«Cari turisti, niente lire s'il plait» di Gian Piero Moretti

In Costa Azzurra negozianti e benzinai rifiutano di cambiare la nostra moneta In Costa Azzurra negozianti e benzinai rifiutano di cambiare la nostra moneta «Cari turisti, niente lire s'il vous plait» FERRAGOSTO in Costa Azzurra? Ottima idea. Ma attenzione, portatevi dei franchi francesi. Dei travellers cheque o delle carte di credito. Perché le lire proprio non le vogliono. E chi le accetta applica tassi di cambio da valuta dei Paesi del Terzo Mondo. Mentono, Montecarlo, Nizza, Cannes, traboccano di italiani in vacanza, per nulla spaventati dal franco a quota 300. Ma da ieri, in Costa Azzurra, la nostra valuta la cambiano a 322. Vuol dire che, nei «Bureau de change» ufficiali, ogni mille lire ti danno tre franchi e 10. In molti ristoranti e bar non si bada agli spiccioli e si applica la politica più comoda della cifra tonda: 1000 lire, 3 franchi. Equivale ad un cambio record di 333 lire per ogni franco francese. Il problema, per chi ha scelto la Còte d'Azur per il weekend di Ferragosto, non consiste tanto nella maggiorazione del cambio della valuta (cosa sono trenta lire ogni mille!) ma nell'accet¬ tazione della nostra moneta. Sempre meno pregiata. Chi la prende storce il naso; altri manifestano problemi di resto; ma c'è anche chi fa capire apertamente che preferirebbe i franchi alle lire. Neanche fossero Lev bulgari o dinari della ex Jugoslavia. Ma c'è anche chi, gentilmente, vi indica l'ufficio cambio più vicino: «Grazie, ma le lire non le voglio». Fra questi ultimi i benzinai sono i meno predisposti verso la valuta italiana. Distributore della Mobil al centro di Mentone: ore 19 di ieri. Il gestore è blindato all'interno di un gabbiotto con cristalli anti-rapina. «Ho finito la benzina, ho soltanto delle lire, le accetta?» fingo, spacciandomi per turista rimasto a secco. Niente da fare. Ma anche il bottegaio della «Riviera Frutta» dell'avenue Felix Faure, nonostante nome e gestione italiana, rifiuta: «Si paga in franchi». Tento di convincere la cassiera del Superdrug, piccolo supermercato per turisti a due passi dalla spiaggia: è come scontrarsi con un muro di gomma: «Accettiamo tutte le carte di credito», dice. Ma le lire no. A vostro rischio - soprattutto del vostro portafoglio - potete acquistare medicine in farmacia o andare al ristorante (cambio, tre franchi per mille lire) e giocare al casinò dove la nostra valuta è addirittura ben accetta (ma al loro cambio: 3,25 per mille lire). Al casinò di Mentone c'è una sola cassa abilitata al cambio della valuta italiana. Al Loewe di Montecarlo e al Café de Paris, tutte le casse accettano le lire. Ma non ai tavoli da gioco: «Per problemi di cambio» fanno notare. Al Rhul di Nizza, il più grande e più prestigioso della Costa Azzurra (ma anche a Beaulieu, a Cannes, a Saint-Raphael) non fanno storie. Ma del resto quella delle case da gioco è una politica tutta particolare basata sull'antico detto latino «Pecunia non olet» (i soldi non puzzano), anche se la nostra divisa sembra proiettata verso il fondo della rupe di Sparta. Gruppo di turisti bresciani presi al volo a Montecarlo mentre scattano fotografie al cambio della guardia davanti al Palazzo di Ranieri: «Problemi con le lire? Nessuno» rispondono. E ricordano che tutti i negozi, i ristoranti, i bar, accettano le carte di credito, ormai diventate valuta corrente grazie a «lettori» elettronici che permettono di identificarle in tempo reale. Franco alle stelle (nonostante la gravissima crisi economica della Francia), lira sempre più giù. Ma è Ferragosto, come rinunciare ad un weekend in una delle spiagge più famose del mondo? E' un problema di cambio? E allora aggiriamolo: trasformiamo le nostre lire in franchi prima di superare il confine. Saremo trattati meglio e non faremo la figura degli sprovveduti. Gian Piero Moretti

Persone citate: Felix Faure, Pecunia

Luoghi citati: Cannes, Francia, Jugoslavia, Montecarlo, Nizza