«Sì, è vero; evadevo il fisco»

«Sì, è vero; evadevo il fisco» «Sì, è vero; evadevo il fisco» Paolo Berlusconi risponde sui fondi neri I VERBALI DEGLI INTERROGATORI MILANO. Paolo Berlusconi, tuttora agli arresti domiciliari, si è accollato la responsabilità dell'«assenso» per le bustarelle pagate ai finanzieri (in tutto 330 milioni). Ma da dove venivano i soldi per le tangenti che servivano ad «ammorbidire» controlli fiscali? Da un'evasione fiscale. Ecco infatti cosa racconta Berlusconi nei suoi verbali: «La Edilnord commerciale si è occupata di vendere immobili nei primi Anni 80 anche da privati, con i quali sostanzialmente si raggiungeva un accordo di esporre nel prezzo di compravendita un corrispettivo inferiore a quello reale, in modo da risparmiare sulle tasse da pagare. In questo modo noi abbiamo avuto la possibilità di creare un fondo extra contabile di alcuni miliardi - circa 3 miliardi - che abbiamo potuto utilizzare per pagare anche quelle dazioni di denaro che certamente non potevano essere iscritte in bilancio». Quelle «dazioni» - ricorda I ancora Paolo Berlusconi non sono finite solo alla Fi! nanza, ma anche ad altri «pubblici ufficiali» (e infatti il fratello del presidente del Consiglio è sotto inchiesta in varie storie di tangenti). «In pratica - prosegue l'imprenditore - nel corso degli anni (dal 1983 al 1990) si è costituito questo fondo ove io potevo attingere di volta in volta, a seconda del bisogno». A questo punto il pubblico ministero (cioè Antonio Di Pietro) chiede dove mai tenesse «tutto questo contante». «Materialmente veniva depositato presso la cassaforte dell'ufficio della Edilnord commerciale, in Foro Bonaparte», è la risposta. Cui, però, Di Pietro sembra dare assai poco credito. Osserva infatti: «Poiché l'alimentazione del conto è avvenuta nel corso degli anni, non è credibile che siano rimasti dei miliardi inutilizzati depositati in ufficio». E quello della «provvista in cassaforte» non è il solo punto che sembra aver lasciato scettici gli inquirenti. Vi è tutta la ricostruzione dei ruoli nella Fininvest, e soprattutto del ruolo che Paolo Berlusconi ritaglia per se stesso. Dice infatti: «In pratica sopra di me nella scala delle decisioni vi era solo Silvio Berlusconi, mentre i top manager del gruppo avevano ampia autonomia e riferivano sia a me che a Silvio... Per tutto ciò che riguardava i problemi di ge¬ stione rapportavano a me». I manager che «rapportavano» a Paolo Berlusconi erano, tra gli altri, Adriano Galliani, Marcello dell'Utri e Franco Tato. E, ovviamente, quel Salvatore Sciascia che a lui chiese, e ottenne, il «permesso» di pagare i finanzieri. Intanto, sempre sul fronte dell'inchiesta che riguarda la Guardia di finanza, ieri, è stato arrestato a Milano un anziano ex finanziere. E' un maresciallo in congedo, Alberto Corrado, 63 anni, che adesso lavora insieme a Gian Marco Rizzi. Cioè il consulente della Finivest, stretto collaboratore di Salvatore Sciascia, direttore dei servizi fiscali del gruppo, tuttora agli arresti domiciliari. Il reato contestato a Corrado è quello di favoreggiamento. Secondo quanto si è appreso l'accusa si riferisce all'episodio della Mondadori (il pagamento dei 130 milioni a finanzieri per «ammorbidire» una verifica fiscale), ma non si sa in quali termini sia avvenuto il favoreggiamento. Quello che è certo è che gli inquirenti annettono molta importanza al suo ruolo. Corrado è stato arrestato a Battipaglia (Salerno) dove si trovava in vacanza ed è già stato trasferito nel carcere di Peschiera, dove sarà interrogato. Infine, sempre ieri, il giù- dice per le indagini preliminari Nunzia Ciaravolo ha precisato e smentito in una conferenza stampa la notizie - apparse nei giorni scorsi sui quotidiani e oggetto di un'interrogazione parlamentare di deputati progressisti - circa la sua presunta successione al gip Italo Ghitti nell'inchiesta Mani Pulite e sulla sua suppposta amicizia con il giudice Diego Curtò. «Non mi è stato assegnato il ruolo del dottor Italo Ghitti - ha detto Nunzia Ceravolo - nè una tale assegnazione mi è stata preannunciata. Respingo poi sdegnosamente qualsiasi illazione e gli accostamenti malevoli e subdoli al dottor Diego Curtò. Sulla sua nomina si espressse un consiglio giudiziario di cui io non facevo parte». [r. m.] «Risparmiavamo sulle tasse per poter pagare le tangenti ai finanzieri» A sinistra: Paolo Berlusconi A destra: Antonio Di Pietro

Luoghi citati: Battipaglia, Milano, Salerno