Il condono edilizio ansima tra i siluri
Il condono edilizio ansima tra i siluri E l'Uppi (Piccoli proprietari) protesta: tariffe altissime, per 100 metri quadri ci vogliono 50 milioni Il condono edilizio ansima tra i siluri Prima la rivolta di Regioni e Comuni, ora scendono in campo i notai PERDONO ROVENTE SILURI sul condono. La grande sanatoria edilizia, uno dei perni su cui si basa la strategia del governo per tamponare i conti in rosso, è appena partita, ma le acque in cui naviga si rivelano più insidiose del previsto. L'ultimo attacco, in ordine di tempo, viene dal capogruppo dei Verdi al Comune di Roma, Athos De Luca, che usa come arma i dati sull'abusivismo raccolti dalla «linea verde» organizzata nella capitale: «Nelle prime 48 ore del servizio abbiamo ricevuto circa cento segnalazioni di interventi edilizi non autorizzati - dice De Luca - e la raccolta delle firme contro il decreto ha già raggiunto quota 1000. Questo dimostra che gli abusivi sono una minoranza e che la cultura del rispetto dell'ambiente è sempre più radicata nella popolazione». Fuori uno. Ma, sempre da Roma, arriva un altro colpo. «Noi non condoneremo», proclama l'assessore alle politiche del territorio, Domenico Cecchini, annunciando vita dura per chi ricorrerà al condono. Le azioni di controllo sono state rafforzate costituendo un «pool» repressivo formato da vigili urbani, tecnici del dipartimento territorio e uomini della prefettura. «Siamo convinti che questa sanatoria avvantaggerà soprattutto gli speculatori. Quindi avvisiamo subito i cittadini di non sprecare i loro soldi: condo¬ neremo solo i casi che risultano dai rilievi fotografici eseguiti ad aprile». Fuori due. La Liguria ha invece deciso di ricorrere alla Corte costituzionale. «Il ricorso - spiega l'assessore regionale all'urbanistica, Egidio Banti - riguarda soprattutto le parti del decreto con le quali il governo espropria il potere delle Regioni». La Regione Liguria contesta ad esempio al governo il fat¬ to che il provvedimento stabilisca oneri di concessione, la cui competenza è invece regionale, e il fatto che assegni ai Comuni l'individuazione delle zone maggiormente interessate dall'abusivismo. «Ma ancora più preoccupante - sottolinea Banti - è il disegno di legge che si sta preparando e che assegna al governo in materia urbanistica una delega su questioni che ormai sono di competenza regionale». Fuori tre. E i siluri anti-condono sono pronti anche a Bologna, dove la Giunta regionale ieri ha deciso di ricorrere alla Consulta. Le motivazioni sono pressoché identiche a quelle della Liguria e si sottolinea che «la riapertura ed estensione dei termini del condono edilizio vanifica l'azione di controllo e repressione delle amministrazioni e particolarmente delle più attente e privilegia i trasgressori delle leggi rispetto ai cittadini onesti, creando stimoli al compimento di nuove illega¬ lità». Tra le altre norme del decreto la Regione Emilia-Romagna critica quelle che introducono il principio del «silenzio assenso», quella che prevede la possibilità di «monetizzare» gli abusi sui beni paesistici e storico-artistici, quella che abroga i programmi pluriennali di attuazione, privando così i Comuni della possibilità di disciplinare nel tempo l'espansione del loro abitato. Fuori quattro. Una guerra totale all'abusivismo, poi, l'ha dichiarata il Comune di Siracusa. La città sembra voler riscattare la triste fama dell'isola, considerata patria del mattone selvaggio, e ha costituito una «task force» con polizia e carabinieri per controllare il territorio. L'iniziativa è stata applaudita da Legambiente, che si augura repliche dell'iniziativa di Siracusa in altri Comuni italiani. Ma le acque sono agitate anche da altri fatti, che rischiano di far naufragare il condono. L'allarme viene dall'Unione piccoli proprietari di immobili, associazione che è stata fra i primissimi paladini del perdono per il mattone abusivo. «Da un lato - dicono all'Uppi le tariffe eccessivamente alte scoraggiano a sfruttare la possibilità di sanatoria (per sanare un appartamento di 100 metri quadrati si dovranno sborsare dai 50 ai 60 milioni), dall'altro l'articolo 2 del decreto impone ai notai di procedere ai relativi atti solo in presenza della quietanza del pagamento dei contributi edilizi, che però non essendoci ancora indicazioni precise da parte dei Comuni non possono nella pratica essere eseguiti. Così la Cassa del notariato ha dato disposizioni rigide agli iscritti di non dar corso agli atti dovuti per la sanatoria. Il risultato è che in queste prime settimane di condono ben pochi si sono voluti cimentare in questa odissea». Vanni Cornerò li ministro Roberto Radice (Lavori pubblici) e, a fianco, Lamberto Dini responsabile del Tesoro
Persone citate: Athos De Luca, Banti, De Luca, Domenico Cecchini, Egidio Banti, Lamberto Dini, Roberto Radice, Vanni Cornerò, Verdi
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