Nord Corea di E. St.

Nord Corea Nord Corea Accordo fatto con Washington GINEVRA. Finalmente un successo per la politica estera del presidente americano Clinton: dopo le incertezze su Bosnia, Ruanda e Haiti, gli Stati Uniti sono riusciti a raggiungere a Ginevra un accordo con la Corea del Nord che prevede il congelamento del programma nucleare di Pyongyang. Mesi di braccio di ferro e minacce si sono conclusi l'altra notte con la firma di una dichiarazione congiunta che prevede fra l'altro l'allacciamento di relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Ulteriori dettagli dell'accordo - hanno fatto sapere i due negoziatori, Robert Gallucci per gli Usa e Kang Sok Ju, viceministro degli Esteri nordcoreano - verranno resi noti nel prossimo round di colloqui, già fissato per il 23 settembre prossimo a Ginevra. Nel comunicato emesso ieri si dice tra l'altro che la Corea del Nord è disposta a bloccare la costruzione di due reattori e rinuncerebbe a riconvertire il combustibile di uranio esauri- Inoltre Pyongyang si dice «pronta a sostituire i suoi reattori a grafite con reattori ad acqua, e gli Stati Uniti sono pronti a facilitare l'ottenimento di reattori ad acqua da parte della Corea del Nord e a fornire una fonte energetica sostitutiva durante il periodo di transizione». Pyongyang si è anche dichiarata pronta a rinnovare l'anno prossimo il trattato di non proliferazione nucleare. «Certo la crisi non è finita ha detto il capo dello staff della Gasa Bianca, Leon Panetta -. Ma l'aver firmato quella dichiarazione rappresenta un passo significativo sulla via del miglioramento delle relazioni». Nel comunicato congiunto Washington e Pyongyang si dicono anche disposte «a stabilire in futuro relazioni diplomatiche». Secondo indiscrezioni diffuse da funzionari sudcoreani, Corea del Nord e Usa aprirebbero già entro l'anno uffici di rappresentanza come primo passo verso lo scambio di ambasciatori. Sempre da Ginevra giunge intanto una curiosa dichiarazione dello stesso Kang Sok Ju, firmatario della dichiarazione congiunta: Kim Jong II, figlio e successore del definto leader nordcoreano Kim II Sung, ha già assunto la guida effettiva del suo Paese da 20 anni, perché suo padre gliel'aveva informalmente delegata. «Perciò non vi sono stati e non vi saranno - ha detto il ministro - cambiamenti nella politica estera della Corea del Nord. [e. st.]

Persone citate: Clinton, Kim Jong Ii, Leon Panetta, Robert Gallucci