«Piove, non andate nei prati» di Piero Bianucci

Fra caldo e maltempo anche il governo lancia l'allarme Fra caldo e maltempo anche il governo lancia l'allarme «Piove, non andate nei prati» IERI mattina la Protezione civile ha lanciato un allarme: attenti al maltempo che potrebbe scatenarsi su Piemonte, Liguria, Lombardia e Sardegna. Nel pomeriggio Ombretta Fumagalli Carulli ha chiarito che dovrebbe essere sufficiente non avventurarsi nei prati e nei boschi e fare più attenzione «se si abita ai piani bassi». Una rassicurazione che, invece di rassicurare, conferma il rischio incombente: altrimenti, pensa il cittadino, non interverrebbe il sottosegretario alla Protezione civile. Ma la cosa singolare è che non si è mai parlato tanto del tempo, dell'afa, dei temporali - desiderati o temuti - come in queste settimane. E non più soltanto in ascensore, per intrattenersi con il condomino dell'ultimo piano, ma coinvolgendo scienziati, Cnr, viceministri. E giornali. Pare che una volta Mark Twain abbia dovuto inviare all'agenzia di stampa Associated Press un cablogramma di precisazione: «La notizia della mia morte era esagerata». Forse anche in questo caso telegiornali e carta stampata esagerano un po'. Basta che non piova per una settimana, e si parla di desertificazione. Poi viene un nubifragio, e si parla di diluvio. Ma i giornali sono soltanto uno specchio. E' la realtà che è diventata iperbolica, e solo ciò che è gridato ha qualche possibilità di essere sentito, perché il rumore è più forte del messaggio. Figuriamoci, poi, quando il messaggio sarebbe: guardate le statistiche: il tempo è stato sempre così. Qualche giorno fa ero all'università di Grenoble nell'ufficio di Claude Lorius, direttore dell'Istituto polare di Francia, massimo studioso dell'effetto serra. Lorius ha ricostruito il clima degli ultimi 300 mila anni in base a «carote» di ghiaccio lunghe tre chilometri estratte in Groenlandia e in Antartide. Nessuno è più informato di lui su questi temi, eppure è prudente. Per stabilire una tendenza climatica, dice, non bastano oscillazioni di 10 o 20 anni, i tempi della natura non sono quelli umani. Un discorso simile vale per l'ozono. Se ne sono dette di tutti i colori, ma nessuno ha ricordato che c'è più ozono in cucina, vicino a una fotocopiatrice e persino in un bosco della Val Gardena che nelle strade d'agosto. Tuttavia, se c'è tanta attenzione per l'afa e l'ozono, un motivo ci sarà. Ed è, probabilmente, che su temi come questi si concentrano le ansie rimosse, le preoccupazioni per il futuro. Non per sdrammatizzare a tutti i costi, ma ricordiamoci che la meteorologia è una scienza inesatta. E che i disastri naturali si prevengono con una buona politica del territorio, non alla vigilia del nubifragio. Piero Bianucci

Persone citate: Claude Lorius, Lorius, Mark Twain, Ombretta Fumagalli Carulli

Luoghi citati: Antartide, Francia, Groenlandia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna