Dio sotto l'ombrellone

Da Torino una campagna per l'Italia Pio sotto l'ombrellone Da Torino una campagna per l'Italia CATTOLICI ALL'ATTACCO CON Dio sotto l'ombrellone. L'immagine raccontata così può apparire, oltreché poco rispettosa, anche un tantino strana. In realtà arriva da un gruppo, l'«Associazione Informazioni su Cristo», che ha scelto le giornate di mezza estate per fermare i pensieri, per invitare alla riflessione sui grandi perchè della vita. In un lapidario manifesto un coloratissimo ombrellone da spiaggia sovrasta la parola «Dio»; sotto un'altra scritta: «Non siamo matti. E' sempre con noi. Parliamone». Segue il numero di telefono dell'associazione. Da Torino è partita una campagna di manifesti che sta invadendo l'Italia dalle Alpi al mare. Il messaggio che accompagna gli italiani nelle loro faticose vacanze è semplice e cosmico a un tempo: «Non dimenticate che Dio esiste». «L'intento dell'operazione è evidente - spiega Lidia Belliardo, animatrice dell'associazione -. Vogliamo ricordare che Dio è con noi sempre: sotto l'ombrellone, in ufficio, per strada». E aggiunge: «L'estate è una stagione particolare: c'è più tempo per pensare. E' anche un momento in cui cresce l'insoddisfazione per la propria vita, spesso priva di significato». Tutto giusto, ma non sarà blasfemo affidare un messaggio così profondo a un veicolo pubblicitario eguale a quello dei detersivi o del cuore di panna? O peggio ancora: non è quantomeno discutibile l'idea di affiggere il manifesto magari accanto a quello di una ammiccante ragazza discinta? Sorride la signorina Lidia: «Ma no. Dio non ha certo paura di entrare nella realtà umana». La campagna, la sesta in vent'anni, è sicuramente efficace. Impossibile non vedere il mani¬ festo, quasi inevitabile sostare con il pensiero. Dal '74 l'associazione, mutuando modelli nordamericani, tenta di richiamare passanti distratti e frettolosi con parole semplici. «L'idea originaria - dice Lidia Belliardo - è di padre Giuseppe Maria Borgia. Lui voleva parlare con le persone, soprattutto con quelle che la fede l'hanno persa». E ancora: «Ma spesso queste persone non frequentano la chiesa e allora occorre cercarle, avvicinarle in strada. Vogliamo soltanto aiutare: troppi soffrono perché la loro esistenza è priva di significato; vogliamo portare solo un po' di felicità». Abili consulenti (tra cui i pubblicitari dello studio Testa) hanno inventato slogan di fulmimante efficacia come quello dello scorso inverno. Allora sui muri comparvero manifesti con la parola «Dio» cancellata da un segnaccio rosso e sotto una in- sinuante domanda: «Sei proprio sicuro?». La Chiesa ufficiale, nella persona dell'arcivescovo vicario, monsignor Franco Peradotto, non è contraria alle esuberanti iniziative dell'associazione: «Queste cose originali sono accettate come ogni altra che ponga il problema religioso». Anzi, la campagna odierna è persino in grado di suscitare una commossa ondata di ricordi. Monsignor Peradotto ripensa alla sua giovinezza: «Ero un giovane prete e andavo in giro per i luoghi di villeggiatura a predicare. Ricordo interminabili nottate in un ristorante di Torgnon, a discutere sull'interrogativo: "Dio esiste?". E poi a Varazze, in spiaggia tra i bagnanti». Erano gli anni in cui la Chiesa, soprattuto in America Latina, si schierava con forza accanto ai più deboli. Peradotto: «Raccoglievamo la carta usata per il Terzo Mondo e discutevamo...» Marina Cassi OiiD!0;0 II manifesto fatto affiggere dall'Associazione Informazioni su Cristo

Persone citate: Franco Peradotto, Giuseppe Maria Borgia, Lidia Belliardo, Marina Cassi, Peradotto

Luoghi citati: America Latina, Italia, Torgnon, Torino, Varazze