criterio nell'apparato del Viminale, che è sempre stato un corpo separato dello Stato». L'inizio? «Quando ho sostituito questore e prefetto di Vicenza dopo la manifestazione dei naziskin: ho introdotto il principio del chi sbaglia paga, e di conseguenza chi fa bene è premiato». Di tutta questa rivoluzione, Maroni dice di non averne parlato con Berlusconi. «Non vedo perché. E comunque credo ne sia informato, come presidente del Consiglio è capo del Cesis...». Ma di Berlusconi il ministro dell'Interno ha poca voglia di parlare. Dalla vicenda del decreto giustizia i rapporti non sono più da idillio. Domenica Berlusconi è andato in visita alla Questura di Milano, e Maroni l'ha saputo dalle agenzie di stampa. Si son sentiti al telefono: «Scusa Roberto, avevo detto a Letta di avvisarti...». Ad Arcore, l'altra notte, la famosa notte, Berlusconi si è quasi lamentato con Bossi: «Bobo, dice che non ti sente più...». Con Bossi, il ministro Gnutti e il sottosegretario alle Poste Marano, Maroni si è chiuso in una stanza per un'ora: antitrust, televisione, editoria. Poi un'altra ora di passeggiata nel paese, compre- sa la sfida a calcio balilla: pareggio. «Allora ti fermi qui?», propone Bossi. «No, devo andare con mia figlia a prenderle un cane». «Ah, va bene, queste sono cose serie». Tornerà venerdì. Prima un salto al Viminale per gli ultimi ritocchi alla Rivoluzione. Cambieranno le sei direzioni generali, Parisi resta fino al '95, De Gennaro capo della Criminalpol e vice di Parisi, poi... Giovanni Cerniti Nella foto, il ministro dell'Interno Roberto Maroni il giorno di Ferragosto durante la visita a Firenze dove ha reso omaggio alle vittime dell'attentato di via dei Georgofili

Luoghi citati: Arcore, Bologna, Firenze, Milano, Ponte Di Legno, Vicenza