Ad Aqaba nasce il valico dei sogni di Aldo Baquis
Le madri di caduti nelle guerre tra i due Paesi si stringono la mano: crollano le mura dell'odio Le madri di caduti nelle guerre tra i due Paesi si stringono la mano: crollano le mura dell'odio Ad Aqaba nasce il valico dei sogni Giordania-Israele, frontiera aperta TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO I dirigenti di Israele e Giordania hanno scritto ieri una pagina di storia quando hanno inaugurato un valico per turisti in transito fra i due Paesi nel punto in cui ancora tre giorni prima c'era un campo minato. «Il sogno della pace sta diventando realtà» ha detto commosso il premier Yitzhak Rabin, poco dopo aver tagliato il nastro che simboleggiava la linea di frontiera. «Le mura dell'odio crollano davanti ai nostri occhi». Ieri nella cappa di caldo che incombeva sul valico di Arava, quattro chilometri a Nord di Eilat e Jaffa, la nuova realtà prendeva rapidamente forma e niente più appariva strano. Nemmeno che il principe hashemita Ibn Tallal citasse dalla Bibbia in ebraico: «...trasformeremo questa vallata di tribolazioni in un cancello di speranza». La straordinaria giornata - voluta «memorabile» dai governi dei due Paesi e dunque trasmessa in diretta in tutti i suoi dettagli dalle reti televisive di Israele e Giordania - è proseguita con un pranzo nel palazzo invernale di Aqaba di re Hussein (a cui hanno preso parte Rabin, il ministro degli esteri Shimon Peres e il segretario di Stato Usa Warren Christopher) e con una breve navigazione nel Mar Rosso a bordo dello yacht reale, pilotato da sua maestà. Qui, finalmente, sul protocollo ha prevalso la spontaneità: numerose imbarcazioni israeliane si sono confidenzialmente avvicinate allo yacht di Hussein suonando le sirene, mentre i passeggeri facevano larghi gesti con la mano. «Confesso che mi sono emozionato», ha detto Rabin una volta tornato a terra. Sotto all'abbronzatura gli si leggeva una grande soddisfazione: per una volta, i quotidiani attentati dei guerriglieri «Hezbollah» e le difficoltà nel negoziato con la Siria apparivano cose remote. «Qualcuno dice che l'avvicinamento fra Giordania e Israele sta andando troppo spedito», ha detto Rabin ricordando che il trattato di non belligeranza fra i due Paesi è vecchio di due sole settimane. «In realtà, dopo 46 anni di conflitti, non potevamo aspettare nemmeno un giorno di più». Adesso molti si chiedono quando re Hussein ricambierà con una visita a Gerusalemme: «Spero fra non molto», ha risposto pudicamente l'interessato. Secondo fonti informate in Israele, la visita potrebbe avvenire già venerdì, oppure la settimana prossima. Accanto ai big della politica, le grandi protagoniste della giornata sono state Zohar Ginzburg, 10 anni, del kibbutz Elot (presso Eilat) e Nancy Tayan, 12 anni, di Aqaba, che hanno consegnato a Rabin e a Hassan le forbici ne¬ cessarie per tagliare il nastro. Al termine della cerimonia Zohar (una sbarazzina che sembra uscita da una striscia di «Peanuts») si è seduta sulla poltrona del principe e ha informato i giornalisti delle trattative segrete per la scelta dei cuscini su cui erano state adagiate le forbici. «I giordani insistevano che fossero bianchi, ma Eytan (Haber, un consigliere di Rabin - ndr.) ha deciso che il mio fosse celeste», ha rivelato. Ai bordi del terminal, è nata un'amicizia: Zohar ha invitato Nancy a visitare il kibbutz e la piccola giordana (che indossava abiti tradizionali beduini) ha chiesto incuriosita: «Cosa si sente ad essere ebrei?» Poco distanti dalle due bimbe, una ventina di generali in pensione (israeliani e giordani) si scambiavano saluti imitati da due gruppi di madri ebree e arabe che hanno perduto figli in guerra. Nel frattempo, Rabin e Hussein stavano pacatamente discorrendo con alcuni giornalisti nel giardino del palazzo reale di Aqaba. Nella trasmissione televisiva, le loro sommesse parole sono state talvolta coperte dal cinguettio degli uccelli: ed era appunto questo il «messaggio» che ieri i leader dei due Paesi volevano giungesse ai loro popoli. Aldo Baquis Rabin e il principe Hassan tagliano i nastri al nuovo valico di confine Un soldato lo delimita con filo spinato 1 ÉS
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