I Caschi blu aprono la caccia al cecchino

Dopo l'attacco aereo della Nato nella capitale bosniaca, Karadzic dichiara lo stato di guerra Dopo l'attacco aereo della Nato nella capitale bosniaca, Karadzic dichiara lo stato di guerra I Caschi blu aprono la caccia al cecchino E i serbi restituiscono le armi all'Orni ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Di fronte alla minaccia di nuovi bombardamenti della Nato, i serbi hanno restituito all'Unprofor le armi pesanti che all'alba di venerdì hanno preso di forza da uno dei depositi custoditi dai Caschi blu nella zona di esclusione di Sarajevo. Dopo che i caccia della Nato hanno colpito le loro postazioni intorno alla capitale bosniaca, ieri mattina gli uomini di Karadzic hanno ridato in consegna alle Forze di pace dell'Orni il carro armato e le due autoblindo sequestrati il giorno prima. Ma i Caschi blu hanno insistito sulla restituzione di tutti i pezzi d'artiglieria pesanti di cui i serbi si sono impossessati, minacciando di bombardare ancora una volta i loro bersagli intorno alla città. Non avendo scelta, i serbi hanno restituito nelle prime ore del pomeriggio anche l'ultima autoblindo munita di batteria antiaerea. A detta della portavoce della Casa Bianca, Dee Dee Myers, è stato un aereo americano A-10 a colpire l'altro giorno il cannone antiaereo serbo stazionato nella zona di esclusione di Sarajevo. Soltanto ieri le autorità di Pale hanno ammesso i bombardamenti, ma hanno negato ogni perdita. A loro detta, l'intervento della Nato è un'ennesima forma di pressione sul popolo serbo affinché accetti il piano di pace del gruppo di contatto. Per tutta risposta, il capo del sedicente Parlamento deU'autoproclamata Repubblica serba di Bosnia, Momcilo Krajisnik, ha annunciato che l'Assemblea serba si riunirà tra due giorni per proclamare lo stato di guerra e la mobilitazione generale. Intanto il leader serbo-bosniaco Karadzic ha ordinato ieri a tutti i cittadini abili al lavoro l'obbligo di presentarsi alle autorità locali dove verrà loro attribuito «un compito per la resurrezione del Paese». Nel frattempo, dal comando della Nato si dice che non ci saranno altri attacchi, ma che i serbi d'ora in poi dovranno rispettare gli ultimatum legati alle zone di esclusione di armi pesanti. «Ci sono certe cose che non siamo disposti a tollerare», ha dichiarato il generale Smith a Napoli. In visita alla base Nato tedesca di Rhein-am-Mein, il comandante in capo delle Forze armate americane, gen. Shalikashvili, ha dichiarato che non sono esclusi nuovi bombardamenti aerei. «L'ultimatum è stato violato molte volte, dobbiamo impedire che la cosa si ripeta». Meno soddisfatta Mosca, che ancora una volta ha affermato che «simili azioni incontrollate non possono che compromettere il processo di pace». In realtà, ai russi non è piaciuto il fatto di non essere stati consultati prima dei bombardamenti. «Ho cercato di parlare con Kozyrev e con Churkin, ma non li ho trovati», ha risposto il segretario di Stato americano, Christopher. Il leader ultranazionalista russo Zhirinovskij ha detto che l'Italia, che ha messo le sue basi a disposizione dei caccia dell'Al¬ leanza atlantica, «pagherà caro la sua complicità con la Nato nella guerra contro gli slavi». A Sarajevo, intanto, i Caschi blu hanno deciso di andare a caccia dei cecchini che da alcune settimane terrorizzano di nuovo glli abitanti della città. Pattuglie armate di soldati dell'Unprofor perlustrano tutte le zone della città sospette di ospitare covi di cecchini. Pur non avendo ottenuto l'accordo delle autorità serbo-bosniache, hanno iniziato a controllare anche i quartieri della città occupati dalle truppe di Karadzic. Nelle ultime ore altre quattro persone sono state ferite mentre viaggiavano a bordo di un tram della capitale. Ingrìd Badurina

Persone citate: Churkin, Karadzic, Kozyrev, Momcilo Krajisnik, Myers, Shalikashvili, Zhirinovskij

Luoghi citati: Bosnia, Italia, Mosca, Napoli, Sarajevo, Zagabria