TIVU' & TIVU'

r r TIVÙ'& TIVÙ' Le cento pistole di Paternostro sparano poco e non a bruciapelo SANDRO Paternostro a «Bruciapelo», due volte la settimana su Raiuno, entra nelle case dei nuovi deputati, gli sconosciuti, i cosiddetti peones, e li interroga sulla loro vita privata, sulle fidanzate, la fedeltà coniugale, il partner scelto per il ballo. Se lei dovesse ballare, chiede a Maria Carezzi (50 anni, deputato di Rifondazione, appartamento in un solido palazzo di quartiere operaio, muri bianchi, molto ordine e aspetto vagamente bulgaro), chi sceglierebbe: Lenin, Stalin, o Cossutta? «Il compagno Cossutta, certamente. Mi ha insegnato tutto». E' simpatica, la signora Carezzi, solida e sorridente nella sua nostalgia sovietica. Con lei il gioco dell'investigazione sentimentale funziona, ma non sempre accade. E non per colpa, o per merito, degli interlocutori. E' Paternostro che pare un po' appannato. Dunque, lui va a trovare questi signori, non ancora personaggi e non più anonimi cittadini, con l'intento di mettere in rilievo le loro contraddizioI ni, ma in modo ironico e solI tanto tangente all'ambito poli¬ tico. Chi segue «Diritto di replica» conosce la formula: quattro persone, che hanno qualcosa da recriminare sul modo in cui i giornali li hanno trattati, rispondono alle accuse di quattro contraddittori, Oreste De Fornari, Fabio Fazio, Enrico Magrelli, Stefano Magagnoli, capitanati sul suo scranno da Paternostro. Il quale tiene le fila della conversazione, continuamente interrotta e regolata rigidamente da un orologio: alla fine porge la «domanda delle cento pistole», un interrogativo paradossale e sarcastico. Proprio di qui il giornalista deve aver tratto l'idea per il nuovo programma: se si prende la domanda delle cento pistole e si moltiplica per i nuovi politici, si avrà una pietanza sapida e stuzzicante. Ogni personaggio (due per puntata) viene introdotto dalle brevi schede di Pietro Galeotti ed Enrico Magrelli, che con fiero cipiglio e occhi cattivi elencano dati anagrafici e gusti gastronomici. Dopo entra in pista Paternostro. Qui cominciano i guai, piccoli guai televisivi, naturalmente. Il giornalista, in forma non splendida (dicono i maligni che sia provato dalla serissima storia d'amore con Carmen Di Pietro, la ragazza che si vedeva nei programmi di Ippoliti), non riesce facilmente a stabilire la necessaria corrente di comunicazione con i suoi ospiti. Dovremmo capire come sono i nuovi deputati visti nel loro ambiente. Ma allora perché non ce lo mostrano, quell'ambiente? Se la casa della Maria Carezzi si esplorava, restavamo invece con la curiosità di sapere com'è la dimora di un ragazzo ricco come Riccardo Calieri, deputato di Forza Italia, di cui Paternostro dice che se scuote la testa piovono zecchini. E allora fateci vedere come vive, un giovanotto con tutti quegli zecchini per la testa. Un omone alla Gino Cervi, aperto e canterino (Pietro Giurickovic, ad) riesce a superare il muro dell'imbarazzo che una persona non abituata prova di fronte alla macchina da presa, ma ad altri non capita. E allora la conversazione stenta a decollare, e non bastano gli ammicchi di Paternostro, a farci interessare. Alessandra Co ma zzi