«Fermate quella bibita E' una droga» di E. N.

Allarme a Bonn Allarme a Bonn «Fermate quella bibita E' una droga» BONN. Se volete ballare fino all'alba nel frastuono - con la sicurezza di sentirvi a vostro agio anche nella discoteca più insidiosa - non c'è che un mezzo, insegnano i giovani tedeschi. Servitevi porzioni abbondanti e colorate di un frullato rarefatto, dal sapore morbido di frutta ma dal contenuto controverso: caffeina a dosaggio extra e un aminoacido poco conosciuto, la taurina. Il nuovo cult-drink dei tcenagers di Amburgo e di Colonia, di Monaco e Berlino ha un nome denso di allusioni e di promesse, «Red Bull», toro rosso, e ha sfondato in Germania fin dal suo apparire sul mercato, lo scorso aprile. In punta di piedi, quasi clandestinamente e dopo essere stato respinto in prima istanza dagli ispettori della sanità locale, severissimi e pignoli soprattutto quando c'è di mezzo la temuta caffeina (tre volte più alta che nella Coca Cola). Soltanto la legalizzazione in Inghilterra ha consentito ai produttori austriaci di tornare indisturbati: grazie alla Comunità Europea, che prevede l'estensione automatica dell'autorizzazione una volta accordata da un Paese membro. E' stata forse la suggestione licenziosa del diniego a stimolare l'attenzione dei giovanissimi consumatori: «Red Bull» è arrivato con un garbo insolito, per i prodotti che pretendono mercato. Di pubblicità si comincia a parlare soltanto adesso che le vendite hanno raggiunto un record, cinquanta miliardi di lire, i concorrenti sono sbaragliati e spuntano etichette nuove non abbastanza suggestive («Impulso rosso», «Cavallo volante», «Rituali»). Ha contato l'attrazione del proibito ma non solo. Misteriosamente, come spesso avviene, centinaia di migliaia di ragazzi hanno cominciato a obbedire ad un rituale, aiutati da pattuglie di «disk-jockey» sempre più sonori e convincenti che invitano a stimolarsi col «Red Bull». L'imitazione ha fatto il resto: i supermercati non fanno in tempo a rifornirsi. Nonostante le proteste di genitori e di insegnanti, che accusano: i nostri ragazzi perdono il sonno, i nostri ragazzi si esaltano e poi crollano. Anche se il sapore è scarso, anche se niente sembra giustificare l'incantamento un poco dissennato che ha ammaliato la Germania. Lo ammette perfino l'inventore del miscuglio, Thomas Ohi: «Non è davvero niente di speciale», afferma. Ma senza preoccuparsi troppo: il futuro per lui è dorato, vendite per 150 miliardi quest'anno, poi rotta al Sud. Italia inclusa, [e. n.]

Persone citate: Red Bull

Luoghi citati: Amburgo, Berlino, Bonn, Colonia, Germania, Inghilterra, Italia, Monaco