«Razzismo? No, solo rivalità»

«Razzismo? No, solo rivalità» «Razzismo? No, solo rivalità» Una litefra Saber (pelle scura) eMadonia HELSINKI DAL NOSTRO INVIATO Una lite tra due atleti azzurri, Madonia e Saber, verbalizzata dalla polizia del villaggio di Otaniemi dove alloggiano le squadre, è diventata per qualche ora il caso del giorno, con sfondi razzistici che, fortunatamente, si sono rivelati infondati. L'episodio, avvenuto qualche giorno fa, è venuto alla luce quando la mamma di Saber, un'italiana dal cui matrimonio con un egiziano è nato Ashraf (che i compagni chiamano più semplicemente Asci), ha creduto di ravvisare in una comunicazione telefonica del figlio i presupposti di una scelta razzista che porterebbe all'esclusione di Saber dalla staffetta 4x400. E per questo ha denunciato la situazione. Passata la sorpresa, sono stati gli stessi protagonisti dell'episodio a raccontare com'erano andati i fatti ed ha provveduto lo stesso Asci, il cui accento romano nella parlata è piuttosto rimarcato, a smentire «che negli ultimi tempi ci siano stati episodi di intolleranza legati al colore della mia pelle». E questo anche se in passato qualcosa di spiacevole deve essere accaduto e Saber appaia molto sensibile ai beceri accenni alla sua negritudine. «Madonia metteva in dubbio - racconta il ventunenne Saber, campione mondiale junior nel 1992 e da allora non ancora decollato come si sperava - che il tempo da me realizzato in staffetta alla recente Coppa Europa di Ostrava fosse vero, che fosse stato generosamente preso dal mio allenatore Dario Corona, che però ad Otrava non c'era. A quel punto ho reagito dandogli uno spintone e lui ha replicato con un calcio che io ho evitato». Altro che razzismo. Ma allora come si spiega lo sfogo della madre dell'ostacolista ieri sulla «Gazzetta dello sport»? «La mamma è sempre la mamma ridacchia l'atleta -, le avevo telefonato per dirle che avevo qualche problemino e lei ha ingigantito per affetto. Perciò voglio smentire il problema del razzismo: in Nazionale non c'è. E smentisco di voler lasciare l'Italia per queste ragioni. Anzi, semmai sto pensando all'ipotesi di trasferirmi in una sede di raduno permanente per meglio proseguire nella mia preparazione». «Il problema è nato - spiega Ezio Madonia, velocista ligure di Albe riga - da una discussione prettamente tecnica, tra noi atleti, in cui Asci ha creduto che io volessi schierarmi contro di lui. Per questo, dopo che il tono di voce si era per entrambi alterato, è volato qualche spintone. Ma ci ha pensato Marras a dividerci e dopo un'ora lo stesso Saber mi ha chiesto scusa». Il pomo della discordia è, come si diceva, la composizione della staffetta 4 x400. Il gruppo per così dire storico (Nuti, Aimar, Vaccari e Grossi) probabilmente vorrebbe non venire sciolto, mentre Saber spera in un posto, forte anche del 44" 9 ufficioso con cui è stata cronometrata la sua frazione a Ostrava. La cosa, senza l'intervento della signora Sofia Saber, sarebbe probabilmente finita lì, e invece adesso rischia di avere anche un seguito spiacevole visto che entrambi gli atleti sono tesserati per le Fiamme Gialle. Certo è che l'attuale scollamento federale si riflette su questi episodi, con Nuti e lo stesso Madonia che denunciano la situazione di disagio. «Non si può aspettare sabato mattina per dire chi correrà. Io sono andato male nella prova individuale e so bene che posso perdere il posto. Fa parte della vita, chi va più porte è giusto che corra. Quattro anni fa sono stato io a scalzare dal quartetto Ribaud. Però è giusto sapere, non restare in ansia fino all'ultimo. Nelle scelte ci devono essere dei criteri». E aggiunge Madonia: «Non siamo certo noi atleti che vogliamo decidere chi corre, però abbiamo diritto di conoscere i criteri di scelta». «Il settore tecnico dovrebbe chiarire la situazione e invece la realtà che emerge è che uno può essere un grande tecnico, ma dal punto di vista umano ben altra cosa. Non si discute di programmi, ma di come vengono poste le cose alle persone». Un attacco frontale, dunque, al grande santone Carlo Vittori, uno dei cosiddetti quattro saggi dell'atletica italiana, tornato quest'anno alla guida dello sprint-azzurro. [g. bar.] La signora da Roma: «Non volevo creare un caso, mi spiace ma la verità fa sempre male» Dalla Sidoti (in alto a destra) è arrivata la seconda medaglia dell'Italia nulla da fare per Evangelisti (sopra) nel lungo: per lui niente finale

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