Mastella: ebrei, scusatemi Ma le proteste continuano di Francesco Grignetti

Ma il Senatur lancia un altro avvertimento «Se vuole il muro contro muro, io lo mollo» Mastella: ebrei, scusatemi Ma le proteste continuano ECONOMIA E LOBBY IROMA L giorno dopo la clamorosa uscita sulla «lobby ebraica di New York» che diffiderebbe del governo, Clemente Mastella è un uomo costernato. Sommerso da un diluvio di critiche, si scusa con la comunità israelitica italiana. Precisa di non aver mai parlato di un «complotto ebraico» contro il governo. E se potesse, il ministro prenderebbe persino sul serio la provocazione di quell'anziano rappresentante della comunità ebraica romana, Giovanni Terracina, che lo ha invitato a compiere un gesto clamoroso: «E' tutta una forzatura giornalistica. Ma il danno è grosso. Per avere gli stessi titoli sparati stamane sui giornali, Mastella dovrebbe circoncidersi». Il fatto è che le reazioni sono state veramente di fuoco. Come definire altrimenti l'appello a Berlusconi di Tullia Zevi, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche: «Desidero esprimerle stupore e indignazione per i persistenti riferimenti a presunte "lobbies" e "congiure" ebraiche da parte di fonti governative le quali, pur proclamando insistemente la propria dis- sociazione da un vergognoso passato fascista, di fatto lo riesumano, da un lato fomentando pericolosamente antichi odi e pregiudizi, dall'altra screditando l'immagine del nostro Paese di fronte all'opinione pubblica internazionale». Con la Zevi, altre voci si erano levate a protestare. E davanti al ministero, ieri mattina, si sono radunati cen¬ tocinquanta manifestanti. A quel punto, capito in che razza di pasticcio si era ficcato, il ministro Mastella ha innestato a precipizio la retromarcia. Dall'isola d'Elba dove trascorre le vacanze, ha cominciato a tempestare di telefonate tutti gli esponenti di spicco del mondo ebraico: il rabbino Toaff, i responsabili della comunità romana, la signora Zevi, la presidente delle associazioni ItaliaIsraele Deborah Fait. Quindi ha diramato una lunga nota di precisazioni: «L'aver chiesto di spiegare alla lobby ebraica di New York, intesa nella concezione americana, non in quella deteriore, l'evoluzione della destra italiana viene oggi riportata con enfasi dalla stampa come accusa di un complotto pluto-giudaico-massonico contro l'Italia. Non era, né è assolutamente questo il senso delle mie parole». Su una cosa, in particolare, il ministro insiste: lui non ha mai parlato di complotti, solo di «diffidenze» di quella lobby. E le sue parola vanno intese in senso buono, per carità. «Il mio era un intento di dia- logo, non di contrapposizione con ciò che l'ebraismo esprime». Le sue precisazioni a molti esponenti delle comunità ebraiche vanno anche bene. Deborah Fait, ad esempio, considera chiuso il caso. «Ho accettato le sue scuse, non obbligatorie perché il fatto non sussiste». La signora Fait, però, non nasconde la sua ammirazione per il governo Berlusconi: «Per me, la parola "lobby" non ha necessariamente un senso negativo. In America sono migliaia. Insomma, l'incidente è chiuso. Lo dico per spirito nazionale: l'Italia è una barca che fa acqua da tutte le parti, polemizzare è poco fruttuoso. E io spero tanto che questi uomini ci portino fuori dal tunnel». Ma per altri l'incidente è ancora aperto. A New York, il Congresso mondiale ebraico giudica le dichiarazioni di Mastella espressioni «grottesche e riprovevoli» e annuncia che riferirà alla Commissione dell'Onu sui diritti umani. «Consideriamo quanto accaduto come un oltraggio e una disgrazia e chiediamo una azione rapida ed incisiva da parte del governo Berlusconi contro queste espressioni e queste tendenze all'istigazione dell'odio razziale e religioso». I giornalisti, ad Arcore, interpellano 0 presidente del Consiglio sulle «voci levatesi dalla maggioaranza a proposito di speculazioni antigovernative, di cui tirerebbe le fila una ipotetica lobby ebraica». E Berlusconi risponde: «Non parlo di quello che non conosco, non guardo cosa c'è dietro, guardo quello che è evidente. Certo tutti sanno che An è in questo governo e se ne è parlato tanto, sulla stampa nazionale e su quella estera». Nel mondo politico, le proteste non si placano. Il radicale Marco Taradash ironizza: «Il ministro Mastella ha finalmente scoperto le cause occulte della crisi economica italiana. Non il debito pubblico o l'inefficienza della pubblica amministrazione, ma l'unghiuta lobby ebraica mondiale. Pure scempiaggini. Mastella è uno che non sa misurare le parole. Una cosa è trovarsi negli Usa, un'altra in Italia dove abbiamo avuto il nazifascismo». Quanto ai progressisti, le parole sono ancor più pesanti. Il senatore Franco Debenedetti bolla i ragionamenti di Mastella come «vaneggiamenti», Luciana Sbarbati li definisce «deliri da sole». Il movimento degli studenti ebrei chiede al premier di «condannare questa dichiarazione che contribuisce a diminuire la fiducia dei mercati internazionab' e legittima le tesi dei movimenti nazisti e fascisti». Francesco Grignetti Tullia Zevi, presidente dell'Unione comunità ebraiche italiane

Luoghi citati: America, Arcore, Italia, New York, Usa