«Filadelfia, torna a vincere»

2 - torino da salvare: l'impianto abbandonato è un monumento alle glorie del calcio 2 - torino da salvare: l'impianto abbandonato è un monumento alle glorie del calcio «Filadelfia, torna a vincere» Un progetto per far rivivere lo stadio Un monumento al calcio. Femio nel tempo e dal tempo sconfitto, il Filadelfia rimane tra le testimonianzi più grandi della Torino che vinceva. La speranza rimane, anche se le illusioni strombazzate sui giornali hanno via via aumentato l'esercito dei delusi. C'è un progetto per recuperarlo. Un gruppo di «torinesi doc» assicura che questa volta i loro sforzi non si fermeranno ai titoli. Il Filadelfia era nato vincente. Aveva visto conquistare tutto: dalla costruzione record (nel '26) della struttura alla novità dell'impianto «inglese» in Italia, con gradinate a tre metri dalla porta, agli scudetti del Grande Torino. Poi la discesa, segnata da un destino avverso e drammatico: la tragedia aerea di Superga gli portò via la squadra dei campioni. Anno dopo anno ha perso le partite della serie A (1963), quelle dei campionati giovanili, gli allenamenti della Prima squadra. Infine, i tifosi. 1 posti erano stati ridotti a 99 per misure di sicurezza, ora non c'è neanche più la possibilità di riunirsi tra il «camp» e il «cit» (il rettangolo di gioco prospiciente la vecchia tribuna). Da questa calda estate non ci sarà più il catino della «curva Maratona» dove i cuori granata si caricavano per accendere il clima da corrida in attesa di vedere all'opera lo sbuffante Toro. Oggi la chiusura del Filadelfia è totale. Da alcune settimane mister Rosario Rampanti, ex ragazzo del Toro cresciuto in via Filadelfia, allena Silenzi e compagni a Orbassano. Il glorioso vivaio trasferito sul prato verde di via Paolo Sarpi, al campo Agnelli. E la «fede granata» in giro, da un campo all'altro. La leggendaria storia del Filadelfia ò rimasta scritta sui muri che, oggi, servono solo più a rinchiuderlo. Sopra i vecchi botteghini si leggono ancora le «facilitazioni» del periodo fascista, quando gli ingressi erano scon¬ tati per «Dopolavoro» e «Balilla». Lettere cubitali, stampatello, che si alternano a quelle corsive di anonime mani. Dalle battaglie storiche con la Juve a quelle proverbiali con la Roma, agli affetti da cui recentemente ci si ò separati: «Grazie un Mondo lo stesso». Tutt'intorno la cinta, a terra, ci sono pezzi del vecchio stadio che cade, sfuggono all'imbragatura fissata da anni e alle piante rampicanti che hanno trasformato le strutture in gradinate verde-incolto. Una zona da rivi- talizzare, come quella di fronte, oltre via Giordano Bruno, un tempo occupata dalla guardia di finanza. Sono lontane le domeniche dell'urlo della folla. De) tripudio per le prodezze di Mazzola, Loik, Gabetto, per il ritorno in A con capitan Bearzot. Lontane, ma non archiviate. Nella sede del nuovo Toro si è ragionato su come recuperare tutto questo patrimonio storico, di proprietà della società calcistica. Il presidente Gianmarco Calieri ne ha parlato a lungo con Diego Novelli. Tifoso di tempra, oltreché di fede, granata, l'ex sindaco gli ha proposto di formare una fondazione per ristrutturare l'impianto. «Il Filadelfia può tornare a vincere. Gli uomini ci sono, le idee anche, uniamo forze e mezzi», Novelli ha lanciato un appello. La proposta è di risistemare tribune e gradinate per diecimila posti per assistere ad amichevoli, campionati giovanili, tornei di richiamo. Sotto gli spalti sedi per gli appassionati di sport. Nei locali potrebbero trovare spazio un museo del calcio, un «pensionato» per giovani provenienti da altre città, attività del tempo libero. Un villaggio sportivo autosufficiente. E non solo. Tra i compagni di avventura di Novelli ci sono uomini che hanno dedicato la loro vita all'educazione dei ragazzi: don Luigi Ciotti, don Idosodoro Parietti, Fredo Olivero, don Aldo Rabino, che è anche presidente della Figc piemontese giovanile. «Potremmo organizzare scuole calcio, il coordinamento al Filadelfia, ma "cam¬ pi-cantieri" in città, in particolare in periferia» spiega Rabino. I soldi? Una decina di miliardi e si parte. Novelli si è rivolto ad amici del vecchio Toro - Sergio Rossi, Luigi Giribaldi, Mario Gerbi, Piergiorgio Re -, ha chiesto loro di aderire. Con le banche torinesi e il Credito sportivo si potrebbero accendere mutui a tasso agevolato. «Avanti Novelli, ci provi», così da alcuni giorni l'incarico di Calieri è ufficiale. Luciano Borghesan Dagli scudetti del grande Toro al degrado Un piano dell'ex sindaco Novelli: rifare tribune e gradinate, 10 mila posti per campionati giovanili e partite amichevoli ca W W 4m*- «Torinesi doc» per ristrutturare il Filadelfia Da sinistra in alto, il presidente Calieri, Piergiorgio Re e Diego Novelli; a sinistra, don Aldt> Rabìno