UN CARAVAGGIO TINTO DI NERO di Sergio Pent
UN CARAVAGGIO TINTO DI NERO UN CARAVAGGIO TINTO DI NERO Romanzo biografico di Desiato «Eros alato» di ( 'araraiXixio: alla cita arrenturosa r a/fa morte misteriosa del pittore si ispira l'ultimo romanzo di I.u<(i Desialo G_ Modi, Chagall. Sono molti i pittori che tra gesti estremi e fantasiosi funambolismi popolano l'universo dei romanzi. Ci hanno provato in tanti, da William Somerset Maugham a Carlo Sgorlon. Ci ha provato Anna Banti, alias Lucia Lopresti, con Artemisia, la storia di una lunga peregrinazione, il ritratto di una donna graffiata dalla sua stessa inquietudine. Ci prova ora Luca Desiato, romano, cinquantatreenne, alcuni romanzi al suo attivo, con La notte dell'angelo uscito da Mondadori, non senza sottotitolo esplicativo e dannato: Vita scellerata di Caravaggio. Lo sfondo che Desiato tratteggia non è lontano da quello di Artemisia, figlia di Orazio Gentileschi, pittore contemporaneo di Caravaggio con il quale condivise anche un processo e che fu molto sensibile alla sua influenza pittorica. L'inquietudine che anima il personaggio femminile della Banti impregna di sé, fino all'autodistruzione, il protagonista di questo romanzo al nero di Desiato. Sullo sfondo di anni cruciali che segnano il passaggio dall'autunno del Rinascimento al barocco maturo s'accampa la figura d'artista forse più significativa del suo tempo: una luce di cometa capace di trafiggere l'umor melanconico e saturnino di uno dei protagonisti più maudits del manierismo europeo. Ma Desiato non punta sulla storia di quegli anni se non di striscio, attraverso cenni e comparse di persone più che di eventi. Il suo non è un romanzo storico se non nel senso molto lato di una generica ambientazione. Ciò che conta è il personaggio di Michelangelo Merisi da Caravaggio, pittore grande e sprezzante, innovatore e trasgressore di convenzioni e di devozioni, collerico, rissoso, imprevedibile, ispido, inquieto, appassionato, bohémien, infame, pittore famosissimo e «prestantissimo». Desiato approfitta del fatto che due terzi della vita del Caravaggio sono avvolti in una Roberto Piumini Il ciclista illuminato // Melangolo pp. 200, L. 14 000 relativa oscurità e tesse le sua fitta tela di risvolti segreti. Nessuna concessione all'aneddotica, che pure sarebbe stata abbondante e certo troppo facile. L'episodio centrale è la rissa con Ranuccio Tommassoni, dopo una partita a palla: una stoccata assassina e la condanna di «Michel Angelo» in contumacia. Ma anche qu il romanziere non trasforma l'episodio in un pezzo di colore e guarda piuttosto alle pieghe di una personalità eccezionale, di un destino maledetto: lampi, trafitture di luce sprigionate da un angelo nero e paranoico, che affida l'unica possibile verità all'energia profonda dei suoi pennelli. I percorsi del pittore che passa dalla tana-studio romana a Napoli, da Napoli a Malta, da Malta alla Sicilia e poi dalla Sicilia a Porto Ercole, dove muore di incuria e di malaria, non sono che gli itinerari zigzaganti di un uomo che insegue se stesso, il suo genio diviso tra alterità e nostalgia. A ricostruire i passaggi e i movimenti Desiato chiama un io narrante assolutamente inventato: un garzone di bottega affidato al Caravaggio da una influente badessa. E' lui ad inseguire il pittore come un'ombra, dovunque, fino alla fine dei suoi giorni brevi, è lui ad offrircene il ritratto più segreto in una corrispondenza continua con la nobile benefattrice che si rivelerà in ultimo sua madre carnale. Mentre rimane impregiudicata e sospesa la questione della paternità entro un'ipotesi suggestiva. II limite del romanzo di Desiato non sta tanto nella scrittura legittimamente manieristica con sintassi e lessico a torsioni e flessioni un poco arcaiche, ma più plausibilmente nell'eccesso di zelo del punto di vista, che per troppo amore finisce a soffocare l'oggetto della sua dedizione. Un po' più di distacco non avrebbe guastato. Giovanni Tesio Luca Desiato La notte dell'angelo Mondadori pp. 350, L. 30.000 Fiabe senza tempo per aprire agli, adulti la sala giochi della pura fantasia un'oncia d'incenso: gli acuti di Piumini, dicevamo, trovano negli incipit un loro ingegnoso propulsore narrativo che accalappia al volo la curiosità. Capita invece che venga a mancare, talora, un'adeguata soluzione finale, un guizzo che giustifichi l'irruenza degli attacchi, una verifica che accompagni l'ispirazione fino in fondo, come se l'autore, fiaccato dal forcing iniziale, abbandonasse in ultimo i personaggi al loro destino. Ma i personaggi da soli, si sa, tendono a girare a vuoto in cerca d'autore. Con questo, sempre pronti ad accucciarci intorno al focolare di Casa Piumini in attesa della storia serale: «Pedala pedala, Zugalà si staccò dal gruppo...». Sergio Pent
Luoghi citati: Caravaggio, Malta, Napoli, Sicilia
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