E' morto Giuseppe Tramontana

Il top manager si è schiantato in auto nella galleria della circonvallazione di Lonato Il top manager si è schiantato in auto nella galleria della circonvallazione di Lonato E' morto Giuseppe Tramontana Dall'Alfa alla Rinascente MILANO. Una fama da maneger duro, inflessibile. E un sorriso largo. Chi lo conosceva, ricorda così Giuseppe Tramontana, amministratore delegato della Rinascente, mettendo l'accento sul sorriso che sfoderava nei momenti più strani, alla fine di una lunga riunione di lavoro, in vetta allo Stelvio dopo l'arrampicata in bicicletta con l'amico Romano Prodi, al termine di un derby Inter-Milan vinto dalla sua Inter. Un incidente d'auto, ieri pomeriggio. E la morte a 55 anni. Era in viaggio per raggiungere la moglie Isabella e i tre figli, Paolo, Lucia, Anna, per trascorrere con loro, in famiglia, il Ferragosto sul lago di Garda, nella casa di Desenzano. Poi, dalle parti di Lonato, a pochi chilometri dall'arrivo, la sbandata improvvisa, l'urto contro il muro di una galleria. Un malore, forse. Alla presidenza della Rinascente, uno dei simboli di Milano (e lui, milanese, era orgoglioso di guidare una società che insieme al Duomo e alla Scala è un monumento meneghino) c'era arrivato ncll'87: solo sette anni fa che sembrano un secolo se si vanno a guardare i bilanci e gli organigrammi di un gruppo che è sempre stato il più noto, il più prestigioso del settore in Italia ma che negli ultimi anni ha raggiunto quote di mercato importanti grazie a una strategia più precisa, più attenta a importare in Italia modelli tipici dei grandi colossi stranieri. L'incontro con la grande distribuzione è un caso. Prima, Tramontana è in tutt'altre cose affacendato. A 24 anni, primo lavoro nell'area pubblica: è responsabile export alla Finsider che ai tempi è la finanziaria dell'Iri per la siderurgia. Mentre si occupa di export - sono gli anni della contestazione, il 67, il 68 - studia in Bocconi portando a termine il master in economia aziendale dove, per compagno di studi ha Prodi. Un'amicizia e una frequentazione che, passione per la bicicletta a par¬ te, continuerà negli anni. Lascia la Finsider nel 1970 per passare alla Snia Viscosa, allora controllata dalla Montedison. Altra azienda, altro settore. Chimica e fibre dopo l'acciaio. In Snia, Tramontana parte come assistente del direttore generale e arriva assistente del presidente. Fino a quando - siamo nel 1976 - Mario Schimberni, allora presidente della Montedison, lo nota e lo vuole a dirigere la Montefibre che è una specie di colabrodo, perde miliardi su miliardi e ha bisogno di una radicale ristrutturazione. Tramontana, dicono a Schimberni, è l'uomo giusto. Ed è così che nasce la fama di Tramontana manager duro, inflessibile, gran ristrutturatore. I risultati parlano chiaro: nel 1977 la Montefibre perde 110 miliardi con 27 mila dipendenti, sette anni dopo la «cura» Tramontana i dipendenti sono 5 mila e i miliardi di utile 10. Quanto basta per farlo chiamare in Alfa Romeo nell'85: serve un cura da cavallo alla casa automobilistica in mano ancora all'Iri. E Tramontana si butta al lavoro che, in casa Alfa, dura un anno appena perche nell'86 Tiri preferisce sbarazzarsi della società vendendola alla Fiat. Poco male. Archiviata l'esperienza Alfa, quando forse Tramontana pensava a un futuro diverso, ecco la chiamata di Rinascente: all'Alfa, gli spiegano, la Fiat ha uomini validi, conoscitori del settore, da mettere, ma di lui, manager stimato, c'è bisogno nel gruppo. Per esempio per dare una scossa alla sonnolenta Rinascente. Sempre pronto al sorriso, tranne quel giovedì di metà luglio quando anche a lui toccò entrare nell'inchiesta di Di Pietro sulle bustarelle alle fiamme gialle. Niente carcere, solo arresti domiciari subito revocati, ma tanta amarezza. [a. z.] Giuseppe Tramontana, 55 anni, era amministratore delegato della Rinascente

Luoghi citati: Desenzano, Italia, Lonato, Milano, Stelvio