Sfida alla morte, sdraiati sui binari di Maurizio Vezzaro

Imperia, l'allarme dai macchinisti: bande di ragazzini protagonisti del folle gioco Imperia, l'allarme dai macchinisti: bande di ragazzini protagonisti del folle gioco Sfida alla morte, sdraiati sui binari Attendono l'arrivo del treno, poi si gettano nella scarpata l conducente del Ventimiglia-Milano ha azionato il freno IMPERIA. E' l'ultimo «divertimento» tra i giovani della Riviera ligure. L'ultima follia di un'estate trascorsa alla ricerca di esperienze eccitanti. Attendere in piedi o sdraiati, in mezzo ai binari, l'arrivo del treno, schivare la locomotiva gettandosi dalla scarpata all'ultimo momento. La vittoria va al più impavido, a chi aspetta più a lungo prima di togliersi dalle traversine. Bande di ragazzini annoiati dalle serale trascorse in discoteca vanno alla ricerca del brivido, sfidando la morte all'uscita delle gallerie. Un tocco in più per accrescere il rischio e far salire l'adrenalina. L'ultimo episodio di una serie che comincia ad allungarsi in maniera preoccupante, è accaduto domenica sera, tra le stazioni di Cervo e Diano Marina. Verso le 22,30 il macchinista del treno proveniente da Ventimiglia e diretto a Milano, ha addirittura creduto di aver investito uno di quei giovani temerari e incoscienti. Ha messo mano al freno. Per i viaggiatori si è trattato di una fermala fuori programma, ben lontana dagli scali: gli occupanti degli scompartimenti hanno intuito che poteva essere capitato qualcosa di grave. La polizia ferroviaria, avvertita dal personale viaggiante, ha inviato un pattuglia. Ma del gruppo di ragazzi che si divertono a fare i «kamikaze», non c'era traccia. Svaniti nel buio, misteriosamente, così come misteriosamente erano spuntati. Turisti, gente del posto? La ri- sposta ancora manca, c'è solo incredulità, stupore, anche amarezza nel constatare come si possa rischiare la vita in maniera così stupida. Non è escluso che si tratti di una comitiva di giovani visitatori, forse addirittura stranieri, che ha «importato» una rischiosa abitudine molto diffusa negli Stati Uniti. E non sono allucinazioni di un ferroviere, né un caso isolato. Un fatto analogo era avvenuto due giorni prima, sempre sulla stessa linea. I piccoli emuli di James Dean, il «bello e dannato» protagonista del film-culto «Gioventù bruciata» sono entrati in azione nelle vicinanze del passaggio a livello di Diano Marina, sempre approfittando dell'oscurità. Cambiano le tecniche degli aspiranti suicidi ma l'insoddisfazione e la voglia di protagonismo sembrano essere le stesse dei teenager di quarant'anni fa. Ancora una volta, quindi, hanno sfidato il destino in mezzo ai binari. Calcolano la distanza che li separa dal treno in base al fascio di luce emesso dai fari del convoglio, proiettato sui binari. Ci sono le testimonianze degli addetti delle Ferrovie, raccolte in un'inchiesta della Polfer. Si teme che la moda, versione ag¬ giornata di quella proveniente dagli Usa (dove i ragazzi montano sul tetto del treno e si abbassano solo poco prima di un ostacolo, i fili dell'alta tensione o un tunnel) possa diffondersi in tutta la Liguria, che ha linee ferroviarie strette e tortuose, che ben si prestano a questi «giochi». I controlli delle forze dell'ordine si sono moltiplicati in queste settimane, anche a causa di altre emergenze legate al periodo estivo e al maggior afflusso di turisti. Ma al compartimento di Genova della Polfer non si possono fare miracoli: occorre intensificare i servizi di prevenzione ma bisogna anche fare i conti con la scarsità di personale. E intanto altri pericoli arrivano dal mare. Dalla spiaggia infatti i teppisti scagliano pietre contro le carrozze ferroviarie. Scoprirli è pressoché impossibile. E' facile scappare a nuoto e raggiungere un altro punto, dove magari ricominciare il tiro al bersaglio. Dalla spiaggia arrivano anche le bande di ragazzini che si lanciano lungo la linea ferrata in attesa di «dribblare» il treno. Un rito collettivo paragonabile alle prove di forza, in cui gioca un ruolo importante l'imitazione di modelli negativi. Ora spetta a sociologi e psicologi spiegarci le motivazioni che spingono questi adolescenti a giocare con la propria vita. Maurizio Vezzaro

Persone citate: James Dean, Polfer