La rabbia dei piloti «Siamo stati traditi» di Cristiano Chiavegato

La rabbia dei piloti «Siamo stati traditi» La rabbia dei piloti «Siamo stati traditi» BUDAPEST DAL NOSTRO INVIATO La notizia è arrivata, pesante come una mazzata, nel primo pomeriggio, mentre stava finendo il turno di qualificazione del Gran Premio d'Ungheria. Le reazioni sono state praticamente unanimi, di sorpresa e sostanzialmente molto negative. Solo Michael Schumacher, leader della classifica mondiale, è apparso impassibile di fronte alla decisione presa dalla Fia. «Si era arrivati a un punto - ha dichiarato - nel quale era necessario prendere una posizione precisa. Non avendo avuto alcuna garanzia, la Federazione ha fatto bene a togliere la gara dal calendario». Detto per inciso: non si parla ufficialmente di sostituzioni, ma i candidati a prendere il posto di Monza ci sono e se ne fanno i nomi. Si tratta del nuovo Nurburgring (ed ecco il motivo che giustifica l'atteggiamento di Schumacher) e di Donington. I problemi riguardano soltanto le date, difficili da inserire nel calendario vista la stagione avanzata. Si rischiano piogge e nebbie. Anche in Inghilterra comunque si preme perchè si potrebbe avere Mansell in corsa e fare un pienone con relativo ricco incasso. Berger, rappresentante della Gpda, l'Associazione piloti, è stato categorico: «Questo annullamento è un male per la FI, per la Ferrari, per me e Alesi che contavamo molto sulla pista di Monza per tentare di vincere un'altra gara. Noi non possiamo fare più nulla, dobbiamo rispettare le decisioni, anche se siamo amareggiati e dispiaciuti». Accorato il discorso di Jean Alesi: «Sono deluso, colpito. Mi ha fatto male anche il modo in cui è stata presa la decisione. Non credo che si possa rimproverare nulla agli organizzatori, hanno avuto le mani legate. Sapete meglio di me com'è l'Italia. Tuttavia sono anche sconcertato per come la Fia ha girato le spalle ai tifosi italiani. Dentro di me spero che si possa fare qualcosa». Dello stesso parere Cesare Fiorio e Flavio Briatore, stupiti per come si sia gettato via un pezzo di storia dell'automobilismo. Mentre Bernie Ecclestone, trincerato dietro il suo doppio ruolo di vicepresidente della Fia e di responsabile dell'Associazione costruttori, non ha espresso giudizi. Si è limitato a dire che era stato fatto tutto il possibile per aspettare che Monza risolvesse i suoi problemi. Da notare però che proprio Monza con Montecarlo è l'unico circuito che non ha lasciato i diritti televisivi e pubblicitari al vero patron della FI. Il romano Andrea De Cesaris ha sottolineato anche alcuni aspetti sportivi e umani della vicenda: «Nessuno ha pensato alle decine di migliaia di tifosi delusi perchè non hanno potere e non sono appoggiati politicamente. E neppure ai 100 dipendenti della società che gestisce l'autodromo che con tutta probabilità rimarranno senza lavoro». La cancellazione ha colpito anche gli sponsor. Fra questi l'Agip che investe diversi miliardi in FI. «Anche questa storia - ha spiegato Armando Bianchi, direttore marketing della società - contribuisce ad appannare l'immagine di uno sport che già attraversa momenti difficili». Cristiano Chiavegato

Persone citate: Andrea De Cesaris, Armando Bianchi, Berger, Bernie Ecclestone, Cesare Fiorio, Flavio Briatore, Jean Alesi, Mansell, Michael Schumacher, Schumacher

Luoghi citati: Budapest, Inghilterra, Italia, Montecarlo, Monza, Ungheria