Spacciavano col bimbo in braccio

Arrestati tre nordafricani, la droga era nascosta nei pannolini Arrestati tre nordafricani, la droga era nascosta nei pannolini Spacciavano col bimbo in braccio Preso in prestito per non insospettire Pendolari della droga con la copertura di un bimbo di nemmeno due anni preso «in prestito». A questo sono ricorsi due nordafricani per non suscitare sospetti sulla loro attività. Arrivavano tutti i giorni con il pullman da Pinerolo per spacciare eroina in zona San Salvano, facendo la spola tra i giardini della stazione davanti ai portici di via Nizza fino alla piazza De Amicis. Per sviare i sospetti gli extracomunitari utilizzavano come copertura un bimbo mulatto di 18 mesi, figlio della convivente italiana del loro fornitore di droga, nordafricano pure lui. Ancora una volta gli spacciatori sono stati incastrati e arrestati grazie alle segnalazioni alla polizia degli abitanti di San Salvano. L'operazione, condotta dagli agenti del commissariato Nizza, finora ha permesso di arrestare tre persone. Si tratta di Rodhuan Meddeb, 26 anni, tunisino, quello che teneva il bimbo in braccio con le dosi di droga nascosta nei suoi vestitini, e il socio in affari Mongi Ben Abdala, 24 anni, nativo di Casablanca. Il terzo è Monccf Meddeb, 23 anni, nato a Rabat, cugino di Rodhuan. Quest'ultimo deve già scontare 2 anni e 4 mesi per spaccio. Quando i poliziotti coordinati dal commissario Bauco sono risaliti a lui dopo aver già arrestato gli altri due, ha detto di chiamarsi Farhat Ben Amor, 23 anni, originario di Rabat. E' stato però subito smascherato dai rilievi dattiloscopici eseguiti durante il fermo precedente. La segnalazione dei due nordafricani che vendevano droga col bimbo in braccio è arrivata una settimana fa ai poliziotti di corso Spezia. «Gli spacciatori sono due. Arrivano con il pullman di Pinerolo al capolinea di corso Marconi. La sera, verso le 23,20, ripartono con il bimbo di pochi mesi ormai addormentato sulle braccia di uno di loro». Scattano i primi accertamenti che confermano a grandi linee la vicenda. Per due sere si vedono due extracomunitari partire verso quell'ora per il Pinerolese portando con sé un bimbo. Dopo la relazione al giudice di turno nei giorni scorsi arriva il nulla osta per agire. E' sera quando i poliziotti vanno in corso Marconi e attendono i due spacciatori nordafricani. Costoro arrivano a piedi dalla stazione ferroviaria. Con loro stavolta non c'è il bimbo. Gli agenti salgono sul pullman, confondendosi fra i passeggeri. Arrivati a Pinerolo seguono i due immigrati raaghrebini fino a un alloggio di via Podgora 30/d che in seguito si scoprirà intestato a Ro- dhuan Meddeb. E' lui che di solito teneva il bimbo in braccio durante l'operazione di compravendita delle sostanze stupefacenti. Mezz'ora e la polizia irrompe nell'appartamento. Meddeb e Ben Abdala sono attorno al tavolo della cucina, intenti a confezionare la droga per il giorno dopo, avvolgendola dentro quadratini di cellophane. Visti gli agenti, i due nordafricani rovesciano il tavolo, urlando. Vola eroina dappertutto, ma dentro un sacchettino ne resta abbastanza, quasi tre grammi, per incastrarli. A terra c'è anche un foglietto con l'indirizzo di Moncef Meddeb, cugino del Rodhuan. I poliziotti si precipitano da lui, convinti di trovare il piccolo, vittima ignara del traffico di droga. Ma non è qui. C'è solo Moncef Meddeb che dapprima dichiara false generalità per sfuggire all'arresto e tergiversa. Alla fine, per alleggerire la sua posizione, si lascia scappare il nome del piccolo e qualche altro utile indizio, che gli inquirenti stanno ora verificando: «So solo che quel piccino si chiama Joseph. Vive con la mamma, dalle parti di Volvera. Mi sembra che lei stia con uno che spaccia. Chissà, forse mio cugino le teneva il piccolo perché lei doveva lavorare». Ivano Barbiere Venivano in pullman tutti i giorni da Pinerolo per vendere a Porta Nuova Rodhuan Meddeb Moncef Meddeb : mi ■ I mezzi Amiat hanno dovuto lavorare a lungo per ripulire il terreno dai cocci di bottiglia

Luoghi citati: Nizza, Pinerolo, Rabat, Volvera