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Ruta: Torino deserta? Per me era l'angoscia Ruta: Torino deserta? Per me era l'angoscia Ferragosto? «Tristissimo, anzi, angoscioso». Non ci sono altre parole nel racconto di Maria Teresa Ruta, torinese, conduttrice del programma «Uno mattinaestate» su Raiuno. Città deserta, caldo, un senso di solitudine opprimente. Che cosa ricorda? «A Torino sono rimasta fin verso i vent'anni. Ma di solito trascorrevo i giorni d'agosto nella casa dei nonni, a San Paolo Solbrito, vicino a Villanova d'Asti. Si andava lì con la famiglia, mio padre prendeva, com'era d'uso, le ferie in ff-^tóS IP* guardavo i conta- 35X^1 dini nei lavori nei campi. E ricordo l'orto. Un bell'orto con la frutta che maturava, io che innaffiavo la terra, raccoglievo le zucchine, i pomodori». E Torino? Com'era il suo Ferragosto a Torino? «Ne ricordo uno: terribile. Avevo dieci anni, mi pare, mio padre era stato operato. Giorni tristi, davvero, ma non solo perché papà era in ospedale...». Perché allora? «La città vuota, deserta. Se ne erano andati proprio tutti. Abitavo in borgo San Paolo. Le compagne erano lontane, i ragazzi con i quali giocavo non c'erano. Ebbi per la prima volta la sensazione della solitudine. Ricordo interminabili camminate con mia madre alla ricerca di una panetteria aperta, di un negozio in cui fare la spesa. Quelle strade con pochissime macchine, rari i passanti, lo sferragliare di un tram. Ammetto di aver provato una tristezza infinita». Le fa sempre questo effetto il Ferragosto in città? «No, ricordo un Ferragosto bellissimo a Milano dove mi trovavo per lavoro. Avevo il pancione, allora, nel senso che aspettavo mia figlia Guendalina. Ed ero allegra. Mi piaceva la città senza il solito affollamento. Silenziosa, vuota. Era bello scoprire posti che di solito non hai tempo di vedere, trovare il supermercato aperto e non dover fare la coda alla cassa. Torino mi angosciava. A Milano, invece, mi sentivo un'altra», [p. p. b.] IP* 35X^1