«Il virus? Colpa dell'Occidente»

«Il virus? Colpa deirOccidente» «Il virus? Colpa deirOccidente» L'Asia lo snobba, ma le cifre la condannano :■:■:■:■:■:■:■:■:■:■ :■:;■:■:■:■:■:•:.:•:.:■:■:■:■:•:-:■::■:■:■:■: :o:■:o:o:o:v:.^:.:o:.:■:■:■:.:.:-:.^:.:.^^:.:■:■;.:■:.,:.v.^^:.;.:.^ IL CONGRESSO MONDIALE LANCIA L'SOS IENTE bare, niente lacrime». In Asia hanno ragionato così per anni. L'Aids è stato relegato in una zona di silenzio, considerato come una malattia d'importazione, malignamente nascosta nei corpi degli impuri occidentali. Il continente più popolato del Pianeta ha innalzato il muro di una gigantesca illusione, rinforzata da un razzismo neanche tanto dissimulato, al punto che in Giappone il ministero della Sanità è corso tardivamente ai ripari e, alla vigilia della Conferenza mondiale sull'Aids, ha organizzato seminari speciali per istruire l'impreparato personale degli aeroporti e degli hotel di Tokyo e Yokohama. A migliaia di persone è stato spiegato Tabe della malattia. I burocrati nipponici hanno rassicurato 1 compatrioti terrorizzati che si interrogavano sui rischi di trasmissione del virus con un'accidentale» stretta di mano. Ma il messaggio che i 10 mila scienziati di 130 Paesi lanciano da Yokohama sembra fatto apposta per dissipare ogni traccia di residuo autocompiacimento del mondo asiatico: l'epidemia sta per colpirlo in modo ancora più devastante di quanto non sia successo in Africa, negli Usa e in Europa. I morti sono relativamente pochi p jhé l'hiv è arrivato con un decennio di ritardo rispetto al resto del mondo, ma gli infetti sono già una minaccia - 2 milioni e mezzo - ed entro il Duemila i casi saliranno a 10 milioni: a quella data, sulla Terra, un malato su tre sarà asiatico. E le bare cominceranno a vedersi. Gli indonesiani non potranno più negare che nel loro arcipelago ci siano i gay, mentre i cinesi non saranno più in grado di sostenere che droga e prostituzione siano piaghe superate dai «grandi balzi» del comunismo, e i giapponesi dovranno accettare che l'hiv non fa distinzioni di razza. «Il problema è capire quali mi¬ sure prenderanno i Paesi dell'Asia prima che sia troppo tardi», ha detto a «Newsweek» Michael Merson, responsabile del programma di prevenzione «Who's Global Program», che è anche lo sponsor della Conferenza di Yokohama. L'unica distinzione che il virus ha fatto finora è quella tra Paesi ricchi e Paesi poveri: l'Aids si è diffuso in una vastissima zona che si estende dall'India alla Birmania, fino alla Thailandia, toccando in modo solo episo¬ dico le «Tigri» dell'Estremo Oriente e il Giappone. E' in Thailandia che si consuma il dramma maggiore, a cui gli scienziati attribuiscono il valore di caso-simbolo e di monito per il futuro. I primi casi furono segnalati già nell'84, nella comunità gay di Bangkok, poi il virus dilagò tra le prostitute, contagiò i maschi eterosessuali e infettò le loro mogli. Ora, un decennio più tardi, l'hiv ha fatto la sua comparsa anche tra i bambini. Le strutture sanitarie restano inadeguate: non solo in Thailandia, ma anche nel resto del continente i medici esperti nel trattamento dell'Aids sono pochi, mentre i governi nicchiano. Persino in Giappone un'inchiesta dell'anno scorso ha rivelato che meno di un terzo degli 842 ospedali interpellati era disposto a ricoverare i sieropositivi. «Niente bare, niente lacrime». Gabriele Beccaria PIÙ' DI 16 MILIONI DI SIEROPOSITIVI AMERICA DEL NORD PIÙ1 DI 1 MILIONE EUROPA OCCIDENT. PIÙ' DI EUROPA ORIENT. ASIA CENTRALE PIÙ' DI ASIA DELL'EST E PACIFICO 50 MILA AMERICA LATINA H E CARAIBI 2 MILIONI Ripartizione del numero totale di sieropositivi, dall'inizio dell'epidemia al giugno '94 (dati Oms) AFRICA DEL NORD MEDIO ORIENTj 100 MI Ripartizione del numero totale di casi di Aids negli adulti e nei bambini, dall'inizio dell'epidemia al giugno '94 (dati Oms) Americhe (esclusi gli Stati Uniti) 12% Africa 67% EST ASIATICO PIÙ1 DI 5 MILIONI 25 MILA Stati Uniti 10% 4 MILIONI DI MALATI DI AIDS

Persone citate: Gabriele Beccaria, Michael Merson