«Ho visto un neonato fra i rifiuti» di S. S.
Giallo a Roma Giallo a Roma «Ho visto un neonato fra i rifiuti» ROMA. Giura di averlo visto e la polizia gli crede. C'era un bambino in quel cassonetto verde della spazzatura nel quartiere di Monte Mario, assicura la domestica filippina, Zeinaide Madrigal, «forse un neonato, forse vivo, coperto da una mantovana bianca e rossa». Ma Zeinaide, 37 anni, non ha avuto il coraggio di raccoglierlo, è straniera e chissà, magari qualcuno avrebbe accusato lei di avercelo messo. Fugge a casa, avvisa il portiere che chiama subito il 113, ma all'arrivo della volante non c'è traccia del neonato nel contenitore, solo la coperta avvolta in un sacchetto bianco. Il giallo del cassonetto s'inizia ieri intorno alle dieci. Quando la domestica della famiglia Sonnino - abita in via della Camilluccia 145 e ora è in vacanza -, porta a spasso il cane, come tutte le mattine. A un certo punto, dopo aver fatto appena duecento metri, il cocker comincia a guaire e scavare sotto un cassonetto per la raccolta dell'immondizia. Dentro il contenitore la donna scopre un neonato «bianco, dai capelli neri, lungo una quarantina di centimetri, il viso pulito». Lo scenario è quello di via dei Giornalisti, nel quartiere «bene» di Monte Mario, dove hanno la residenza soprattutto professionisti e, appunto, giornalisti. In questo periodo la zona è deserta, chiusi tutti i negozi e, in quel momento, nessuno in giro. A questo punto, mentre Zeinaide va ad avvertire il portiere, qualcuno, forse la stessa ragazza-madre, dopo aver assistito alla scena potrebbe aver deciso di recuperare il pargolo. E' questa la prima timida ricostruzione fatta al commissariato Prati, i cui uomini (insieme a quelli della mobile) seguono le indagini. «La ragazza - dice un inquirente - appare credibile, sinceramente sconvolta da quello che ha visto». Ora, però, gli agenti ammettono tranquillamente di non sapere quali mosse fare: nessuna denuncia e la sola coperta da esaminare. Che gli agenti, a quanto pare, hanno trovato nel cassonetto accanto a quello indicato dalla domestica. Un particolare interessante ma che non risolve nulla; la chiave è in quel quarto d'ora nel quale Zeinaide si è assentata. D'altra parte sulla buona fede della domestica filippina sono in molti a giurare: «E' una gran brava ragazza - assicura Adriano Sabbatini, portiere dello stabile dove Zeinaide lavora da quattordici anni al servizio della signora Sonnino -, quando è arrivata era terrorizzata che qualcuno l'accusasse. "Sta a vedere - diceva - che danno la colpa a me"». Zeinaide, sposata nel suo Paese, madre di due figli e già nonna a trentasette anni, ieri aveva l'aria di essere tutt'altro che felice delle telecamere che si è trovata improvvisamente in casa, e degli agenti che l'hanno prelevata, portata al commissariato, tartassata di domande, e lasciata lì a cercare un taxi per tornare, [s. s.]
Persone citate: Adriano Sabbatini, Prati, Sonnino
Luoghi citati: Roma
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