Che cosa cantare per inno nazionale e che cosa cantare in chiesa

Meglio riciclarsi in cenere Pilli lettere AL GIORNALE Che cosa cantare peritino nazionale e che cosa cantare in chiesa Niente chewing gum quando si canta Cambiare o no l'Inno di Mameli? Certamente questo Inno è datato e non corrisponde più agli ideali dell'Italia di oggi. Un inno nazionale ha significato se rappresenta valori di una comunità riferiti alla sua storia, alla sua civiltà. Secondo me sarà molto difficile, forse vano, cercare un'alternativa, visto che gli ideali di un passato storico dell'Italia non sono più attuali e che dal dopoguerra o dopo-Resistenza non ci rimangono che frammenti di valori. «Va', pensiero...»: può significare che gli italiani di oggi sono paragonabili al popolo oppresso che nel Nabucco intona quel canto? A quali ideali possiamo oggi aggrapparci per rendere credibile un Inno Nazionale? Quelli del «vitello d'oro» dell'epoca di Tangentopoli (viene in mente Mose e Aronne di Schoenberg, ma poco pratico sarebbe intonare a serie dodecafoniche) oppure quelli di voglia di potere e di successo economico della Seconda Repubblica? Forza Azzurri, se non avete vinto il campionato del mondo non è perché vi manca la voglia di cantare il nostro Inno Nazionale: si canta male masticando chewing-gum, come abbiamo visto da qualche impietoso primo piano televisivo. Non vi hanno mai insegnato a cantare, come invece più o meno cantano gli atleti africani, americani, europei, anche se intonano inni non più felici del nostro. In Italia si parla molto (i cantautori più che cantare «parlano» nel microfono): forse si dovrebbe parlare meno. Che sia il coro «a bocca chiusa» dalla Butterfly di Puccini l'emblematica interpretazione canora degli ideali della Nuova Italia? Giorgio Ferrari, compositore Accademico di S. Cecilia direttore del Conservatorio statale di musica «G. Verdi» di Torino Quel che dice il Nuovo Testamento Mi è salito in cuore di rispondere alla signora Laura Bergagna, per dirle quanto sia rimasto colpito dal suo sfogo, legittimo e chiaro. Lei rimpiange melodie mai eseguite ufficialmente in ambienti religiosi e lamenta «...il canto... primitivo della sagrestana...». E' solo un cuore sensibile come il suo che può porsi questo dilemma, però mi permetta di farle notare che pone un problema che non esiste. Nella Bibbia, unica autorità che possa stabilire cose riguardanti il cristianesimo, non c'è traccia di cerimonie o riti da farsi in un qualsiasi edificio. Ci sono, invece, raduni di cristiani in case private per studiare le Scritture e pregare per superare lo sconforto di persecuzioni o difficoltà di altro genere. Perciò il vero problema non è se cantare in un modo o in un altro, o eseguire questa o quella musica. Il problema è «se è cristiano o no celebrare una Messa». E l'unico che possa rispondere è il Nuovo Testamento. Mario Leone, Strambino Non è solo questione di pronuncia Da qualche tempo è possibile anche in Gran Bretagna ricevere trasmissioni televisive italiane, nella fattispecie l'ex emittente del regime: la Ramno. Ci è così avvenuto di osservare un passante con microfono non poteva essere un corrispondente - annunziare la possibile creazione da parte del signor Berlusconi di un «blind trust» (pronunciato come scritto). Solo dopo lunga riflessione abbiam potuto concludere che non trattavasi di vettura blindata, bensì di una forma di amministrazione fiduciaria «blaind», cioè accecata. P. Quaglia, Wimbledon Sembran sassi ma son proiettili Leggo sui giornali molti articoli sulla «guerra dei sassi» che si sta scatenando sulle nostre autostrade. Ai tempi dell'«intifada» palestinese noi scrivevamo ai giornali che un sasso può anche uc¬ cidere e le nostre affermazioni venivano