ALL'ARMI SIAM POETI di Bruno Quaranta
ALL'ARMI SIAM POETI ALL'ARMI SIAM POETI Nasce un commando per riscattare la bellezza della Parola EA in arrivo un V «commando ✓ eroico», una pattuglia di poeti pronta a stupire. La guida Giuseppe Conte, che, parafrasando un suo romanzo, mira a incendiare l'autunno: «Promuoverò un'azione simbolico-dimostrativa - ha dichiarato al Corriere della Sera -. Di più non posso dire: sarà a settembre, in un luogo sacro della poesia», per riaffermarne la dignità, «magari con un po' di follia...». Una sacralità resa nitidamente da Borges: «Il tempo, che dirocca i castelli, rafforza il verso». Ovvero: lo spirito signoreggia sulla materia, solo le cose su cui soffia, fossero anche di pessimo gusto, restano, si trasmettono di postero in postero. Dal busto di Alfieri al calesse della cavallina storna, dalla pioggia nel pineto ai limoni, dagli alberi mutilati alle fronde dei salici: è nell'opera che, cardarellianamente, le realtà accolte sotto il cono letterario ripongono la speranza di non corrodersi, di non divenire polvere. Dove suoneranno le loro cetre i temerari? L'album fotografico che abbiamo allestito Mario IjII Andrea Zanzotlo allinea sette possibili mete. Non le uniche, beninteso, come dimostrano i poeti chiamati a raccolta intorno al rebus liricogeografico. Mario Luzi ha appena terminato un viaggio sulle orme di Simone Martini, da Avignone a Siena. Gli è sommamente cara la città di Tozzi: «fitta e ordinata, vicoli, salite, volte, valli stringono le maglie della rete e raccolgono i livelli della mossa topografia senza aggrovigliarsi». Villeggia nel Senese, Luzi, vagheggiando il ritorno in Val Chiusa («Nonostante l'imbarbarimento dei tempi si riesce ancora ad afferrare lo spirito che mosse il Petrarca») e una fuga a Recanati, dove «natura e voce poetica si intridono». Dalla Toscana, dalla Provenza, dalle Marche al Veneto di Andrea Zanzotto, il miscelatore di Idiomi (l'ultima raccolta finora edita). «I luoghi delle mie fantasticherie? Le Cinque Terre di Eugenio Montale, innanzitutto: no, non vi sono mai DA tempo stiamo preparando su un'idea del capitano Giuseppe Conte un «commando eroico» per la poesia. Non riteniamo sia «spettacolo» (come ha insinuato Franco Cordelli su Tuttolibri di sabato scorso) avere nei sogni il palpabile desiderio di veder risorgere il poeta e di immaginarlo dolce, pronto ad esplodere con la sua bomba-Parola nascosta non in una tasca ma nel cuore! Non è «spettacolo» o ridicolo tentativo di volgare comunicazione immaginare un poeta-cavaliere capace di non aver altra fede se non quella nell'eterna poesia! Non è «spettacolo» avere il coraggio di lanciare un guanto sul viso dell'ipocrisia, della malvagità consumistica, del non-canto, della vile arroganza, della genuflessione, della flaccida borghesia tiranna della poesia! Non è «spettacolo», pirotecnico fuoco estivo, organizzare una ormai imminente azione eroica scevra di untuosa retorica e di demagogia politica! Non è «spettacolo» tendere verso l'amore, accettare anche negli altri la possibilità del dolore e della bellezza, credere nella magia della parola, nella sensualità degli Angeli, e nell'incantesimo di stupendi e terrificanti Cigni Neri. Ed infine non è «spettacolo» cogliere l'occasione per invitare cavallerescamente alle nostre future gesta Franco Cordelli, Dario Bellezza e l'amico Valentino Zeichen, e chiunque creda nella poesia. Capitano Lamberto Garzia Altri componenti del commando: Capitano Paolo Becci, Capitano Roberto Orengo Capitano Marco De Carolis Capitano Emanuele Bastiani mm Siamo in Santa Croce, a Firenze, là dove «a egregie cose il forte animo accendono / l'urne de' forti, o Pindemonte; e bella / e santa fanno al peregrin la terra / che le ricetta». Sono i versi di Foscolo davanti ai «Sepolcri» dei nostri grandi, da Machiavelli a Galileo. ...Io quando il monumento vidi ove posa il corpo [di quel grande 1 che temprando lo scettro Lo guiderà Giuseppe Conte: partirà in autunno. Da dove? Alcune ipotesi e i luoghi preferiti da Luzi, Guerra, Zanzotto, Loi Tanitio Guerra stato, le ho visitate (e continuo a percorrerle) aggrappato agli Ossi di seppia. Certo, con Eusebio vi sarei andato volentieri. Ma l'occasione è mancata. E, poi, lui stesso non amava tornarvi, sicuro di scoprire quell'oasi scempiata. Dirimpetto a Monterosso, un'altra siepe di incanti: la Riviera di Ponente che scivola verso il confine, verso la Costa Azzurra, il mondo di Calvino giovane e, ora, di Giuseppe Conte e Francesco Biamonti. Non dimenticando l'enclave Istria-Quarnaro-costa dalmata, con i suoi antichi, preziosi dialetti». Un signore delle lingue tagliate è il romagnolo Tonino Guerra, lo sceneggiatore di Antonioni e Fellini, recente premio Pirandello, adesso impegnato nella stesura di un diario teatrale: «Consiglio di venire qui, dove sto, in vai Marecchia. E' il nome del fiume che la bagna. Un itinerario? Da Rimini, che attende nella foce con i suoi magnifici pittori trecenteschi, mm FOSCOLO fa' regnatoli gli allor ne sfronda, [ed alle genti svela di che lagrime grondi.. a Sant'Arcangelo dei poeti, il paese mio e di Baldini, di Pedretti... Da San Leo, che accolse l'estremo respiro di Cagliostro, alla tibetana Pennabilli. Perché tibetana? Nel Settecento salutò padre Orazio Olivieri Della Penna diretto, appunto, verso la regione asiatica. Lo si deve a lui il primo dizionario tibetano-italiano. Meritò il titolo di Lama bianco». Controcorrente è Franco Loi, elogiato autore di L'Angel (Mondadori), milanese romanzo in versi: «Non ho approdi da indicare. Amo moltissimo Dante, ma non saprei in quale angolo terreno incontrarlo. E credo sia meglio così. Sa la tristezza che assale il leopardiano giunto a Recanati, disseminata di cartelli segnaletici: là il colle dell'Infinito, là il nido del passero solitario?». Vorrà dire che il commando di Conte colpirà senza «Angel» custode, in autunno. Giusto settant'anni dopo - com'è bizzarro il'caso - la decina di cannonate che salutarono al Vittonaie la ricostruzione della nave Puglia. Allora il Comandante sparò a salve. Il capitano Conte e i suoi faranno davvero fuoco? Franco Lai Bruno Quaranta
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