Come ti opero con la sanguisuga

Come ti opero con la sanguisuga Impiegate al Cto negli interventi di microchirurgia, costano 21 mila lire l'una Come ti opero con la sanguisuga E nell'ospedale riappare il vermiciattolo aspira-sangue MEDICINA CONTROCORRENTE LE sanguisughe sono tornate ad essere impiegate in medicina. Da oltre un anno le usano, sembra con soddisfazione, al Traumatologico, per eseguire salassi localizzati di sangue (i medici li chiamano «sanguisugio»). Prima era solo l'ospedale Civile di Brescia ad utilizzarle. Adesso anche Torino ha riscoperto una pratica che dall'inizio del Novecento sembrava abbandonata. E secondo le testimonianze dei microchirurgi i vantaggi sarebbero numerosi, addirittura insostituibili. Il dottor Bruno Battiston, microchirurgo aiuto presso la Divisione 3 di Ortopedia non ha dubbi, mostra una sanguisuga appena applicata sul dito di un operaio. Spiega: «L'effetto è triplice. Il principale è scaricare i lembi con congestioni di sangue. Poi il verme, quando si attacca con la ventosa alla pelle, prima di succhiare il sangue pratica un'incisione». Un medico, Italo Pontini, la tie- ne sopra il dito qualche minuto, il tempo necessario per consentire al verme di riempirsi il corpo con circa 15 grammi di sangue. Prosegue: «Alla fine si stacca da sola lasciando nella ferita una sostanza anticoagulante potente, la Irudina che, tra l'altro, evita le trombosi». Cos'è questo verme? E' un anel- lide (specie: Hirudo medicinalis) della classe degli Irudinei che vive nell'acqua dei canali. Lungo in media pochi centimetri in alcuni casi può raggiungere anche i venti. Spiegano alla Facoltà di Scienze dell'Università: «E' un animale ermafrodita, cioè ha in sé nello stesso tempo gli organi di riproduzione maschili e femminili che maturano in tempi diversi». Si ciba del sangue succhiato dalla bocca sistemata dentro una particolare ventosa (una seconda, dalla parte opposta del corpo, protegge l'ano). Non è bello vederlo in mezzo al bianco di un reparto ospedaliero. La sensazione immediata non è buona, anzi del tutto sgradevole. Al Traumatolo¬ gico però non ci fanno caso. «Lo scorso anno abbiamo acquistato cinquecento sanguisughe da una ditta di Milano. Ma è capitato anche di farle arrivare dall'Inghilterra oltre che da Pescara» spiega un responsabile della farmacia del Traumatologico. «Viaggiano in speciali contenitori, immerse in una sostanza protettiva gelatinosa, costano 21 mila lire ciascuna. Le teniamo anche due mesi in vasche piene di acqua deionizzata nutrendole. Una volta usate in reparto sono uccise con l'alcol e distrutte». Non fanno un po' schifo quei vermi umidicci? Ribatte Battiston: «Sono utili e questo basta. Senza di loro non riusciremmo a risolvere certi problemi di congestionamento. Nella microchirurgia sono la soluzione migliore». Ma la letteratura medica cita pericoli di infezioni... «Niente di tutto questo. Le nostre sanguisughe sono di allevamento, sono pu¬ lite. In ogni caso i malati, tutti sottoposti ad intervento chirurgico, sono protetti dalle dosi di antibiotico. Non c'è da preoccuparsi». Eppure il mondo medico è critico. «Non è possibile regolare la quantità di sangue prelevata dalla sanguisuga», obiettano quelli che contestano questo metodo. Ma in direzione sanitaria minimizzano: «La stessa tecnica è usata da tempo a Brescia e non crea problemi». Certo che non è facile pensare ad una medicina moderna che usa sistemi dei secoli passati. Sarebbe come rivalorizzare le ragnatele per curare le ferite o far entrare lo «Sciamano» nei reparti ad aiutare i medici. «Non esageriamo - ribatte il direttore sanitario, Carmelo Del Giudice -. Qui ci sono studi, ricerche, verifiche portate avanti dalla scienza. L'unica cosa che colpisce è l'uso di un verme». Adriano Provera I chirurghi: «Animale utilissimo, anzi insostituibile» Il dottor Italo Pontini mentre usa una sanguisuga a scopo terapeutico con il paziente Maurizio Sacchi

Persone citate: Adriano Provera I, Battiston, Bruno Battiston, Carmelo Del Giudice, Italo Pontini, Maurizio Sacchi

Luoghi citati: Brescia, Inghilterra, Milano, Pescara, Torino