La psicanalisi francese è in lutto di G. B.

Morto Leclaire Morto Leclaire La psicanalisi francese è in lutto PARIGI. «Il primo lacaniano della storia», come fu definito - e però discepolo molto indipendente del Maestro - lo psicanalista Serge Leclaire, è morto martedì. Aveva 70 anni, si trovava in vacanza ad Argentière, nella Haute-Savoie, è stato colpito da emorragia cerebrale. Personalità carismatica, Leclaire è stato un protagonista della scena psicanalitica francese, per la lungimiranza e la rara apertura delle sue vedute. Alla morte di Lacan, nell'80, venne alla luce una lettera che Serge Leclaire gli aveva scritto parecchi anni prima, prefigurazione dei futuri dissidi del post-lacanismo: «Che cosa c'è di più stupido, oggi», scriveva Leclaire «di questi cenacoli in cui l'essere lacaniani funge da intesa. Invece è il malinteso che regna». Piuttosto, l'importante era cercare di dare «diritto di cittadinanza» alla psicanalisi in seno alla società. Una lotta che Leclaire combattè a fondo, senza avere la soddisfazione di poterla considerare vinta. Di vero nome Serge Liebschutz, diventò Leclaire per volontà del padre sotto l'occupazione nazista per sfuggire alle persecuzioni antisemite. Scoprì Freud e la psicanalisi mentre seguiva studi di medicina. Diventò discepolo di Lacan dopo aver svolto con lui una cura didattica su indicazione di un'amica, la psicanalista dell'infanzia Frangoise Dolto. Con Lacan, la Dolto e Jean Laplanche, fondò nel '53 la Société Frangaise de Psychanalyse (Sfp). Molto si battè, in seguito, per ottenere l'ammissione della Société nell'Ipa, l'Organizzazione internazionale di psicanalisi. Ma non riuscì, e questo insuccesso lo segnò profondamente. Ne trasse comunque stimolo per divenire molto attivo in seno all'Ecole Freudienne, fondata nel '63. Un'altra tappa fondamentale della sua attività fu - nel '68, all'indomani dei fatti di maggio - la fondazione all'università sperimentale di Vincennes del primo Dipartimento di Psicanalisi, rimasto tuttora unico in Francia. E' di quell'anno il suo primo libro, «Psicoanalizzare». Del '75 «Si uccide un bambino», opera con cui fece molto parlare di sé. Ma ben più scioccante per i colleghi psicanalisti fu im'iniziativa di Leclaire decisamente di rottura: il suo «Psy-Show» televisivo, nell'ottobre dell'83. La prima trasmissione psicanalitica della storia, preceduta solo dai dialoghi radiofonici di Frangoise Dolto. Fu per l'istituzione un vero scandalo. Leclaire non se ne stupì, si difese affermando che andava combattuta «la riserva di caccia» e che gli analisti dovevano smettere di considerarsi «i proprietari dell'inconscio». S'impegnò anche sul fronte della pratica psicanalitica, nel timore che - in un periodo di «moda» - essa venisse compromessa da terapisti poco coscienziosi. Nel '91 intraprese la sua ultima lotta, per la creazione di un Ordine degli psicanalisti, [g. b.]

Luoghi citati: Argentière, Francia, Parigi