In quattro inventarono il mito di Marinella Venegoni

In quattro inventarono il mito Gli organizzatori avevano meno di 30 anni, si videro in febbraio, in poche settimane avviarono l'evento In quattro inventarono il mito Erano amici, investivano i soldi di papà SAUGERTIES DAL NOSTRO INVIATO Il 6 febbraio 1969 i quattro inventori di Woodstock s'incontrarono per la prima volta nell'appartamento condiviso a New York dal ventiquattrenne John Roberts, erede di un impero economico, e dal ventiseienne Joel Rosenman, due amici che cercavano idee per investire quattrini. I due ospiti, il ventiquattrenne Michael Lang, che aveva abbandonato gli studi economici, e Artie Kornfield, 26, dipendente d'una casa discografica, un'idea da vendere ce l'avevano: proposero una serie di registrazioni in un posto pieno di «buone vibrazioni» - individuato in una cittadina poco lontano dalla metropoli, Woodstock - e una festaconcerto per la stampa che sarebbe costata poche centinaia di dollari. I due finanziatori bocciarono le registrazioni, ma dissero che il concerto all'aperto una novità - era una buona idea. Nel giro di poche settimane, i quattro avevano fondato la Woodstock Venture Inc., mantenendo il nome del luogo pensato per le registrazioni e ormai inadeguato alla luce dell'entusiasmo che li aveva invasi. Il titolo dato all'evento, fissato per agosto, fu: «The Woodstock Music and Arts Fair, an Aquarian Exposition». Ma il luogo del concerto, alla fine di marzo, non era ancora stato trovato. A Saugerties i proprietari rifiutarono di affittare il loro terreno a degli hippies. Fu trovata una fattoria poco lontano, rna il Comune di Wallkill rifiutò il permesso il 15 giugno. A quel punto, la compagnia aveva investito quasi un milione di dollari dell'eredità di Roberts e ormai il concerto andava fatto. Ricerche febbrili portarono in una località chiamata White Lake, nella città di Bethel, che faceva parte della proprietà della fattoria di Max Yasgur: era il 22 luglio, il festival aveva finalmente trovato casa. Nel frattempo, c'erano stati altri problemi non meno gravi, come quello di trovare almeno un cantante o un gruppo importante che facesse da traino agli altri: i primi a convincersi erano stati i Creedence Clearwater Revival, allora popolarissimi. Il festival doveva cominciare venerdì 15 agosto, ma la gente arrivò prima: poiché non erano ancora stati costruiti sbarramenti, non fecero altro che entrare e sdraiarsi sul prato antistante il palco. Il giovedì mattina, c'erano già 65 mila persone a seguire il primo sound check. La polizia, allarmata, aveva intanto incominciato a fare blocchi stradali, chiudendo l'ingresso alle due grandi zone riservate al parcheggio: le code erano ormai lunghe 11 miglia quando il pubblico incominciò ad abbandonare le auto in mezzo alla strada e a proseguire a piedi, trasformando la strada 17 B in un gigantesco parcheggio a 4 file. Quando gli organizzatori finalmente furono pronti, erano circondati da una folla oceanica, e impossibilitati a controllarla. Il venerdì, il governatore Rockefeller dichiarò lo stato di emergenza a White Lake e i promoter dovettero annunciare che il con- certo era gratuito. A parte la carenza di viveri e di toilettes, era difficile portare gli artisti sul palco. Si sparse la voce che il concerto non si sarebbe tenuto: per evitare disordini, i quattro ideatori cominciarono a reclutare musicisti che erano venuti solo per vedere: l'importante, era che si cominciasse subito. Alle 5,07 del venerdì, Richie Havens aprì la Mostra Aquariana, accolto dal boato di 250 mila persone. Il sabato, con più di 400 mila spettatori, cominciarono seri rischi sanitari: le toilettes erano fuori uso, c'erano poca acqua e poco cibo. Venne la pioggia, mentre le band si succedevano. La gente cominciò a defluire la domenica pomeriggio: quando Jimi Hendrix suonò la sua storica versione di Star Spangled Banner erano le otto e mezzo del lunedì mattina, ed erano rimasti solo in 30 mila. Fu il più grande concerto di massa fino ad allora, dal quale il musicbusiness ha imparato una lezione: «Good Vibrations» fin che si vuole, ma sotto controllo. Dei 33 artisti che parteciparono alla tre giorni di pace amore e musica, Joe Cocker, Santana, Ten Years After e perfino Crosby Stills Nash & Young debbono a quell'occasione la loro fama; molti, come Richie Havens e John Sebastian, hanno continuato a lavorare campando di rendita su Woodstock. Molti sono morti, per lo più di droga: Jimi Hendrix, Janis Joplin, il cantante dei Canned Heat, Tim Hardin, Keith Moon degli Who. I Beatles si stavano sfasciando e John Lennon offrì invano a Woodstock la Plastic Ono Band appena messa su con Yoko. Jim Morrison aveva problemi legali a Miami e i Doors preferirono astenersi. Molte volte si è provato, prima d'ora, a resuscitare Wood- stock: il tentativo è andato a vuoto sia nel decennale, sia nel quindicesimo anniversario,sia nel ventennale. Quel che non è mai mancato, sono le memorie, diventate più sincere con il passare del tempo. Grace Slick ricorda che non funzionavano, nel backstage, né la toilette né la doccia. Però poi la sua memoria s'innalza: «Woodstock rappresenta una generazione che pensava così: se solo possiamo far parlare le nostre menti abbastanza forte e abbastanza a lungo, la gente cambierà». Marinella Venegoni Da sinistra: Woodstock oggi Joe Cocker, i ragazzi che allora, nel '69, cercavano la libertà spogliandosi e John Lennon

Luoghi citati: Comune Di Wallkill, Miami, New York