Al mare con il marco a «quota 1020»

La settimana nera è finita. Vediamo come cambiano i portafogli e le vacanze delle famiglie La settimana nera è finita. Vediamo come cambiano i portafogli e le vacanze delle famiglie Al mare con il matto a «quota 1020» Denaro più caro, Btp da brividi, vini del Reno addio MILANO. Lasciate perdere i vini del Reno, la Berlino senza il muro e la Monaco di Giovanni Trapattoni. Aspettate, se ancora siete in tempo, se non rischiate di perdere una fortuna in prenotazioni, tornate sulle vostre decisioni: per un po' di tempo meglio tenersi alla larga dalle terre del supermarco. Sia chiaro, nessuna ripicca per certi sgarbi del passato: chi non ricorda la copertina dedicata al Beipaese da Der Spiegel, quella con la pistola nel piatto di spaghetti per convincere i concittadini a evitare l'Italia paese di mafia, bombe, ladri e assassini? Per fortuna quest'anno, come già l'anno scorso, la calata dei tedeschi è stata massiccia. E perché tanti Herr Franz abbiano riscoperto il Belpaese per le loro vacanze è fin troppo facile. A loro, il Belpaese conviene, eccome: con un marco che vale ormai sopra le mille e 20 lire, dopo le 1026 registrate dopo la bufera di giovedì e del venerdì nero, l'Italia per un tedesco è una pacchia. Meglio così, visto che l'iniezione di valuta estera è tanta manna per la bilancia dei pagamenti tricolore, un viatico a tanti malanni. Ma, ahimè, tutte le medaglie hanno un risvolto e così, se il Beipaese conviene ai tedeschi, per l'italico vacanziere è meglio stare alla larga dal Paese del Marco-sopra-le-Mille-lire. Fate due conti: se proprio siete degli inguaribili esterofili, o quanto meno se volete per qualche settimana dimenticare l'Italia, sono altri i Paesi più a portata di tasca. Certo, la bufera sulla lira ha svalutato la nostra moneta nei confronti di quasi tutte le altre, ma c'è svalutazione e svalutazione. Così, se la perdita nei confronti del marco è di oltre 80 lire (confrontando i cambi del 13 agosto 1993 con quelli di ieri), quella sulla peseta spagnola è meno di 1 lira (cambio a 11,4 nel '94, cambio di ieri a 12,2 lire), quella sulla dracma greca di zero lire (6,7 il cambio ieri come un anno fa). Spagna, Portogallo, Grecia, dunque, ancora convenienti. Non così Germania, Francia (in un anno il franco si è apprezzato di oltre 30 lire) e Gran Bretagna dove la sterlina si è presa qualcosa come 80 lire abbondanti sulla liretta debole. Vietatissima, poi, la Svizzera, con il franco a 1220 lire, 60 in più di dodici mesi fa: meglio scordarsi sigarette e cioccolato. Caso a parte l'America del dollaro. Il biglietto verde, in calo nei confronti di molte monete, resta a livelli sempre elevati nel cambio con la lira: due anni fa di questi giorni bastavano 1100 lire per un dollaro, ieri ne occorrevano 1593. Tante. Ma pur sempre meno di quante ce ne volevano nel Ferragosto '93 quando la lira quotava 1620 lire per un dollaro. D'accordo, sotto l'ombrellone nel giorno di Ferragosto si può anche vedere così, con allegria - consentitecelo - la bufera attorno alla lira. In fondo, anche questo è un aspetto di quello che sarà il nostro immediato futuro con la lira a mille e 20 per un marco. Ma c'è di peggio o di più serio, a seconda dei punti di vista. Già, perché con certi chiari di luna, torna inevitabile la domanda: e adesso cosa si deve fare dei nostri quattrini e dei nostri risparmi? Ritorniamo alle cose serie, allora. E, purtroppo, le cose serie non possono prescindere da un fatto: in Italia, con la decisione di giovedì della Banca d'Italia, i tassi sono saliti. Questo significa che da martedì in avanti tutte le banche rincareranno il costo del denaro. E le conseguenze saranno inevitabili: prestiti più cari, soprattutto più cari i mutui (quelli a tasso variabile, ov- viamente, non quelli fissi), meno facile invece prevedere un automatico adeguamento al rialzo anche dei rendimenti dei depositi. E i titoli di Stato? Le quotazioni dei Btp espresse dai future sono calate (da 102 a 98 in sei giorni) a riprova che è in discesa il gradimento per i titoli a reddito fisso poliennali a causa proprio dei tassi in crescita: che fare per il risparmiatore? Innanzi tutto, meglio evitare decisioni affrettate che rischierebbero di far perdere quattrini: è il caso di ricordare che un conto sono le quotazioni e un conto i rendimenti che, nel caso dei Btp, fissi erano e fissi restano. Certo, se poi uno deve decidere adesso come investire i propri soldi, allora meglio lasciar perdere i Btp: oggi come oggi, in attesa della finanziaria di settembre che sarà la vera prova del nove sui mercati finanziari per l'Italia, meglio puntare sul breve, Bot a tre mesi se non addirittura pronti contro termine. Dalla Borsa, invece, a meno di non essere superesperti (e amanti del rischio), consigliabile astenersi: chi possiede azioni è preferibile che se le tenga in attesa del rimbalzo che verrà, per gli altri perché non affidarsi a un gestore di fondi? Armando Zeni DUE ANNI DI BATOSTE [1 CAMBI DELLA LIRA SUI MERCATI] M0NETA 12/8/94 12/8/93 12/8/92 D0LLAR0 USA 1.593,67 1.541,46 1.706,92 ECU 1.950,33 1.796,39 1.507,40 MARCO TEDESC0 1.026,85 942,51 756,80 FRANCO FRANCESE 299,08 268,15 222,57 STERLINA 2.466,52 2.378,78 2.135,60 FI0RIN0 0LANDESE 914,17 837,11 571,19 FRANCO BELGA 49,752 44,29 36,72 PESETA 12,287 11,36 11,25 FRANCO SVIZZER0 1.224,04 1.060,36 842,100 gennaio '94 febbraio marzo agosto Il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio

Persone citate: Antonio Fazio, Franco Francese, Giovanni Trapattoni, Herr Franz, Zeni