«Una pagliacciata non un funerale» di Gianni Giacomino

«Una pagliacciata non un funerale» Cono, per volontà del defunto la banda eseguiva musiche non ortodosse «Una pagliacciata non un funerale» Suonano il Carnevale di Venezia, il prete se ne va FRA SACRO E PROFANO «Quando avrete finito con questa pagliacciata, avvertitemi, così continueremo il funerale, io me ne vado», ha urlato, sulle note del «Carnevale di Venezia», don Antonio Nicola, 66 anni, dal 1961 parroco di Corio Canavese. Le ha urlate l'altra mattina davanti ai parenti e gli amici del defunto Francesco Bertolone Citin, pensionato coriese di 65 anni. La salma era giunta alla cappella di San Grato dall'ospedale di Venaria; di lì il feretro, come tradizione, ha percorso le vie del paese, accompagnato da pezzi di musica ballabile. «Era un desiderio di mio suocero - racconta Massimo Grosso, 31 anni, di Venaria -. L'abbiamo rispettato; lui era un tipo allegro, non voleva marce funebri». Dopo il rito officiato da don Nicola nella parrochia di San Genesio, il corteo era proseguito per il cimitero della frazione di Benne, per la tumulazione della salma nella tomba di famiglia. Qui, all'entrata del camposanto, il parroco di Corio, appena la banda del paese ha scandito le prime note de «Il carnevale di Venezia», ha perso le staffe: «Se continuate con questa pagliacciata, non impartirò la benedizione, io porto una tonaca, va rispettata». La banda ha smesso di suonare e alcuni amici del morto si sono avvicinati minacciosi al reverendo. «L'ho già trattato troppo bene durante la Messa», ha tuonato l'uomo di chiesa. «Queste parole mi hanno fatto andare in bestia - ricorda il genero -. Mi sono trattenuto a stento». La banda ha poi riattaccato a suonare e il feretro è stato trasportato all'interno del cimitero. «Io non lo benedico - è sbottato ancora il prete -. Vi denuncio tutti alla Curia». A iniziare la recita del rosario ha provveduto un amico di famiglia finché è arrivato anche don Nicola, convinto dai paren- ti. «Non ce la facevo più - ricorda in lacrime la vedova Anna Canova -. Per me è stata un'umiliazione, una mancanza di rispetto nei confronti di mio marito». Introvabile don Nicola il giorno dopo. «Non lo avevano avvertito di queste marce - chiarisce la perpetua -. Oggi non c'è». Nella casa di Colle Vigna, la vedova e le figlie non si danno pace. «Andrò sino in fondo - aggiunge Grosso -. Mio suocero non meritava tutto questo; io e il parroco ci rivedremo presto, forse davanti a un giudice». La gente in paese è perplessa. Si punta l'indice d'accusa verso il religioso. Don Antonio Nicola, lo scorso anno aveva guidato una campagna di preghiere contro «Radio Radicale», che trasmetteva le parolacce e le bestemmie proferite da radioascoltatori. «Lui è un "radicale del Vangelo" - spiega il sindaco Giacomo Brachet Contol -. Vive il messaggio cristiano in maniera rigida; forse è per questo che ha reagito così». La figlia Paola è affranta: «Don Nicola doveva darci conforto, ma, appena entrati in chiesa, a mia madre ha detto: "Non è il momento di piangere, avrà del tempo ancora dopo"». Gianni Giacomino Don Antonio Nicola, 66 anni, dal 1961 è parroco di Corio Canavese: «lo porto una tonaca, va rispettata»

Persone citate: Anna Canova, Antonio Nicola, Francesco Bertolone, Giacomo Brachet Contol, Massimo Grosso

Luoghi citati: Corio, San Genesio, Venaria, Venezia