Italia, nuovo eden delle balene

Italia, nuovo eden delle balene Italia, nuovo eden delle balene Dal Ligure al Tirreno avvistamenti in serie INCONTRI RAVVICINATI IN MARE AL largo abbiamo visto una balena» raccontavano una volta i pescatori liguri, immancabilmente accolti con incredulità perché i grandi cetacei sono sempre stati estranei alle nostre tradizioni e alle nostre storie popolari. Oggi il grande pubblico è affascinato dai ripetuti avvistamenti, tanto da motivare la nascita di una nuova moda turistica, quella del «whale watching» che in California ha 350 mila cultori: si va in mare, su barche appositamente noleggiate, nella speranza di incontrare e fotografare le balenottere, segnalate dal getto di vapore (segue l'emersione dopo la permanenza in acque profonde resa possibile da un «pieno d'aria» che arriva a 600 litri). Balene a Stintino e nelle Bocche di Bonifacio, balene intorno alle Isole Pontine e sulla costa amalfitana, in Sicilia, anche nel Canale d'Otranto. Ma soprattutto balene nel Mar Ligure. Sono di casa in quel triangolo di mare, vasto 100 mila chilometri quadrati, compreso tra l'isola Palmaria, Capo Corso, le isole di Hyères in Provenza, che è stato eletto «Santuario dei cetacei» dopo aver accertato scientificamente che le popolazioni stabili di balene non sono frutto di fantasia. Il loro numero è stimato in 1200 esemplari. Molto meno numerose quelle del Tirreno e del Mare di Sicilia. L'Istituto Tethys, fondato nel 1987 col sostegno dell'organizzazione Europe Conservation ripete da alcuni anni le suo campagne di avvistamento. Le balene vengono fotografate e identificate dalle fattezze della pinna dorsale, dal colore del corpo (può essere lungo più di venti metri), da macchie e segni particolari. Quelle più vicine alla barca vengono colpite con un'innocua freccetta, lanciata con una balestra, per prelevare piccoli lembi di pelle, poi analizzati in laboratorio accertando il sesso, la parentela, l'età. Gli incontri sono più facili d'estate, con mare calmo. In 38 giorni di navigazione tra Sanremo e la Corsica due barche dell'Istituto Tethys hanno avvistato 71 balenottere e 170 stenclle, cetacei minori simili al delfino comune. Numerosi equipaggi di barche in crociera incontrano le baleno, solitamente a venti o trenta miglia da Capo Corso. Fino a qualche anno là si pensava a temporanee migrazioni dall'Atlantico, attraverso lo Stretto di Gibilterra. Poi si ò capito che i cetacei sono nostrani; abitano stabilmente nelle nostre acque anche se il fatto può sorprendere in mancanza di conoscenze non episodiche tramandate dai marinai. Dalle memorie degli archivi si ha conferma di avvistamenti già nel 1600. Giuseppe Nolarbanolo di Sciara, fondato- re dell'Istituto Tethys, ricorda che il principe Alberto I di Monaco, cultore di oceanografia, diceva di aver visto più balene dalla sua terrazza che in una spedizione alle Isole Spitzbergen. Forse esagerava, ma è certo che i cetacei trovano un ambiente ideale tra la Liguria, la Corsica e la Provenza. Questo triangolo di mare ha grandi profondità, in media più di duemila metri. Col variare della temperatura, nell'alternarsi delle stagioni, vengono in superficie sostanze fertilizzanti. Si creano grandi quantità di fitoplancton e di zooplancton, in parte composto da minuscoli gamberetti simili al «krill» delle acque dell'Antartide. Dicono all'Istituto Tethys: «Una balenotte- ra comune consuma da 250 a 350 tonnellate/anno di crostacei planctonici e di pesce azzurro. Il capodoglio maschio ha bisogno di 500 tonnellate di calamari». Nel Mar Ligure è stata scoperta la presenza di totani enormi che vivono a grandi profondità. Arrivano a venti chili di peso e il capodoglio ne fa un solo boccone. Ma i cetacei più numerosi sono quelli filtratori che si nutrono nuotando con la bocca aperta. L'emozione di un incontro con le balene è fortissima. Spesso sono lente, indifferenti alla vista della barca vicina e del tutto innocue. L'avvistamento è più facile in giornate di mare liscio, senza vento o con brezze leggere, a qualsiasi ora, lungo la rotta dalla costa ligure di Ponente e dalla Costa Azzurra alla Corsica settentrionale. Chi vuol tentare l'avventura può prenotarsi su una barca che fa crociere in queste acque oppure trovar posto come volontario su una delle barche dell'Istituto Tethys con base a Sanremo (la «Gemini» ha 4 persone di equipaggio e 10 posti per volontari: tel. 02/33.10.33.44, Europe Conservation). Ma attenzione: il «whale watching» non va inteso come pura ricerca dello spettacolo emozionante; ha senso se la ricerca delle balene si accompagna alla conoscenza della vita del mare nella sua complessità. Se incontrate i delfini provate a chiamarli con un lungo fischio: sanno ascoltare e avvicinarsi a chi è loro amico. Mario Fazio Anche in Italia raccoglie sempre più seguaci la moda di avvistare balene

Persone citate: Alberto I Di Monaco, Giuseppe Nolarbanolo, Mario Fazio, Ponente, Sciara