Sidoti come Dordoni cittadina di Helsinki
r A TUTTA PISTA Sidoti come Dordoni cittadina di Helsinki I I O letto più volte sui JL JL libri e giornali che riportavano la cronaca dell'epoca, che ad Helsinki, il 21 luglio del 1952, il cielo era grigio e cadevano a tratti scrosci d'acqua mentre Pino Dordoni conquistava in questo stesso stadio l'alloro più grande: la medaglia d'oro olimpica. Non era così ieri quando le marciatrici prendevano posizione sulla linea di partenza. Credo che anche il cielo avesse saputo che tra queste ragazze una piccola siciliana avrebbe tentato di difendere il titolo europeo conquistato quattro anni prima a Spalato, e il sole non poteva nasconderlo. Annarita ha difeso quel titolo nel modo migliore conquistando una medaglia d'argento importantissima, che la colloca tra le grandi della specialità e, unito al titolo continentale al coperto conquistato quest'anno, la pone a mio avviso in vetta ad un'ideale classifica di merito che tenga conto dell'intera stagione. La sua gara è stata anche tatticamente perfetta. Tranquilla per cinque chilometri a seguire il ritmo delle avversarie, ha imposto la sua forza e determinazione nella seconda parte di gara. Il ritmo della seconda metà è stato esattamente di un minuto più rapido della prima parte, ma soprattutto è stato un ritmo tale che, se ripetuto per due frazioni, ci dà praticamente la miglior prestazione mondiale sulla distanza. Sulla spinta della Sidoti, il gruppo di testa si è assottigliato. Hanno ceduto la Anders, le russe Romazanova ed Arschintseva, le nostre Perrone e Salvador. Al co- I ed . I Perr mando si è formato un terzetto che, alla vigilia, appariva nei pronostici di tutti. Finale di grande intensità, con la Sidoti che non rinunciava a lottare per l'oro, ma la campionessa di casa era sospinta da un'incredibile folla assiepata lungo il percorso. Sulla pista dello stadio Olimpico entrava per prima la finlandese Essaya, seguita dalla nostra Sidoti e dalla russa Nikolaeva. Pensante, in soli 6" c'erano tutte e tre le medaglie di questi campionati d'Europa. A questo punto voglio ripescare l'ombra lunga di Pino Dordoni. Avrei voluto vederlo qui ad Helsinki emozionarsi nell'incitare la nostra Anna ed abbracciarla al termine della sua fatica. Che grande festa sarebbe stata poter unire in quel grande abbraccio tutta la storia della nostra marcia: dall'oro di Helsinki all'argento di Helsinki. Non è stato possibile, ma sappia il grande Pino (rimasto a casa nella sua Piacenza) che il mondo della marcia lo sente più che mai vicino, presente qui nella sua Helsinki come quel giorno del 1952, quando gli ultimi suoi eleganti passi segnavano indelebilmente la storia. Quella Helsinki che da oggi lo unisce ad Annarita Sidoti. Maurizio Damilano
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