I critici bocciano l'onorevole
I critici bocciano l'onorevole I critici bocciano l'onorevole Federico Zeri: la solita cretinata LA CULTURA E IL MERCATO GLI esperti non ne vogliono sapere. A critici, studiosi e storici dell'arte il progetto «Mussolini» non piace proprio. Qualcuno si rifiuta persino di parlarne. Come Federico Zeri: «E' una cretinata che salta fuori ogni tanto e che mi rifiuto di commentare». Altri invece mettono in guardia dai rischi di una vendita ai privati del patrimonio artistico nazionale. «E' una proposta pericolosa innanzitutto perché per stabilire un criterio di valutazione ci vorrebbe una mappa completa - è il parere di Enrico Castelnuovo -. L'onorevole Mussolini propone di fare prima un inventario, ma il rischio di vendere pezzi di complessi rimane». Castelnuovo solleva anche un altro problema: il cambiamento del gusto. «E' avvenuto in passato - spiega - non c'è motivo per escludere che continui a succede- re. Penso per esempio a una "Guide bleue" francese del 1855. Dava consigli per un viaggio culturale in Italia e, tra le altre cose, suggeriva di soffermarsi sulla pittura del Quattrocento e di sorvolare su quella di due secoli dopo. Seguendo quei criteri, avremmo venduto opere che adesso riteniamo capolavori. Oggi rischieremmo di fare gli stessi errori». Da Vittorio Sgarbi arriva un'al¬ tra stroncatura: «La proposta dell'onorevole Mussolini è innovativa perché pone comme condizione che il patrimonio resti in Italia. Ma è comunque sbagliata: molte opere hanno valore proprio perché sono in un certo luogo o in un certo museo. Ad Asti sono conservati capitelli e bassorilievi che fanno riferimento all'arte romanica di quella zona. Spostati in un'altra città perderebbero il loro valore storico. A Milano c'è una mostra dedicata al cardinale Monti: ha il grosso pregio di riunire opere che furono collezionate dal cardinale e permette di ricostruirle il gusto artistico. E, tra l'altro, espone opere di autori come Leonardo e Tintoretto». Ma secondo Sgarbi la privatizzazione del patrimonio artistico è comunque possibile, anche se a condizioni completammente diverse: «Invece di porre il vincolo di conservare le opere in Italia, bisognerebbe porre quello di non spostarle dal raggio di un chilometro da dove sono. Il privato potrebbe diventare il patrocinatore, curarne il restauro, riunire le collezioni. E' la gestione che si deve privatizzare, non la proprietà. E poi la Mussolini non sa che l'arte minore ha un mercato minore e basse quotazioni. Con le anfore romane non si risana il bilancio dello Stato». [s. man.) A lato da sinistra i critici dell'arte Zeri e Sgarbi
Persone citate: Enrico Castelnuovo, Federico Zeri, Mussolini, Sgarbi, Vittorio Sgarbi
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