Mosca, la Procura decide «Non ci fu nessun golpe» di Cesare Martinetti

Chiesta l'assoluzione per l'unico imputato Chiesta l'assoluzione per l'unico imputato Mosca, la Procura decide «Non ci fu nessun golpe» «Nel VI la giunta agì per necessità» «Tutta la colpa fu della Presidenza» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ricordate il golpe dell'agosto 1991 contro l'Urss di Gorbaciov imprigionato nella dacia di Foros, i carri armati per le strade di Mosca, l'assedio alla Casa Bianca, la radio e la tivù oscurate, la sinistra immagine degli otto congiurati che annunciavano di aver ristabilito l'«ordine» nel Paese? Cancellate tutto, non ci fu golpe e nemmeno il tentativo di assalto al Parlamento russo. Agirono in «stato di necessità», per salvare l'Urss che si stava disfacendo e pertanto vanno assolti. A dir la verità tutti gli imputati sono già stati amnistiati grazie a quel colpo di spugna che cancellò le colpe del putch 1991 e della rivolta della Casa Bianca (settembre-ottobre 1993). Ma la requisitoria pronunciata ieri da Arkadij Danilov, colonnello di giustizia e accusatore di Stato, davanti all'Alta Corte per chiedere l'assoluzione di Valentin Varennikov (l'unico imputato che ha rifiutato i benefici dell'amnistia) ha valore generale e come tale va presa. Non solo si tratta di un clamoroso capovolgimento dell'accusa da cui risulta che alla fin fine fu Gorbaciov il responsabile storico e morale del «golpe», ma anche di un imbarazzante avvertimento a Boris Eltsin che sull'opposizione a quel golpe (lo ricordate in piedi sui carri armati mentre invitava la gente a difendere la democrazia?) ha costruito gran parte della sua immagine di leader della nuova Russia che aveva respinto pacificamente l'ultimo conato di un potere morente. La sentenza ci sarà forse oggi. Ieri ha parlato il procuratore militare concludendo che: «La maggioranza dei punti di accusa vanno esclusi o perché non sono stati provati o perché sono infondati». Le argomentazioni di Danilov sono sconcertanti. A proposito dell'isolamento che fu creato intorno a Gorbaciov (che era in vacanza con la famiglia nella dacia di Foros) il procuratore ha detto che Varennikov (allora primo viceministro della Difesa e comandante delle truppe di terra) si era recato alla dacia presidenziale, ma non sapeva delle comunicazioni strategiche militari e quindi non avrebbe potuto dare l'ordine di staccarle. E l'assedio dei carri armati alla Casa Bianca? Il procuratore militare ha preso per buone le dichiarazioni dei testimoni secondo cui non vi fu mai un piano di assalto perché Varennikov già il 20 agosto in un rapporto al ministro della Difesa, Yazov, aveva parlato della necessità di ritirare le truppe dalla città. Il che è stato fatto il giorno dopo. Dunque che ci facevano le colonne di carri armati che all'alba del 19 agosto hanno attraversato le vie di Mosca e i televisori di tutto il mondo rivelando la fragilità della perestrojka? La risposta del procuratore Danilov è ancora più sconcertante: «A giudicare dai documenti dell'inchiesta, i carri erano stati introdotti in città per sgombrare le strade e gli elicotteri per coprire la ritirata delle truppe». Secondo Danilov, «Gorbaciov è il centro di tutto l'affare: le sue parole e le sue azioni sono state ambigue». Il procuratore ha dichiarato che l'ex presidente aveva «se non incitato, almeno spinto i futuri golpisti a prendere misure di emergenza». E che ci fosse una qualche ragione di difendere l'Urss è dimostrato dal fatto che sei mesi dopo l'Urss fu sciolta. Cesare Martinetti L'ex presidente sovietico Mikhail Gorbaciov è indicato dalla Procura generale russa come il principale responsabile del golpe del 1991

Persone citate: Boris Eltsin, Gorbaciov, Mikhail Gorbaciov, Valentin Varennikov, Yazov

Luoghi citati: Mosca, Russia, Urss