accolte da risate scandalizzate di pacifisti e non, di filopalestinesi e di ant-iisraeliani. Ora vorrei far notare, a chi non le avesse lette, le dichiarazioni di tre fisici del Dipartimento di Fisica dell'Università di Udine. I tre accademici affermano che, se va bene, un sasso equivale a un proiettile. Un sasso scagliato contro un'auto in movimento equivale alla pressione esercitata da un camion di media grandezza. In Italia è dunque nata l'intifada dello autostrade e vorrei sperare che coloro che tanto amavano e difendevano «l'altra intifada», quella che ammazzava gli israeliani tra l'indifferenza generale, abbiano smesso di ridere e alzino gli occhi quando passano sotto un cavalcavia. Deborah Fait, Presidente Federazione Italia-Israele, Bolzano L'auditorium a Santa Cecilia Il bell'articolo di Mario Fazio dedicato il 5 agosto al progetto di Renzo Piano uscito vincitore dal concorso internazionale per il nuovo Auditorum di Roma ricostruisce bene anche la vicenda della scelta del sito, il parcheggione davanti al Villaggio Olimpico. Credo che si debba tuttavia segnalare chi ebbe il merito di individuare quell'area già comunale, il giovane architetto romano Francesco Ghio. Poi ci volle una bella battaglia prima di giungere al decisivo discorso di Antonio Cederna nell'aula Giulio Cesare. Una sola necessaria specificazione: la titolarità del nuovo Auditorium è dell'Accademia Nazionale di S. Cecilia, che fu privata dell'Augusteo alla fine degli Anni 30 e mai risarcita, che è il solo Ente Sinfonico nazionale e, purtroppo, l'unica orchestra e coro rimasta a Roma, con una «dote» di ben 7380 abbonati nella stagione da poco conclusa (e con sale finalmente adeguate - quella attuale arriva a 1900 posti soltanto - ne avrà di più). Vittorio Emiliani consigliere di amministrazione della Accademia Nazionale di S. Cecilia, gestione dei concerti Ma quel prete è un laico In riferimento all'articolo: «Droga e orge in canonica», apparso venerdì 5 agosto preciso: nelle Sante Chiese Ortodosse Canoniche solo il Santo Sinodo dei Vescovi nel suo plenum, può eleggere o destituire un Ve¬ scovo e il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Autocefala di Polonia, una delle quattordici Chiese canoniche ortodosse, non ha mai preso in considerazione l'elezione episcopale del Sig. Lino Vivan. Per quanto riguarda la Diocesi di Aquileia della Chiesa Ortodossa Autocefala di Polonia da diversi anni non ha più rapporti di nessun tipo con il sig. Vivan perché, proprio per gli addebiti riportati da questo giornale, ha provveduto a laicizzare il soggetto in questione con regolare decreto vescovile confermato, in seconda istanza, dal Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Autocefala di Polonia. La Diocesi di Aquileia è parte integrante della Chiesa Ortodossa Autocefala di Polonia e il suo Vescovo Mons. Claudio è a pieno diritto Membro del Sinodo di detta Santa Chiesa. Ogni altra notizia è da ritenersi falsa o tendenziosa oppure frutto di mitomanie del Vivan. Possiamo quindi affermare che la Chiesa di Aquileia, per grazia di Dio, è ben lungi da essere fantomatica o pseudo Chiesa perché anche se silenziosa e dedita alla preghiera annovera in Italia tre monasteri, una Parrocchia e comunità varie, e missioni in Svezia e Germania. La Comunità della Cattedrale Ortodossa di Montaner è tenuta abusiva mente e di prepotenza dal Vi van che, a tutti gli effetti, per le censure ricevute, canonicamente non è da considerarsi prete. Vittorino, protopresbitero cancelliere Diocesi ortodossa di Aquileia Montjovet Chi ha scovato le foto di Kubrick Ieri a pagina 14 nel commento di Gesualdo Bufalino alle foto di Kubrick è saltata la frase «scovate da Enrico Ghezzi». Ce ne scusiamo con i lettori.