«Rubano organi a bimbi minorati»
«Ce il racket dei trapianti dietro l'aumento del numero di coppie che vogliono neonati handicappati» «Ce il racket dei trapianti dietro l'aumento del numero di coppie che vogliono neonati handicappati» «Rubano organi a bimbi minorati» Brasile, medico accusa le adozioni illegali SAN PAOLO NOSTRO SERVIZIO " Neonati di pochi mesi, bambini handicappati, adolescenti. A centinaia lasciano ogni anno il Brasile, adottati illegalmente da coppie italiane, americane, israeliane, tedesche. E troppo spesso svaniscono nel nulla, diventando probabilmente carne da macello, incolpevoli vittime del crescente traffico internazionale di organi. La denuncia è slata lanciata dal professor Volnei Garrafa, dell'Università di Brasilia, considerato il maggior esperto in trapianti del Paese. Secondo gli unici dati ufficiali disponibili, solo tra il 1989 e il 1992 sono state effettuate in Brasile oltre 10 mila adozioni internazionali; di queste, almeno i due terzi sono state illegali, rese possibili da giudici corrotti e compiacenti o con la falsificazione pura e semplice dei documenti necessari. «Questa è una situazione nota da tempo, la novità è che negli ultimi anni è aumentato considerevolmente il numero di adozioni di bambini intorno ai dieci anni di età portatori di gravi handicap fisici e mentali - ha spiegato il professor Garrafa a La Stampa -. Per tutta la carità cristiana che una famiglia straniera possa avere, è probabile che voglia adottare un bimbo per lo meno sano. Sono convinto che dietro queste strane adozioni ci sia qualcosa di terribile: che questi bambini possano trasformarsi in donatori forzati di organi». Le accuse del professor Garrafa - autore, con il medico ed ex senatore Giovanni Berlinguer, del libro-denuncia «La merce uomo», che sarà pubblicato ad ottobre dalla Baldini & Castoldi - si basano su una serie di documenti dell'Orni e di Amnesty international, e sul lungo e paziente lavoro investigativo del Correlo Brasiliense, il più importante quotidiano della capitale brasiliana. Per due mesi, la reporter Ana Beatriz Magno ha seguito le tracce di 108 bambini adottati negli scorsi anni da coppie europee nello Stato brasiliano di Santa Catarina, scoprendo che in appena 5 casi le pratiche erano state regolari. «Decine di bambini sembrano essere scomparsi: gli indirizzi e i numeri di passaporto forniti dalla famiglia al momento di formalizzare l'adozione erano falsi o inesistenti - racconta -. Anche con l'aiuto dell'Interpol e dei consolati brasiliani non è stato possibile scoprire che fine avessero fatto. In altri casi, soprattutto in Israele, sono riuscita a rintracciare i genitori, ma i bambini non erano più con loro». Intervistato dalla giornalista, un camorrista napoletano del quartiere Chiara avrebbe ammesso che il suo clan ha procurato diversi passaporti falsi a coppie intenzionate a viaggiare in America Latina per adottare illegalmente un bimbo. «Noi non ci occupiamo di traffico di organi - ha raccontato il boss - ma una rete esiste, efficiente come quella del traffico di droga: per questo è difficile trovare prove». In Europa, secondo statistiche ufficiali dell'Organizzazione mondiale della Sanità, circa 40 mila persone sono annualmente in attesa di un trapianto, al 90% di reni. I donatori, però, si aggirano sui 10 mila l'anno. Magrado questo, i trapianti effettuati nello stesso periodo sono il doppio: circa 20 mila. La differenza, ha scritto Ana Beatriz Magno, è coperta da alcune multinazionali americane ed europee (la maggiore è la «Eurotransplant» di Amsterdam) specializzate nella fornitura a pagamento di organi di cui, per contratto, non specificano la provenienza. Un giro d'affari di decine di miliardi l'anno. In molti casi gli organi sono comprati per pochi soldi da donatori adulti e teoricamente consenzienti - esistono cliniche specializzate nei trapianti di reni prelevati in miserabili villaggi indiani o turchi - ma in molte altre situazioni non è possibile allontanare lo spettro di un orribile commercio sulla pelle dei bambini del Terzo mondo, handicappati e no. «Non possiamo accettare l'idea che i Paesi del Sud del mondo siano destinati a esportare esseri umani visto che non sono in grado di esportare tecnologie - aggiunge il professor Garrafa -. A noi spetta il compito di imporre controlli e sviluppare una coscienza sulla bio-etica. Ma l'Europa deve dare conto della provenienza di tutti gli organi utilizzati nei trapianti». Gianluca Bevilacqua Favelas brasiliane. Da sinistra Schwartzenberg e Giovanni Berlinguer
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