Si consegna l'avvocato Fininvest

Altri tre arresti tra le ex Fiamme gialle. Berruti: mai fatto pressioni per chiedere silenzi Altri tre arresti tra le ex Fiamme gialle. Berruti: mai fatto pressioni per chiedere silenzi Si consegna l'avvocato Fininvest V/ Cavaliere: sì, i miei uomini hanno pagato MILANO. «Scusi dottor Colombo, mi cercava?». Sono le 9 e 30 quando l'avvocato Massimo Maria Berruti bussa alla porta del magistrato di Mani pulite. Contro il legale del Milan e della Fininvest, tra i collaboratori di Silvio Berlusconi, c'è un ordine di arresto firmato la sera prima. Favoreggiamento, l'accusa. E in ballo c'è una tangente da 130 milioni pagata dalla Mondadori (dopo la guerra di Segrate) per addolcire i controlli della Guardia di finanza. Altre Fiamme gialle sono intanto nel mirino. Quattro gli arresti, tre già eseguiti: sono i marescialli Francesco Falagario, Carmine Di Finto, Giuseppe Dal Pastro. Sì, si impenna nuovamente l'inchiesta Mani pulite. E un magistrato del pool conferma: «Sarà un'estate caldissima». Bollente la giornata di Massimo Maria Berruti, una vita a fianco del Cavaliere e adesso finito al sesto raggio, lato B, del primo piano a San Vittore. Entra al mattino nell'ufficio del magistrato, e per due ore cerca di spiegare. Contro di lui ci sono le parole di Alberto Corrado, ex consulente Fininvest pure lui, e come Berruti ex sottufficiale delle Fiamme gialle. Corrado da San Vittore racconta ai magistrati che fu Berruti a chiedergli di far pressione sul colonnello della Guardia di finanza Angelo Tanca per tacere di quella tangente 1130 milioni) pagata dalla Mon- dadori per evitare noie fiscali. Fa mettere a verbale Corrado: «Berruti mi giustificò la richiesta dicendomi che se fosse emerso un coinvolgimento della Mondadori nell'inchiesta, questo avrebbe sicuramente danneggiato la politica di Berlusconi». L'episodio, riferisce ancora Corrado, ò dei primi di giugno di quest'anno. Quando Berlusconi è già Presidente del consiglio, a pochi giorni dalle elezioni europee. Berruti, nel corso dell'interrogatorio davanti a Colombo, smentisce di aver fatto quelle pressioni per «salvare» la Mondadori e «la politica di Silvio Berlusconi». Ammette solo, episodio riferito da Corrado, di aver aiutato il suo collega per accelerare il ricovero della figlia all'ospedale di Niguarda. Dunque Berruti non cede. Corrado, risentito a San Vittore dal gip Tranfa, conferma nuovamente tutto. Sarà necessario allora un confronto, forse entro la fine della settimana. Abbronzato, completo grigio, l'avvocato Berruti lascia l'ufficio del magistrato alle 12. Accanto ha il suo legale, Corso Bovio. L'imputato non dice nulla. A chi lo punzecchia sui suoi rapporti d'affari con la moglie di un presunto boss mafioso ribatte a muso duro: «Io di società ne ho costituite 3000. Guardate che querelo». E allora via, scorta di polizia giudiziaria, per le perquisizio¬ ni. Prima tappa gli uffici del legale, Galleria del Corso, centro che più centro non si può. Ed è subito battaglia. Sono molte le attività di Berruti che portano dritto al cuore dell'impero del «biscione». Il legale si è occupato in particolare delle trattative per l'acquisto di alcuni calciatori del Milan. E' lui ad avere firmato il contratto per Ruud Gullit e Gianluigi Lentini, l'ex calciatore del Torino. E le carte sono tutte lì. Un piatto goloso per i magistrati di Mani pulite che proprio sulla compravendita di Lentini hanno da tempo aperto un'indagine e messo sotto inchiesta l'amministratore delegato del Milan Adriano Galliano Un piatto goloso che l'avvo¬ cato Berruti e il suo legale non vorrebbero far mangiare alla Procura. Si discute carta per carta, documento per documento, foglio per foglio. Vorrebbero tutto, i giudici. Vuol dare il meno possibile, Massimo Maria Berruti. Sostiene che il reato di favoreggiamento contestato nel suo ordine di arresto si limita ad un solo episodio e non si può andare oltre. Alle 19 la perquisizione è ancora in corso. A San Vittore lo aspettano. Come anni fa quando venne condannato a 5 anni di carcere per l'inchiesta sul fallimento della Icomec. Ma poi venne assolto in appello. Fabio Potetti A destra: Claudio Vitalone A sinistra: Massimo Maria fierruti

Luoghi citati: Lentini, Milano, Segrate